Al limitar dell’estate, il neo direttore Claudio Longhi presenta l’estiva del Piccolo. E un anno dedicato a Giorgio Strehler

MILANO, martedì 15 giugno Presso il Teatro Grassi, in via Rovello, tra il porticato del Chiostro Nina Vinchi, quasi gremito di pubblico e operatori, pur tra mascherine e distanziamenti pandemici, ieri è stata presentata l’estiva teatrale del Piccolo Teatro, che da qui, si estenderà via via in una serie di appuntamenti disseminati nei diversi Municipi di Milano.
Il cartellone, per chi rimarrà in città, offrirà due intensi blocchi programmatici:

Nel Chiostro, dal 21 giugno al 29 settembre, (e, inoltre, Teatro Strehler, Teatro Studio Melato, Teatro Grassi): “Ogni volta unica la fine del mondo”, affidato alla triade artistica Marta Cuscunà, autrice e performer di teatro visuale, Marco D’Agostin, performer e coreografo, e l’ensemble teatrale “lacasadargilla”;

E dal 15 giugno al 26 settembre (Chiostro Nina Vinchi,Teatro Grassi, Municipi di Milano), in un decentramento dal centro a tutta la città, “Incursioni/Escursioni”, affidate a Davide Enia con i suoi “Madrigali di rivolta”, a Stefano Massini con “Not(t)e a piè di pagina”, e a Marco Paolini con “Antenati e altre storie”, che vedrà la partecipazione, a Cascina Merlata, di Telmo Pievani.

Il neo direttore del Piccolo, Claudio Longhi, in una presentazione incisiva, tenera e commossa, ha scritto, tra l’altro:
Dopo la seconda ondata pandemica, il confinamento, il peso straziante delle perdite, le angustie per il domani e la volontà di rimettersi in gioco, la paura, il desiderio, la rabbia, l’impotenza, il limitar dell’estate porta con sé, insieme alle speranze della campagna vaccinale e alla certezza di riscatto, una voglia di rigenerazione, di altrove, di aria, di libertà. In un frenetico carosello di ombrellini e ombrelloni e bastoni da passeggio, papaveri lampeggianti dal rosso smagliante e morbida polvere, scricchi di cicale e treni dei desideri in fuga all’impazzata, è da queste considerazioni che ha preso le mosse la progettazione dell’estate del Piccolo Teatro di Milano: dall’esatta consapevolezza della necessità di esserci (in un momento così particolare per la vita della nostra comunità) e di starci in sicurezza (per assecondare la prepotente esigenza di condivisione di queste settimane senza peraltro disperdere i vantaggi faticosamente costruiti nei mesi scorsi nella lotta contro il virus), così come dal bisogno di ascoltare, o quanto meno di tentare di interpretare le urgenze e le aspettative del momento (riconoscendole e cogliendone lo spirito, senza arrendervisi in maniera prona), dando al tempo stesso risposte a questioni che, volenti o nolenti, la pandemia ha consegnato al nostro teatro, quali: che relazioni si danno, oggi, tra spazio aperto e spazio chiuso? E ancora: se il teatro è specchio di una città, come il teatro può abitare le “città-in-cambiamento” di questo difficile torno di tempo così strano e sospeso?…”

Claudio Longhi è quindi entrato nel merito di questo suo primo importante – ed entusiasmante – impegno alla direzione del Piccolo, dopo Strehler, Ronconi ed Escobar, illustrando e presentando il suo articolato ma distinto programma di appuntamenti, scanditi essenzialmente in tre tempi o movimenti.

In un primo movimento – posto significativamente sotto il titolo: “Ogni volta unica la fine del mondo”, in omaggio a Derrida – si è scelto di ragionare insieme, a partire dal teatro e dalle sue irriducibili specificità, sul problema, oggi cruciale, della “sostenibilità”. “Una sorta di piccolo manifesto pratico-teorico, questa rassegna Ogni volta unica la fine del mondo – manifesto da realizzare, poi, nel concreto farsi di nuovi spettacoli. O un laboratorio/palestra, se si preferisce, per saggiare linguaggi e attrezzarsi alle sfide che ci attendono domani.”

In un secondo movimento:  Incursioni/Escursioni”.  Vuole invece essere una stella polare, «un invito ecumenico a fare del palcoscenico il luogo deputato al riunirsi della comunità nel suo complesso, la formula «teatro d’arte per tutti», coniata da Paolo Grassi e Giorgio Strehler per perimetrare la propria idea di teatro, porta in sé, infatti, con ogni evidenza, un preciso progetto “politico” di relazione teatro/città.

Ma c’è un terzo, importantissimo movimento. «In ultimo, a mo’ di esergo della prossima stagione, proprio nell’estate che vede ricorrere il centesimo anniversario dei natali di Giorgio Strehler (nato a Barcola, Trieste, il 14 agosto 1921), un terzo movimento non poteva non essere dedicato a celebrare la memoria del grande regista – una memoria non sterilmente fine a se stessa, ma capace di confrontarsi con il presente, dandogli forza e sostanza.»

Il progetto “Strehler 100” si estenderà su tutta la prossima stagione, dal 14 agosto 2021 al 14 agosto 2022.

Infine, i ringraziamenti e i riconoscimenti con i quali Claudio Longhi ha voluto dare un segno ufficiale di gratitudine e di fiducia a quanti sono stati vicini a lui e al Piccolo in questo periodo di angosce e restrizioni, ricordando anche le prossime e tangibili collaborazioni che andranno a completare la programmazione estiva degli spazi del Piccolo Teatro di Milano, cioè Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e AGIS Lombarda, che continuerà il dialogo con “NEXT – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo”, così come proseguirà il confronto con il Festival “Tramedautore” promosso da “Οὔτις – Centro Nazionale  di  Drammaturgia  Contemporanea”  e  con  “MiX  –  Festival Internazionale  di  Cinema LGBTQ+ e Cultura Queer”. E, nel quadro delle celebrazioni del centenario dantesco, la collaborazione per il prossimo settembre con la “Società del Quartetto di Milano”.

(p.a.p.)

Per il programma dettagliato e per ogni altra informazione:
www.piccoloteatro.org