(di Marisa Marzelli) Un piccolo film anomalo costato solo 15 milioni di dollari, poco per gli standard americani, sta conquistando il pubblico internazionale. Non c’è da stupirsi dato che alle spalle di 10 Cloverfield Lane c’è come produttore J.J. Abrams (il papà della serie Loste, tra l’altro regista di Star Wars: il risveglio della forza e del rilancio al cinema della saga Star Trek) con la sua società Bad Robot.
Pellicola claustrofobica, diretta dall’esordiente 34enne Dan Trachtenberg, quasi interamente ambientata in un rifugio antiatomico sotterraneo, con tre soli personaggi, 10 Cloverfield Lane è un mix di fantascienza e thriller psicologico con una spruzzata di horror.
Anche i detrattori devono ammettere che funziona alla grande, con una suspense da fiato in gola. Un film all’apparenza semplicissimo, forte di una sceneggiatura solida che sa far tesoro della lezione dei classici (attenzione ai dettagli, alle atmosfere, mantenere sempre un margine di ambiguità nel racconto, giocare sugli archetipi dei generi chiamati in causa e stravolgerli al momento buono e soprattutto avere la pazienza di raccontare bene una storia), capace di far rendere al massimo attori bravi e coinvolgere emotivamente il pubblico, non solo stordirlo con gli effetti speciali.
Una giovane donna (Mary Elizabeth Winstead) ha un incidente stradale e perde i sensi. Si risveglia in un bunker antiatomico, incatenata al letto. Un uomo maturo (il corpulento John Goodman) le spiega di averla salvata, perché all’esterno l’aria è stata avvelenata da un attacco chimico mortale, forse provocato dagli alieni; solo nel bunker si può sopravvivere. Del resto lui, ex militare, si preparava da anni a quest’evenienza. Lei è diffidente, poi scopre che c’è un terzo abitante, un giovane dei dintorni che ha aiutato a costruire il rifugio (John Gallagher Jr.). S’instaura lentamente una sorta di forzata convivenza familiare, padre e due figli. Ma la scoperta di piccoli dettagli (quanto significativi?) convincono la ragazza che l’inquietante padrone di casa non è chi dice di essere e perciò tenta con ostinazione di fuggire. I tre personaggi si studiano e si sfidano, mentre la tensione sale e la grande domanda senza risposta resta: cosa c’è davvero là fuori? Domanda che si pone anche lo spettatore, il quale non sa nulla di più dell’agguerrita protagonista.
Finale per alcuni scontato, per altri imprevisto, ma che ha il coraggio di non essere aperto o ambiguo.
Bisogna sapere che risale a otto anni fa il monster movie Cloverfield, girato in stile finto filmino amatoriale, sempre sfornato dalla factory di J.J. Abrams, sempre a basso costo e ricompensato con un notevole successo di pubblico. 10 Cloverfield Lane (il titolo è solo un indirizzo) non ha legami particolari con il predecessore, non è né un sequel né un remake, ma rappresenta una sorta di continuità fantascientifica del brand, che potrebbe dar vita a nuove variazioni sul tema. Come in quel caso, anche stavolta le anticipazioni sono state scarse e centellinate. Con la scusa di non fare spoiler, l’attesa per il film è cresciuta. Metodo ingegnoso che non costa, in controtendenza con le promozioni milionarie dei blockbuster.
10 Cloverfield Laneè interessante per come è raccontato, alla vecchia maniera del cinema classico (infatti non fa mistero delle citazioni di Hitchcock, soprattutto pesca da Psyco e Notorius), senza fretta ma con andamento costante in crescendo. Anche strizzando l’occhio a serie televisive conosciute da tutti, da Ai confini della realtà ai misteri di Lost. Valorizza al meglio la scrittura (tra gli sceneggiatori c’è Damien Chazelle, l’autore di Whiplash) e dimostra sul campo che anche con scarsi mezzi si può costruire un intrattenimento intelligente.
Se poi vogliamo ampliare al discorso e tentare una lettura più metaforica, persino “politica”, nella tradizione dei vecchi titoli di fantascienza sulle invasioni extraterrestri (ai loro tempi bollati come B-movie e poi ampiamente rivalutati), l’alieno, il diverso da noi e sconosciuto, è la minaccia misteriosa per antonomasia, simbolo di tutte le paure inconsce e le paranoie della società. E in questo momento storico, il mondo di paure ne ha da vendere. 10 Cloverfield Lane le duplica, suggerendo che le minacce possono essere interne (nel bunker, cioè interiori, nei rapporti con chi ci è vicino) e là fuori. C’è poco da stare allegri.
A basso costo, tra fantascienza e thriller. E, con soli tre personaggi, l’esordiente Dan Trachtenberg ha fatto centro
28 Aprile 2016 by