MILANO, Novegro, lunedì 30 maggio ►(di Andrea Bisicchia) La partecipazione al Festival dell’Oriente, che si svolge a Novegro fino al 5 Giugno, consente non solo di constatare il largo consenso popolare che suscita questa singolare, interessantissima manifestazione, ma anche di conoscere la particolare preparazione dei selezionati gruppi teatrali. Sono in gran parte giovani, che hanno potuto presentare, su un vasto palcoscenico, i risultati di un lavoro svolto nelle loro accademie, nelle loro scuole, ben diverse da quelle occidentali, perché fondato, non sulla parola, ma su ritmo, sulla danza, sulla musica e sull’happening.
Noi abbiamo conosciuto questo tipo di teatralità grazie alla “riletture” fatte da Peter Brock o da Eugenio Barba, e, a livello teorico, grazie agli studi di Molinari e Meldolesi. Ma, ora, assistere di persona è un’esperienza di straordinario interesse.
Abbiamo assistito alle “cerimonie” del teatro giapponese, tibetano, tailandese, mongolo, rivissute come veri e propri spettacoli, grazie agli accompagnamenti musicali e alle loro ritualità. Mi hanno fatto pensare alla teatralità diffusa del nostro teatro medievale. Non sono mancate le “feste” popolari, in particolare quelle della tradizione spirituale indiana, reinterpretate in chiave Bollywood. Per il pubblico, forse si è trattato di puro intrattenimento, per lo studioso di un viaggio emozionante nella magia del Teatro Orientale, pur con le tante differenze, dovute alle diverse tradizioni e alla molteplicità dei generi. Hanno prevalso le danze spettacolari, con i loro stili, i costumi variopinti, la gestualità armoniosa, i movimenti coreuti.
Ogni nazione ha potuto dare esempi concreti delle loro tradizioni che differenziano, per esempio, lo spettacolo indonesiano da quello birmano o coreano, o vietnamita, come dire che tutte le nazioni erano presenti.
Si è trattato di un tuffo rigeneratore in un ambito poco conosciuto, ma che dà l’dea del loro modo di lavorare, della loro ricerca nell’ambito della fisicità, dato che il loro è anche un teatro del corpo. Gli interpreti hanno offerto una vasta gamma di prodotti culturali, frutto di anni di laboratori e di insegnamenti dei loro Maestri. La scenografia del grande spazio del capannone di Novegro offriva, inoltre, workshop, meditazioni, discipline bionaturali, yoga, esibizioni in tre palchi appositamente preparati. Successo scontato.
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