Milano celebra Dino Campana nel centenario della pubblicazione dei “Canti Orfici”

Al poeta Dino Campana, nel centenario della pubblicazione dei “Canti Orfici”, sarà dedicato il primo appuntamento dell’anno, nell’ambito della rassegna letteraria “Area P”, in programma a Palazzo Marino (Aula consiliare), domenica 12 gennaio, alle ore 10.30, con ingresso gratuito. Francesco Fiorista, medico e poeta, accompagnerà il pubblico nella conoscenza dei “Canti Orfici” e di Dino Campana, cui ha dedicato alcuni dei sui versi nella raccolta “Rime Dovute”, avvalendosi anche della straordinaria interpretazione fatta, alcuni anni fa, da Carmelo Bene.
Sono ben note le vicende umane del “matto”di Marradi, rinchiuso nel manicomio di Castel Pulci dal 1918 e ivi morto dopo 14 anni di reclusione. Meno note, forse, le vicende relative alla pubblicazione dei “Canti Orfici”, dapprima consegnati a Soffici e Papini, che smarrirono il manoscritto, e poi affidati al tipografo Bruno Bavagli di Marradi, che li pubblicò in una tiratura limitata nel luglio 1914. Si tratta, in ogni caso, di una delle più importanti produzioni poetiche del novecento italiano, forse paragonabili solo a “Ossi di seppia” di Eugenio Montale.
I “Canti Orfici” sono un’opera intrisa di poesia e di prose poetiche, che necessitano di un’assidua rivisitazione per coglierne la ricchezza, la modernità e la profondità.”Area P. Milano incontra la poesia” è un’iniziativa promossa dalla Presidenza del Consiglio comunale e dall’assessorato alla Cultura del Comune di Milano: poeti, editori e attori dedicano un’ora alla poesia, una domenica al mese, leggendo componimenti in versi, interpretando un autore o una scelta di brani.
Area P proseguirà somenica 9 febbraio con il poeta e musicista Davide Gualtieri, che presenterà i versi di poeti dell’Azerbaigian, da lui tradotti, e il 16 marzo con Lella Costa che interpreterà poesie di donne.

Il Piccolo Principe di Saint-Exupéry, diventato vecchio, si ritrova in un ospizio dove vive la sua dolce follia

Milano. Pietro Traldi, Vincenzo Occhionero e Manuela De Meo in una scena di “Il Vecchio Principe”, in scena all’Elfo Puccini

Milano. Pietro Traldi, Vincenzo Occhionero e Manuela De Meo in una scena di “Il Vecchio Principe”, in scena all’Elfo Puccini


(di Paolo A. Paganini) “Il Vecchio Principe…”, di Manuela De Meio, Vincenzo Occhionero e Pietro Traldi, che ne sono anche gli interpreti, porta un sottotitolo, “… e le sue avventure nel corridoio di un ospizio”, con un’altra piccola, ma importante, aggiunta, che sa di spiegazione o di giustificazione: “Primo studio sulla terza età”. Che sia il primo ci auguriamo che lo rimanga. Che sia uno studio accettiamolo per buono. E come tale lo tratteremo. In un’ora scarsa, con la regia di César Brie, che si dà molto da fare per trovare un filo conduttore, e qualche volta ci riesce, “Il Vecchio Principe” vuole essere una trasposizione in chiave senile del “Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry, il quale, come ormai tutti sanno, racconta la storia d’un bimbo dolce e strano, fuggito da un piccolissimo pianeta, per evadere dalla possessività di una rosa, di cui era innamorato. Dopo aver attraversato altri pianeti, arriva sulla Terra. Nel suo viaggio, questo Piccolo Principe, ha incontrato alcuni personaggi, che gli sembrano davvero stravaganti: un beone, un uomo d’affari, un vanitoso, un lampionaio… Intanto, nel deserto in cui è giunto, trovandocisi a suo agio, incontra un aviatore, che, per un guasto al motore, ha fatto un atterraggio di fortuna e che diventa il narratore di tutta la storia… Basta, fermiamoci qua.
Allora, immaginiamo che il Piccolo Principe sia diventato il Vecchio Principe, il quale, anziché giungere nel deserto, si ritrova in un ospizio per vecchi, che sempre di deserto si tratta. Qui, anziché il pilota, incontra un infermiere, che con il Veccho stabilisce un singolare rapporto d’amicizia. Con pietoso affetto, l’infermiere racconta le allucinate storie di quella vetusta mente, forse già toccata dall’Alzheimer. La trasposizione dei personaggi del celebre racconto per ragazzi si fa sempre più palese: c’è un nipote ubriacone, una nipote manager fanatica del cellulare, il primario-vantone, il lampionaio, diventato un nevrotico che accende e spegne in continuazione le luci. E c’è anche l’adorata rosa, in sembianze di fascinose rotondità muliebri, profumo consolatorio di giovinezza… Il Piccolo Principe, divorato dal desiderio di ritornare sul suo piccolo pianeta e rivedere la sua adorata, svanisce nella notte dopo aver consolato l’amico aviatore. Ed anche il Vecchio ora se ne andrà nel suo sudario di morte, dopo aver consolato l’amico infermiere.
Narrata sulla scena con leggerezza e ironia, a parte due/tre chiari riferimenti con il testo originale, l’operazione, per eccesso di concisità, ha perso via via una più coerente e approfondita connotazione, che sarebbe servita o a recuperare il piacere della lettura di Saint-Exupéry o a strutturarsi in un’operina drammaturgicamente autonoma. Né l’una né l’altra. Rimane la giustificata spiegazione di “studio sulla terza età”. E rimane una recitazione onesta e generosa, applaudita anche in singole performance teatrali. E, ancora, rimane, tutto sommato, un allestimento povero ma gradevole, con un pubblico, alla fine, calorosamente entusiasta.

