A Padova gli “antichi” disegni di Sironi e le magiche trasparenze di Salviati

Nuove donazioni ai Musei Civici agli Eremitani di Padova sono l’occasione per due imperdibili mostre congiunte, aperte fino al 24 novembre: i sorprendenti disegni di Mario Sironi (1885-1961), ispirati al culto dell’antico, e le magiche trasparenze dei vetri di Antonio Salviati (1816-1890).

Sironi

Sironi

Sironi – L’esposizione prende le mosse dalla recente donazione ai Musei Civici di Padova di opere su carta diSironida parte di Andrea Sironi-Straußwald, unico discendente diretto dell’artista: un disegno, tratto dai soldati dormienti della Resurrezione di Giotto alla Cappella degli Scrovegni e uno studio per la decorazione della parete maggiore del Liviano. Sironi fu disegnatore instancabile. Pochissimi artisti hanno lasciato un corpus di opere su carta così numeroso come il suo. Egli fu, come è noto, artista poliedrico e multiforme e,ben lontano dal limitarsi alla sola pittura, affrontò, nel corso della sua vita, l’illustrazione e la grafica pubblicitaria, l’architettura e la scenografia, la scultura, la decorazione murale e le arti applicate. Il gruppo dello studio dall’antico, qui presentato, è decisamente più contenuto e si configura come una rarità, un complesso finora ignoto al grande pubblico. La possibilità di presentarlo quasi per intero rende questa esposizione un tassello importante per la conoscenza dell’artista, e lo studio di queste opere, per certi versi sorprendenti, fornisce una visione più ampia e articolata di uno dei temi centrali per Sironi: quello del rapporto con il passato e con la tradizione, incessantemente presente sia nel suo operare artistico, sia nei suoi scritti teorici.

Salviati

Salviati

Salviati – La seconda mostra congiunta, dal titolo “Vetri dal Museo Salviati. Magiche trasparenze della donazione Tedeschi”, rappresenta un saggio di grande fascino dell’arte vetraria muranese, dafine Ottocento agli anni Ottanta del secolo scorso: lattimi incamiciati, vetri a sbruffo, vasi con bolle soffiate, vasi in calcedonio, creazioni in vetro murrino, vetri fumé, lavori a incalmo, esemplari per lo più unici e rarissimi. Un evento che, segnando l’ingresso di questa importante raccolta nei musei patavini – in parte come preziosa donazione di Anna Tedeschi, in parte come deposito quinquennale – ci riporta a una delle personalità e dei nomi cui si deve, a metà Ottocento, la rinascita del vetro artistico veneziano, dopo la crisi di stagnazione del primo Ottocento e ci conduce dagli anni Trenta del Novecento al secondo connubio che caratterizzerà sempre più la lavorazione artistica del vetro. Tra le circa 100 opere in mostra troviamo alcuni pezzi importantissimi, come il “calice di vetro girasol” molto trasparente, con tre delfini di vetro girasol sul rocchetto alternati a tre fiori di vetro rosa, sicuramente risalente ai primi anni della produzione Salviati; oppure il “calice di vetro rosso rubino”– una coppa di vetro soffiato rosso rubino all’oro – estremamente raro, che compare col n. 462 nel più antico catalogo conosciuto dell’azienda edito a Londra nel 1867, un “piatto OP” di vetro murrino con cerchi di cristallo e di vetro giallo e verde su fondo nero, parte di una serie di otto vetri OP esposti alla Biennale del ’66 – gusto optical e sperimentazione, e due bottiglie Zefiro di vetro soffiato molto sottile e leggermente fumé. Dai tappi originalissimi e con macchie sulle pareti realizzate con la tecnica dello sbruffo, erano state disegnate da Gaspari, nella collezione Zefiro, per Salviati nell’81 – dopo tanti anni di “assenza” dalla vetreria – per la grande mostra “Vetri Murano Oggi”.

Orari
9.00 – 19.00 da martedì a domenica
Chiuso i lunedì non festivi (è previsto l’acquisto di biglietti cumulativi)
padovacultura.padovanet.it