A Milano l’America on the road di Robert Frank. In 83 “rivoluzionarie” foto la ballata di un’epoca poetica e desolata

Robert Frank, Ranch market, Hollywood, 1955-56

Robert Frank, Ranch market, Hollywood, 1955-1956

MILANO, martedì 29 novembre ♦ (di Patrizia Pedrazzini)Quella folle sensazione in America, quando il sole picchia forte sulle strade e ti arriva la musica di un jukebox o quella di un funerale che passa”. Così Jack Kerouac, il leggendario autore di “On the Road”, nell’introduzione al libro fotografico “The Americans”, frutto di due anni di scatti realizzati, in lungo e in largo per gli Stati Uniti, da un fotografo leggendario, Robert Frank. Due leggende a costruirne una terza: quell’America degli anni Cinquanta che anche chi non l’ha vissuta ha bene o male negli occhi, grazie a tanti film che ne hanno tramandato la desolata, a volte assurda, nonostante tutto poetica, epopea.
Ora le fotografie di questo libro, 83 scatti in bianco e nero realizzati fra il 1955 e il ’56, sono in mostra a Milano, allo Spazio Forma Meravigli, fino al 19 febbraio. Strade infinite, volti di persone, bar, negozi, marciapiedi, tutta una quotidianità sconsolata, venata di tristezza e di solitudine anche quando non ce ne sarebbe motivo (nemmeno le attempate signore di “Cocktail party, New York City, 1955”, riescono a trasmettere qualcosa di più di un fuggevole momento di serenità), il tutto a dar corpo a una sorta di ballata per immagini dedicata a un mondo che non c’è più.
Nato a Zurigo nel 1924, Robert Frank arrivò negli Stati Uniti nel’47, e nell’estate di otto anni dopo, grazie a una borsa di studio della Fondazione Guggenheim (che tra l’altro fu il primo fotografo europeo a ricevere), al volante di una Ford Business Coupé del ’50 partì per il lungo viaggio che lo avrebbe portato, in meno di due anni, ad attraversare ben 48 Stati, praticamente tutti gli Usa, e a immortalare l’America con i rapidi, spontanei, audaci scatti della sua piccola Leica.
Donne e uomini, bianchi e neri, giovani e vecchi, ricchi e poveri. Vivi e morti. A piedi, in auto, in moto. Nella bara, in attesa del funerale, o al tavolo verde di un casinò. Appollaiati sugli sgabelli di un drugstore o inginocchiati sulla sponda del fiume. In contemplazione di un jukebox in uno squallido bar di Las Vegas o affacciati ai finestrini di un tram a New Orleans, i bianchi davanti, i neri dietro. Il cowboy che si rolla una cicca appoggiato a un bidone su un marciapiede di New York e il testimone di Geova che mostra il suo opuscolo appoggiato a un muro di Los Angeles.
Facce di tutti i giorni, sfondi lividi e scarni. Ma è proprio qui che Frank emerge, rivoluzionando il linguaggio tradizionale del reportage classico nel momento in cui azzarda, e realizza, ritratti mossi o sfocati, e foto dal taglio solo apparentemente casuale, e comunque non canonico, che tuttavia centrano l’obiettivo di tradurre, con cruda consapevolezza, lo spirito dell’America di quell’epoca.
La mostra milanese, patrocinata dal Comune, è realizzata in collaborazione con la MEP, Maison Européenne de la Photographie, di Parigi.
Robert Frank negli anni Sessanta ha abbandonato la fotografia per dedicarsi quasi esclusivamente alla  realizzazione di film

“Gli Americani di Robert Frank”, Forma Meravigli, via Meravigli 5/7, Milano. Fino al 19 febbraio.
www.formafoto.it