LUGANO (CH), mercoledì 17 giugno ●
(di Marisa Marzelli) Si chiama LAC e l’acronimo sta per Lugano Arte e Cultura. È il nuovo centro culturale (atteso e già molto discusso) con l’ambizione di diventare non solo il polo di riferimento artistico della città di Lugano, ma nelle intenzioni anche del Canton Ticino, con diramazioni a sud (Lombardia) e a nord (Svizzera interna). Situata in posizione strategica davanti al lago (Lac in francese), la struttura sorge sull’area di un glorioso albergo ottocentesco (ex-Grand Hotel Palace) rimasto per anni abbandonato e cadente. Inaugurazione ufficiale in settembre con tre weekend di festeggiamenti che renderanno la città un palcoscenico a cielo aperto.
L’apertura teatrale è affidata il 12 settembre alla Compagnia di Daniele Finzi Pasca con La Verità (le otto repliche previste sono già quasi esaurite). A fine giornata spettacoli all’aperto con danzatori volanti e sfere luminose sul lago. Lo stesso giorno saranno inaugurate le esposizioni temporanee del nuovo museo. Nei giorni successivi, varie iniziative: da Giorgio Albertazzi che leggerà canti della Divina Commedia a rappresentazioni di gruppi teatrali locali. Il 25 e 26 settembre l’Orchestra della Svizzera italiana e il Coro della RSI eseguiranno la Nona Sinfonia di Beethoven diretta da Vladimir Ashkenazy. Programma consultabile sul sito:
www.luganolac.ch
Il progetto LAC, ereditato oltre dieci anni fa da un altro assessore, dall’attuale vicesindaco Giovanna Masoni Brenni è stato difeso strenuamente contro attacchi politici, ritardi nella realizzazione, sforamenti di costi e inciampi vari (non ultimo un’accesa polemica sui marmi verdi della facciata). Il LAC si prepara ad accogliere sotto lo stesso tetto spazi museali, stagioni di musica, di teatro, di danza e altre iniziative culturali. Vi trovano posto in particolare il Museo d’arte della Svizzera italiana (su tre piani espositivi), nato dall’unione tra il Museo cantonale d’arte e il Museo d’arte della Città di Lugano; una sala concertistica (con una particolare conchiglia acustica) e teatrale da mille posti; un teatrino chiamato Teatro Studio. L’obiettivo è di promuovere le arti puntando su una qualità dell’offerta capace di raggiungere un pubblico internazionale. Obiettivo ambizioso per una città come Lugano di 70mila abitanti. Tenendo conto che una struttura di questo tipo va fatta funzionare tutto l’anno a pieno regime e richiede sinergie importanti che il mondo culturale ticinese (molto frammentato) non ha mai praticato volentieri.
Al di là del contenitore, che ha fatto sudare le proverbiali sette camicie ma ora è pronto, il problema era: che cosa ci mettiamo dentro, per farlo funzionare a pieno regime? Inoltre, progettato in tempi di economia florida, il LAC entra in attività in tempi di crisi. Se, in ambito museale e musicale non dovrebbero esserci troppi dubbi in quanto la città ha una tradizione di grandi mostre e l’Orchestra della Svizzera italiana è una realtà consolidata, con ricche stagioni concertistiche di prestigio, il grande cambiamento dovrebbe riguardare il teatro, perché LuganoInScena, che assicura ogni anno la stagione di prosa cittadina, da teatro principalmente ospitante di compagnie internazionali diventa anche teatro di produzione.
