Pubblicato il 20 giugno 2014
(di Carla Maria Casanova) Fanno veramente tutte così? Incominciamo a precisare: semmai “così fan tutti”, nel senso di uomini e donne. Anche qui, è da vedere. Basti pensare alla sfrontatezza de “la donna è mobile” del Duca di Mantova (senti chi parla!) in Rigoletto. Comunque sia, se un’opera buffa (la quale non fa per niente ridere, come quasi nessuna opera buffa) dura quanto il wagneriano Anello del Nibelungo, la faccenda incomincia a diventare terribilmente seria. “Così fan tutte”, penultima opera del cartellone scaligero 2013-14, andata in scena ieri sera, è una di queste. Durata: 3 ore e 45 minuti.
Premesso che le opere buffe hanno il potere di irritarmi prodigiosamente (come già si era capito), “Così fan tutte” non è un’opera buffa. Lorenzo da Ponte, il librettista, ha ben specificato “dramma giocoso in due atti”. Ma non ci intendiamo nemmeno sul giocoso. Mozart non ha mai scritto musica “giocosa”. La musica (certa musica) di Mozart è, tutt’al più, lieve. Musica giocosa, anzi dichiaratamente buffa, è quella di Rossini, che conduce subito al sorriso, quando non al riso.
Purtroppo c’è sempre il deterrente di quelle storie cretine, dove uomini e donne si travestono ostinatamente con i panni dell’altro sesso, e nessuno se ne accorge, nemmeno gli amanti interessati che dovrebbero avere quel minimo di sensibilità… Allora, per far ridere con queste imbecillaggini, occorre un allestimento ad hoc: certi ambienti, certi costumi, certe acconciature esasperate, quando non becere, portano effettivamente al riso, alla farsa. Non tutti ne sono capaci.
L’allestimento del “ Così fan tutte” di cui sopra, (regìa Claus Guth, scene Christian Schmidt, costumi Anna Sofie Tuma) è serissimo. Bello, per carità. Un bell’interno di casa attuale, tutta bianca, su tre piani, ben articolata. Nel secondo atto si apre su un attraente giardino pieno di piante. I vestiti sono anni Cinquanta, come va tanto di moda adesso in teatro.
Niente che susciti la benché minima ilarità.
Allora, per far ridere (ma che bisogno c’è?) il regista impone a quei poveri diavoli di cantanti, acrobazie da circo, piroette, salti mortali. Si continua a non ridere.
Il cast è esiguo, come si sa: 6 cantanti. Sono bravi, anche se sul piano vocale ci sarebbe di meglio. Due fan parte delle conoscenze scaligere: Michele Pertusi (don Alfonso, sempre irreprensibile) e Rolando Villazòn (Ferrando, qua e là un po’ asprigno). Gli altri: Maria Bengtsson (Fiordiligi, una fata bionda alla quale si perdona l’aria “Siccome scoglio” un po’ approssimativa), Katia Dragoievic (Dorabella), Serena Malfi (Despina), Adam Placetka (Guglielmo).
Dirige Daniel Barenboim. Che sia lui ad aver fatto durare il “Così” un quarto d’ora più del solito? Oppure è stato per ottemperare le esigenze di certi cantanti?
Il pubblico ha molto applaudito, con qualche buu. Era in platea anche il neo eletto nuovo soprintendente Alexander Pereira. Tra quelli che applaudivano of course.
“Così fan tutte” di Mozart. Teatro alla Scala – Milano – Undici repliche: 21, 24, 27, 30, giugno, 3, 5, 8,11, 14, 16, 18 luglio.
www.teatroallascala.org
Alla Scala “Così fan tutte” di Mozart: opera buffa? Sarà! E dura quanto un’opera di Wagner: 3 ore e 45
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