“Il Vecchio Principe”, studio sulla terza età, da Antoine de Saint-Exupéry, al Teatro Elfo Puccini, Sala Fassbinder, Corso Buenos Aires 33, Milano. Repliche fino a domenica 12

La schizofrenica settimana teatrale milanese dopo le Feste: dieci prime in cinque giorni

Milano. Massimo Dapporto protagonista di “Otello” di Shakespeare, al Teatro Carcano (foto Raffaella Cavalieri)

Milano. Massimo Dapporto protagonista di “Otello” di Shakespeare, al Teatro Carcano (foto Raffaella Cavalieri)

(di P.A.P.) Le lunghe permanenze delle Compagnie teatrali in poche ed elette sale teatrali sono ormai un caro ricordo. Già ne parlammo. Questione di costi, di compagini ridotte all’osso, di un pubblico che forse non garantirebbe una lunga continuità di cassetta. Ma ecco un’ulteriore conferma. Nella settimana dal 6 all’11 gennaio già sono previsti dieci debutti (se non se ne aggiungeranno degli altri). Quattro non reggeranno più di cinque/sette giorni; tre non tireranno più di una decina di giorni; e solo tre punteranno alle tre/quattro settimane. Ma, a parte queste pignolesche contabilità, confidiamo, con sereno ottimismo, che la qualità degli spettacoli sia sempre, senza cedimenti, al massimo della qualità, del divertimento e dell’impegno culturale. Con questo spirito, agli amici teatranti e agli appassionati di teatro auguriamo di cuore un felice 2014.
Lunedì 6 gennaio
Elfo Puccini (sala Fassbinder), IL VECCHIO PRINCIPE (ispirato a “Il piccolo Principe”), con Manuela De Meo, Vincenzo Occhionero, Pietro Traldi; regia di César Brie. Fino a domenica 12.
Elfo Puccini (sala Bausch) per la rassegna Nuove Storie: SHITZ – PANE, AMORE E… SALAME, regia di Filippo Renda, con la compagnia milanese Idiot Savant/Ludwig. Fino a domenica 12.
Martedì 7
Teatro Franco Parenti (Sala Grande): L’ORIGINE DEL MONDO, spettacolo in 3 quadri, con Daria Deflorian, Federica Santoro e Daniela Piperno; scritto e diretto da Lucia Calamaro. Fino a sabato 11.  
Franco Parenti (Sala 3), DUE PASSI SONO, regia, testi ed interpretazione Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi; scene e costumi Cinzia Muscolino. Fino a domenica 19.
Mercoledì 8
Piccolo Teatro Grassi: IL PANTANO, di Domenico Pugliares, regia di Renato Sarti; con Gianfranco Berardi, Daniele Timpano e Cecilia Vecchio. Fino a domenica 12.
Carcano: OTELLO di William Shakespeare con Massimo Dapporto e Maurizio Donadoni. Regia di Nanni Garella. Fino a domenica 19
Franco Parenti (Sala AcomeA);  IL SOCCOMBENTE (ovvero “Il mistero Glenn Gould”), di Thomas Bernhard, riduzione dall’omonimo romanzo di Ruggero Cappuccio; con Roberto Herlitzka e Marina Sorrenti. Regia Nadia Baldi. Fino a domenica 19.
Giovedì 9
Manzoni: IL BELL’ANTONIO, da Vitaliano Brancati, riduzione teatrale di Antonia Brancati e Simona Celi, con Andrea Giordana, Giancarlo Zanetti, Elena Calligari, Simona Celi, Michele De Marchi, Natale Russo, Alessandro Romano, Giorgia Visani, Luchino Giordana (nel ruolo di Antonio). Regia di Giancarlo Sepe. Fino a domenica 26.
Teatro Menotti: LO ZOO DI VETRO, di Tennessee Williams, traduzione di Gerardo Guerrieri, con Milvia Marigliano, Monica Piseddu, Arturo Cirillo, Edoardo Ribatto. Regia Arturo Cirillo. Fino a domenica 26.
Venerdì 10
Puccini (sala Shakespeare)
MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE, di Arthur Miller, diretto e interpretato da Elio De Capitani, con Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei. Fino a domenica 2 febbraio.

Che fine ha fatto la Luna? A Francesca Paganini e Tiziana Confalonieri il compito di risolvere il mistero

La luna è scomparsa! Eppure non ci sono nuvole. E lei dovrebbe essere lì, bella e visibile nel cielo sereno. E invece sembra sparita nel nulla. Perché? Dopo tante poesie e canzoni, che l’uomo le ha da sempre dedicato, la luna ha capito che l’uomo è stato così irresponsabile da mettere ormai a repentaglio la stessa sopravvivenza di tutta l’umanità. Ora, la situazione è disperata. Mancano solo tre giorni prima che finisca la vita sulla terra. Ma la luna caritatevole decide di andare in aiuto dell’umanità e salvarla dalla distruzione, purché riesca a trovare anche una sola persona che dimostri la volontà di cambiare… Questa storia ecologica, spettacolo per ragazzi sull’ambiente, dal titolo “Una scala verso il cielo”, con Francesca Paganini e Tiziana Confalonieri, con la regia di Vittorio Vaccaro, sarà in scena sabato 11 gennaio, alle 16.30, al Teatro Litta, con il patrocinio di Legambiente

“Una scala verso il cielo”, con Francesca Paganini, Tiziana Confalonieri, regia Vittorio Vaccaro, scena, costumi e musiche originali di Maurizio Pini. Al Teatro Litta, Corso Magenta 24, Milano