(di Andrea Bisicchia) Che cos’è la magia? Generalmente si risponde che essa appartiene alla sfera del soprannaturale, del mistero con tutte le sue declinazioni: alchimia, teurgia, esoterismo, occulto. Nell’antichità, dopo il pensiero magico, si sviluppò il pensiero religioso, due sfere opposte che, col passare del tempo, andavano sempre più riducendo le differenze, tanto da essere ritenute due pseudo scienze prima dell’avvento dei presocratici che, essendo dei sapienti, scelsero di abbandonare le credenze mitiche e religiose, per dare una risposta razionale, sia dei fenomeni della Natura, sia delle origini dell’uomo sulla terra.
Giulio Guidorizzi, in “La trama segreta del mondo. La magia nell’antichità”, edito dal Mulino, sostiene che parlare di magia sostanzialmente voglia dire parlare di Storia della magia, del come si manifestò, non solo nelle società tribali, ma anche in quelle più evolute, quando la magia costringeva l’occulto a piegarsi dinanzi al potere del mago, a differenza delle religioni che non si piegavano perché supplicavano le forze divine. L’autore, che insegna Letteratura greca e Antropologia del mondo antico all’Università di Torino, nei primi capitoli pone le basi teoriche della sua ricerca, basandosi sugli studi di alcuni autori classici dell’antropologia le cui ricerche sono ben note, da Malinowski a Frazer, a Mauss, a De Martino, a Lévy Bruhl, per i quali la magia non era altro che un sistema di credenze che si caratterizzavano per l’alto contenuto emotivo.
Per Guidorizzi, che ritengo un acuto antichista, la magia è, in primo luogo, “Il teatro della magia”, ovvero una imitazione capace di creare la realtà non visibile, perché trasferita in uno spazio alquanto lontano. L’invisibile diventa, pertanto, il luogo dove si muovono le divinità, gli angeli, gli spiriti dei morti, oltre che maghi, sciamani, esorcisti, guaritori, purificatori, ma è anche un moltiplicatore di poteri, di corrispondenze, di cause ed effetti, di nessi, di legami.
A differenza dell’uomo religioso che agisce sull’anima, il mago agisce sul corpo, sulla sua energia segreta, oltre che sugli oggetti bagnati dal sangue sacrificale, sui quali venivano fatti dei giuramenti, con conseguenti punizioni, nel caso in cui non si riuscisse a mantenerli, anche perché simili oggetti venivano considerati “materia sacra”, come testimonia il libro omonimo di Ugo Fabietti, Cortina 2014, mezzi per esercitare un rito che, a sua volta, avrebbe reso concreta la religione, benché gli elementi materiali delle religioni non fossero dei semplici corredi, bensì forme di legami con le divinità. Proprio di “legami” parla anche Guidorizzi in alcuni capitoli del libro, dopo essersi soffermato sulla magia delle origini, quella dei Cureti, dei Telchini e di altri stregoni, indovini, veggenti, profeti come gli Iamidi o incantatori come i Dattili Idei, per non parlare dei Coribanti che possedevano la facoltà di generare e di far cessare la follia degli uomini. I “legami” cui allude l’autore sono quelli di Ermes, di Afrodite, di Circe, di Medea, di Deianira, legami che si ottenevano con fatture e filtri d’amore.
Guidorizzi passa in rassegna tanti esempi presi dai poemi omerici, dalle tragedie greche, ma anche dai primi mitografi , come Evemero, Apollodoro, Igino, e dai primi filosofi classici per far conoscere al lettore le trame segrete del mondo, quando le forze occulte andavano in cerca di una loro verità all’interno della realtà sociale e in quella del soprannaturale, in particolare nella dimensione onirica, essendo il sogno veicolo di viaggi immaginari che, in molti casi, si scoprivano essere anche reali.
Giulio Guidorizzi, “La trama segreta del mondo. La magia nell’antichità”. Il Mulino, 2015, p.242, euro 16.