Alla Fondazione Luigi Magnani, le stupende opere pittoriche dei grandi di ieri e di oggi in un prezioso volume celebrativo

MAMIANO DI TRAVERSETOLO (Parma), venerdì 20 aprile – Capolavori di celeberrimi maestri antichi e contemporanei, testimoni della grande storia d’Europa, fan parte del ricco patrimonio della Fondazione Luigi Magnani. Non sarebbe sprecato, con la bella stagione, un viaggio, di entusiasmante interesse artistico, a Mamiano di Traversetolo, per visitare una mostra forse unica nel suo genere. Basterebbe un solo quadro, uno dei ritratti di corte più affascinanti di tutta la storia della pittura, La famiglia dell’infante don Luis (1783-1784), di Francisco Goya, a giustificare un viaggio.
Ma eccezionali sono anche le tre Madonne col Bambino di Filippo Lippi, Albrecht Dürer, Domenico Beccafumi, dipinte a cinquant’anni l’una dall’altra.
E poi altre opere imperdibili di Carpaccio, il Ghirlandaio, il Rubens, il Van Dyck, i Tiepolo, il Füssli, ma unici sono Stimmate di San Francesco di Gentile da Fabriano, opera rarissima, e l’indimenticabile Sacra conversazione di Tiziano (1513).
E le sculture: Tersicore di Antonio Canova, con due figure femminili di Lorenzo Bartolini e coi più recenti Leoncillo e Manzù.
Per il nucleo contemporaneo sono presenti cinquanta opere di Giorgio Morandi. Altro pittore emiliano presente nella collezione è Filippo de Pisis, con un gruppo di dipinti della maturità, intensi e drammatici. Tra le altre opere di artisti italiani una Danseuse futurista di Gino Severini, una piazza metafisica di Giorgio de Chirico e alcuni lavori di Renato Guttuso. Notevole anche il Sacco di Alberto Burri del 1954, che Magnani considerava il proprio baluardo avanguardistico.
Fra i non italiani, Cézanne è rappresentato da un olio con Bagnanti e da cinque acquarelli contraddistinti da un’incredibile trasparenza dei colori; splendide poi sono le opere di Renoir, Matisse, de Staël, Fautrier, Hartung, oltre a un incantevole Monet raffigurante un paesaggio marino della Normandia, emblematico della sperimentazione degli impressionisti sulle infinite variazioni dei colori sottoposti ai mutamenti della luce.

Francisco de Goya y Lucientes, “La famiglia dell’infante don Luis”, 1783-84, olio su tela.

Luigi Magnani, dopo un lungo soggiorno romano dedicato all’insegnamento, si era ritirato nella sua Villa di Mamiano di Traversetolo, in quiete operosa, fra non molti amici e le amate opere d’arte, tutte scelte con lenta e infallibile cura. Sublimi frammenti della vicenda umana, raccolti fino alla morte, avvenuta nel 1984 a settantotto anni. Magnani fu scrittore, saggista, storico dell’arte, compositore, critico musicale e, con le sue ricerche e i suoi scritti su Beethoven, Proust, Stendhal, Morandi, seppe, come pochi, ricongiungere le ragioni del sentimento e dell’intelletto.
Il percorso della Fondazione, ora presieduta da Giancarlo Forestieri, era stato avviato con l’istituzione da parte di Magnani nel 1977, nell’esplicito disegno di destinare i suoi tesori d’arte al godimento di tutti, nel ricordo dei propri genitori; proseguì nel 1978 con il riconoscimento da parte dello Stato italiano e con l’apertura al pubblico della Villa divenuta sede museale nell’aprile 1990.

A quarant’anni dall’istituzione e dal riconoscimento della Fondazione viene pubblicato il volume “Fondazione Magnani-Rocca. La Villa dei Capolavori” (Silvana Editoriale), a cura di Stefano Roffi direttore scientifico della Fondazione stessa. Molte delle schede delle opere sono elaborate da un giovanissimo Vittorio Sgarbi per Magnani nel 1984, altre derivano dall’edizione del catalogo generale del 2001; nel nuovo volume numerosi sono gli aggiornamenti per novità di studi, in particolare per il grande dipinto di Goya La famiglia dell’infante don Luis, e le aggiunte di schede di nuove opere, dallo stesso Goya a Matisse fino a Manzù. A dipinti, sculture e lavori grafici si uniscono arredi e oggetti, prevalentemente di gusto Impero, che Magnani volle come contesto ideale della propria raccolta. I testi introduttivi di storici dell’arte – quali Lucia Fornari Schianchi, Andrea Emiliani e lo stesso Vittorio Sgarbi – che hanno conosciuto e frequentato Magnani, possono evocarne la figura non solo attraverso le opere che ha raccolto ma anche attraverso ricordi di vita vissuta; a questi contributi si affianca quello di Stefano Roffi sulla ricerca e sul lascito del Fondatore. Insieme agli interventi di Carlo Mambriani sulla storia della dimora e del giardino, e di Mauro Carrera sulla preziosa biblioteca di Magnani, al racconto biografico, frutto di studi d’archivio, e a un ricco apparato iconografico, si viene così a realizzare un vero e proprio “libro” della Fondazione Magnani-Rocca.

Fondazione Magnani-Rocca. Via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma) – Informazioni e prenotazioni gruppi: Tel. 0521 848327 / 848148

www.magnanirocca.it