Il direttore artistico Carmelo Rifici (fresco di nomina pure come direttore della Scuola del Piccolo Teatro di Milano per il biennio 2016-‘17) quest’anno si è assicurato due partner di tutto rispetto come coproduttori: il Piccolo di Milano e Teatro Sociale di Bellinzona. Saranno tre le produzioni proprie, a partire – in ordine di rilevanza – dalla prima internazionale del Gabbiano di Cechov (5-6-8 novembre), con la regia dello stesso Rifici e con interpreti Giovanni Crippa, Fausto Russo Alesi, Maria Pilar Perez Aspa accanto ad attori del territorio; scene di Margherita Palli, ticinese di origine e che per la prima volta lavora in una produzione del suo cantone d’origine. Lo spettacolo sarà in seguito in tournée (Milano compresa). Altra produzione propria: Non ogni notte la luna (18-19-20 settembre), tratto dalla biografia e da testi di Cechov, di e con Antonio Ballerio. Terza proposta: Attraverso lo specchio, di e con la regia di Marcello Chiarenza (sei repliche gratuite in settembre, di cui tre destinate alle scuole, nell’ambito dei festeggiamenti per l’inaugurazione).
In coproduzione con la Radiotelevisione Svizzera sarà proposto il musical Teen Dante – Farei parlando innamorar la gente (1-2 ottobre), ideato, scritto e diretto da Mariella Zanetti, dedicato in chiave contemporanea alla Vita Nuova dell’Alighieri, con 15 giovani attori e 11 musicisti in scena.
Venendo ora agli spettacoli in abbonamento della stagione (quelli fuori abbonamento saranno annunciati in seguito), Rifici propone dodici titoli, ognuno con due serate. Si comincerà con Ivanov di Cechov (17-18 ottobre) per la regia di Filippo Dini; apripista del Gabbiano autoprodotto menzionato sopra. Seguiranno: La cattivissima (Epopea di Toni Sartana) di e con la regia di Natalino Balasso, produzione Teatro Stabile del Veneto (23-24 novembre); Molière: la recita di Versailles, con Paolo Rossi e la regia di Giampiero Solari (1-2 dicembre); Il prezzo di Arthur Miller, della Compagnia di Umberto Orsini, che sarà in scena con Massimo Popolizio (anche regista), Alvia Reale, Elia Schilton (12-13 dicembre); Una pura formalità, liberamente tratto dal film di Tornatore, versione teatrale e regia di Glauco Mauri, che sarà protagonista con Roberto Sturno (4-5 febbraio 2016); Il vizio dell’arte di Alan Bennett, produzione dell’Elfo con gli storici protagonisti Ferdinando Bruni, Elio De Capitani, Ida Marinelli (15-16 febbraio); Il berretto a sonagli di Pirandello, adattamento, regia e protagonista Valter Malosti (23-24 febbraio); 7 minuti di Stefano Massini, regia di Alessandro Gassmann, in scena Ottavia Piccolo e un cast tutto femminile (8-9 marzo); La morte di Danton di Georg Büchner, regia di Mario Martone, con Giuseppe Battiston (15-16 marzo); Non ti pago di Eduardo De Filippo, regista e protagonista Luca De Filippo (23-24 marzo); Una giornata particolare, tratto dal film di Ettore Scola, con Giulio Scarpati e Valeria Solarino impegnati nella sfida a distanza con i leggendari interpreti della pellicola, Sophia Loren e Marcello Mastroianni (19-20 aprile). Solo per gli abbonati e a prezzi di favore, vengono aggiunti due titoli: Peperoni difficili, nuovo testo di Rosario Lisma, produzione del Teatro Franco Parenti (14-15 novembre 2015) e un sempreverde come Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni (24-25 maggio 2016), nella regia di Strehler, con Ferruccio Soleri.
Come si vede, una stagione (il pubblico luganese degli abbonati è esigente sulla qualità e piuttosto conservatore nei gusti) che innova con cautela giostrando tra classici, modernità e contemporaneo, lancia un ponte tra cinema e teatro e va sul sicuro di grandi nomi della prosa. Gli altri spettatori potranno sbizzarrirsi a scegliere nel cartellone fuori abbonamento, non ancora pubblicato.
Aggiornamenti del programma della stagione si potranno consultare su:
www.luganoinscena.ch
Affacciato sulla Lombardia e sulla Svizzera interna, ecco il LAC, polivalente struttura d’arte, musica e spettacolo
17 Giugno 2015 by