VENEZIA, domenica 30 agosto ●
(di Marisa Marzelli) Che cosa attenderci dalla 72ma Mostra del cinema di Venezia (2-12 settembre)? Difficile dirlo perché ogni Festival è in costante evoluzione; in marcia verso la sperata formula magica per distinguersi nettamente dagli altri, diventare unico e irrinunciabile. Ma ci si deve muovere in un mondo del cinema dove oggi prevalgono le contaminazioni, non più solo tra fiction e documentario ma anche tra estetiche diverse (i videoartisti avanzano), incombono crisi produttive e distrazione del pubblico, che al grande schermo delle sale preferisce il consumo di storie sul computer, magari sul cellulare.
Nella “complessità del cinema contemporaneo”, dove si muove il direttore artistico Alberto Barbera, per il quarto anno di fila alla guida della manifestazione, bisogna tener conto anche delle strategie di tanti concorrenti, gli altri Festival blasonati. Il Lido non è più la vetrina privilegiata di settembre, Toronto incalza con la sua sterminata offerta internazionale (e certe regole vanno in pezzi: per esempio, Remember di Atom Egoyan è in concorso sia a Venezia che al Festival canadese, segno che il concetto di anteprime del cinema mondiale si restringe ai singoli continenti).
Per due anni consecutivi Venezia ha puntato su una strategia dimostratasi vincente: il film d’apertura (nel 2013 Gravity di Alfonso Cuaron, che quest’anno in Laguna è presidente della giuria internazionale; nel 2014 Birdman di Alejandro Gonzales Iñarritu) ha poi fatto il pieno di Oscar, accrescendo indirettamente il prestigio della Mostra veneziana. Quest’anno vedremo. Il film inaugurale (fuori concorso) è Everest, dell’islandese Baltasar Kormakur, con all’attivo buoni successi e con la reputazione di autore molto interessante di nuova generazione. Imponente il cast (Josh Brolin, Jason Clarke, Keira Knightley, Robin Wright, John Hawkes, Jake Gyllenhaal, Sam Worthington, Emily Watson). È la storia, basata su fatti reali, di due spedizioni in vetta che nel 1996 si conclusero tragicamente per alcuni scalatori.
Scorrendo l’elenco dei film in concorso, cinque sono americani ed eterogenei tra loro. Heart of a Dog di Laurie Anderson è un’opera sperimentale con musica firmata dalla regista; Equals è del beniamino del cinema indie Drake Doremus; Beast of Nation è firmato da quel Cary Fukunaga diventato famoso come regista della prima stagione della stralodata serie tv True Detective; Anomalisa è un’animazione in stop motion del geniale sceneggiatore (Essere John Malkovich) e regista Charlie Kaufman; in The Danish Girl (in coproduzione con la Gran Bretagna) di Tom Hooper, il premio Oscar di quest’anno Eddie Redmayne (La teoria del tutto) interpreta il pittore danese Einar Wegener, agli inizi del ‘900 uno dei primi ad effettuare un cambio di sesso.
Gli italiani in gara sono quattro, ma questo non significa che la produzione nazionale goda nell’insieme di buona salute. Piuttosto, singoli autori si danno da fare trovando coproduzioni internazionali: si va dal vecchio maestro Marco Bellocchio con Sangue del mio sangue (coproduzione tra Italia, Francia e Svizzera) a Luca Guadagnino, che in Italia non se l’è filato nessuno neppure dopo il consenso internazionale ottenuto da Io sono l’amore, con la coproduzione italo-francese A Bigger Splash, libero remake del thriller francese La piscina, interpretato dalla sua musa Tilda Swinton; dall’esordiente Piero Messina con L’attesa (coproduzione italo-francese) a Giuseppe M. Gaudino con Per amor vostro (pure coproduzione italo-francese). Tra gli altri autori in corsa per il Leone d’oro registi affermati come il già citato Egoyan, l’israeliano Amos Gitai (Rabin, the Last Day), il polacco Jerzy Skolimowsky (11 minuti), il russo Aleksandr Sokurov, che dopo L’arca russa, omaggio girato tutto in piano sequenza sul museo dell’Ermitage, ci riprova con il Louvre, senza dimenticare il videoartista cinese Zhao Liang (Behemoth, documentario).
Fuori concorso si nota subito che sono più numerosi i documentari dei film di fiction. Anche questo un interessante trend del cinema attuale. Unito alla costatazione che spesso anche la fiction si premura di sottolineare come i fatti narrati siano tratti da una storia vera, fa pensare che il concetto stesso di immaginario in quanto libero esercizio della fantasia sia un po’ in ribasso e delegato quasi esclusivamente ai blockbuster popcorn con supereroi.
Tra i fuori concorso c’era grande attesa per il cortometraggio di Martin Scorsese The Audition, (che avrebbe potuto portare al Lido qualcuno degli interpreti: Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e Robert De Niro), ma all’ultimo momento la Biennale ha annunciato che, “a causa di inattesi problemi tecnici, non ci sarà il cortometraggio di Martin Scorsese”.
Sarebbe impietoso elencare i film importanti che non saranno a Venezia ma sceglieranno altri lidi, perché la scelta di debuttare ad un Festival invece che a un altro dipende da molti fattori, il più delle volte di natura commerciale, cioè il mercato che più sta a cuore alle produzioni. Ma solo per ribadire che anche la storica Mostra veneziana ormai fa quel che può, saranno a Toronto (10-20 settembre) insieme a tanti altri titoli, Sopravvissuto di Ridley Scott, con Matt Damon; Where To Invade Next di Michael Moore (il più politico dei registi USA riflette sulla guerra infinita del suo Paese e l’avere sempre un nemico da combattere); Stronewall di Roland Emmerich; The Program, un biopic sul ciclista Lance Armstrong dell’inglese Stephen Frears; ad aprire il Festival sarà Demolition dell’acclamato regista canadese Jean-Marc Vallée (tre Oscar per Dallas Buyers Club) con Jake Gyllenhaal e Naomi Watts. In Spagna, andranno al Festival di San Sebastian High-Rise di Ben Wheatley, tratto da un romanzo di fantascienza di Ballard, interpretato da Tom Hiddleston, e Sunset Song di Terence Davies. Infine, Robert Zemeckis sarà al New York Film Festival con The Walk, sull’impresa del funambolo Philippe Petit, che nel 1974 passeggiò tra le due Torri Gemelle sospeso ad un cavo d’acciaio; il protagonista è Joseph Gordon-Levitt.
Al via la Mostra del Cinema. Ma dovrà fare i conti con tanti altri Festival blasonati. Aprirà (fuori concorso) “Everest”
30 Agosto 2015 by