(di Marisa Marzelli) – Il 76° Festival di Locarno (2-12 agosto) non è ancora iniziato e già gli organizzatori sono alle prese con inedite difficoltà. Il continuato sciopero americano degli attori SAG-AFTRA ha colpito anche la manifestazione sulla sponda svizzera del Lago Maggiore. Infatti, l’attore inglese emergente e rapper Riz Ahmed, di origini pachistane, che già la sera inaugurale doveva ricevere l’Excellence Award, ha dato forfait in segno di solidarietà con gli scioperanti. E quindi non presenzierà alla prima mondiale sul grande schermo all’aperto di Piazza Grande del cortometraggio Dammi, in cui recita diretto dall’autore francese Yann Mounir Demange.
Lo sperimentale Dammi, che comunque sarà proiettato, è incentrato sui temi dell’emigrazione e dell’identità. Nel cast anche Isabelle Adjani, che sarà invece al Festival. E la defezione di Riz Ahmed (messosi in luce sia con film indipendenti che con produzioni ad alto budget con titoli quali The Road to Guantanamo di Winterbottom, Il fondamentalista riluttante di Mira Nair, Rogue One: A Star Wars Story, Venom e Lo sciacallo) non sarà l’unica: anche l’attore svedese Stellan Skarsgard, al quale il Festival ha tributato il Leopard Club Award, rinuncerà al premio in segno di solidarietà con lo sciopero, ma a Locarno sarà comunque presente in occasione della proiezione fuori concorso del suo nuovo film What Remains, senza però incontrare e dialogare con il pubblico.
Lo sciopero degli attori statunitensi riguarderà anche il film Theater Camp (Piazza Grande) di Nick Lieberman. Il regista ci sarà ma non la co-regista e attrice Molly Gordon ed altri interpreti.
Intanto il Festival fa sapere che sta lavorando per scongiurare l’assenza della diva Cate Blanchett invitata dell’ultima sera, in veste di produttrice esecutiva, per promuovere il titolo di chiusura Shayda, film d’esordio della regista iraniano-australiana Noora Niasari.
Per ora non sono annunciate altre defezioni, in ogni caso tutti i film in cartellone, con o senza i loro interpreti, verranno proiettati. In questo senso, il Festival è messo meglio della Mostra di Venezia, dove è stato necessario sostituire il titolo d’apertura Challengers di Luca Guadagnino perché, proprio a causa degli scioperi, la casa produttrice ha ritirato il film.
Mentre lo storico presidente Marco Solari, dopo oltre un ventennio, lascerà a fine Festival e verrà sostituito dalla mecenate Maja Hoffmann, fondatrice e presidente della Fondazione LUMA, uno dei maggiori progetti privati europei in ambito culturale (oltre che presidente dello Swiss Institute New York, della Fondation Vincent Van Gogh Arles e coinvolta in altri importanti progetti europei e statunitensi), il direttore artistico del Festival Giona Nazzaro, al terzo anno di mandato, ha confezionato un programma che in dieci giorni proporrà 214 film.
In Piazza Grande, capace di accogliere sino a 8.000 spettatori ogni sera, saranno proiettati 17 titoli, comprendenti da 9 prime mondiali a classici come il restaurato La Paloma di Daniel Schmid e La città delle donne di Fellini. Attesissimi in questa sezione due film provenienti dal Festival di Cannes: il vincitore della Palma d’oro Anatomie d’une chute e The Old Oak di Ken Loach, da anni beniamino del pubblico locarnese. Due i titoli italiani in programma: La bella estate di Laura Luchetti con Deva Cassel (figlia di Monica Bellucci e Vincent Cassel) e Non sono quello che sono – The Tragedy of Othello di W. Shakespeare, di e con Edoardo Leo.
Nei 17 titoli del Concorso internazionale spiccano dal surrealismo del filippino Lav Diaz con Verità essenziali del lago all’umorismo sarcastico del rumeno Radu Jude con Non aspettarti troppo dalla fine del mondo; dalla Teheran minacciosa della Zona critica di Ali Ahmadzadeh (secondo la stampa specializzata USA ci sarebbero state pressioni delle autorità iraniane per ritirare il film dal Festival) a Yannick del prolifico regista francese Quentin Dupieux.
Sono 8 su 15 le registe donne della sezione Cineasti del Presente, sezione riservata ad opere prime e seconde, mentre i Pardi di domani presentano cortometraggi internazionali, svizzeri e il Concorso Corti d’autore, per un totale di 40 opere. Fuori concorso, accanto all’ultimo film di Paul Vecchiali, le opere più recenti di Barbet Schroeder, Leonardo Di Costanzo e altri. Focus della Retrospettiva sul cinema messicano tra gli anni ’40 e ’60. A fare da corollario, altre sezioni, convegni, tavole rotonde.
Tra gli ospiti del Festival, l’attore francese Lambert Wilson è il presidente della giuria del Concorso internazionale; il regista statunitense Harmony Korine riceverà il Pardo d’onore e il regista Tsai Ming-liang il Lifetime Achievement. Premi anche al montatore italiano Pietro Scalia, al regista Luc Jacquet, alla produttrice Marianne Slot e a Renzo Rossellini.
Per tutte le informazioni:
www.locarnofestival.ch