AMBURGO, lunedì 25 gennaio ►(di Emanuela Dini) Ad Amburgo sono sicuri, sarà la più bella del mondo: “Die schönste der Welt”. La nuova Filarmonica “Die Elbphilharmonie”, l’avveniristico teatro che svetta sul porto fluviale, visibile a decine di chilometri di distanza e che cambierà per sempre la skyline della città anseatica è quasi pronta e sarà inaugurata tra poco meno di un anno, l’11 gennaio 2017.
Dieci anni di lavori – la prima pietra venne posata il 2 aprile 2007 – un cantiere gigantesco in mezzo ai canali del porto, un budget iniziale di 348 milioni di euro, lievitati a 865, un progetto spettacolare che coniuga il rigore e la concretezza con lo spirito artistico e l’afflato musicale, un edificio pensato per rispecchiare gli elementi tipici della città, terra, aria, acqua, e che non si limiterà a ospitare uno dei più grandi teatri del mondo (2100 posti a sedere), ma offrirà molto di più.
Spazi polifunzionali, diverse sale da concerto, sale prove, un museo musicale interattivo, sale per musica sperimentale, un albergo con 250 camere, centro congressi e centro benessere, appartamenti di lusso e una piazza di 4.400 metri quadrati, a 37 metri d’altezza, affacciata sul fiume e con una passeggiata tutt’attorno per godersi il fantastico panorama del porto e della città.
Il progetto
Il teatro sorge sull’Elba, il fiume che attraversa Amburgo e ospita il secondo porto più importante d’Europa (dopo Rotterdam), nel quartiere degli ex magazzini portuali, la Speicherstadt. Ex magazzini di tè, caffè, cacao, granaglie… edifici alti e stretti in mattoni rossi e tetti a gradoni che – tutti ristrutturati con un recupero rigoroso – ora ospitano musei, studi, atelier d’arte ma anche ristoranti, uffici, banche.
Il teatro è lì, alla confluenza tra un canale e il fiume, maestoso come una nave, prua al vento e pronta a solcare l’oceano, lo si vede da ogni angolo del porto, sembra emergere dai flutti e spiegare le vele.
Mattoni e vetro
Solidità e leggerezza, terra e aria, mattoni e vetro e un tetto a onde… il teatro si “appoggia” su quello che era un magazzino di tè, cacao e tabacco. In mattoni, ovviamente. Che sono rimasti. Fuori. Dentro, è stato tutto sventrato e trasformato in un parcheggio di 7 piani per oltre 500 vetture. Eccolo, l’elemento “terra” e un omaggio alla solida tradizione mercantile della città: dove una volta si stoccavano i sacchi di juta che arrivavano da oltreoceano, adesso si stoccano utilitarie, autobus e Suv.
Poi si sale, con una scala mobile lunga 82 metri, e si arriva in “piazza”, che è foyer, arena, luogo di incontri e di passaggio aperta a tutti i cittadini (anche a quelli che a teatro non ci andranno mai) con una passeggiata a quasi 40 metri d’altezza, e un colpo d’occhio mozzafiato sulle gru e i container del porto.
Ancora più su, ecco innalzarsi la gigantesca struttura in vetro, che ospita il teatro, ma non solo.
Vetro, trasparenza, luce, vento. È l’elemento “aria”, il soffio dell’arte e della vita, il vento che ad Amburgo non manca mai, attraversa i canali e increspa le onde.
Luce e trasparenze intrise di altissima tecnologia: perché gli oltre 16.500 metri quadrati di tetto e pareti sono ricoperti da oltre 2.200 pannelli di vetro che sono un capolavoro di ingegneria. La maggior parte dei pannelli (5 metri di larghezza per 3 di altezza) sono stati modellati separatamente con precisione millimetrica a una temperatura di 600° C, quindi contrassegnati con piccole particelle di basalto grigio riflettente per impedire il riscaldamento dovuto alla luce solare, e per creare allo stesso tempo un particolare effetto scintillante.
E poi il tetto, a onde, l’elemento “acqua”, l’acqua del fiume e del mare che è lì, a un passo, ha segnato e continua a segnare la storia economica e commerciale di Amburgo, con un traffico di navi e cargo ininterrotto e le sirene di buon viaggio non appena prendono il mare aperto.
La sala a “terrazze”
E se la struttura esterna è all’insegna dell’innovazione, anche l’interno del teatro presenta non poche sorprese. A partire dal foyer, dove ci si arriva in scala mobile, per arrivare alla “Großen Saal”, la Sala Grande da 2100 posti, dove il direttore e l’orchestra sono al centro e il pubblico tutt’intorno, in una sistemazione a “terrazze” che i progettisti amano paragonare ai terrazzamenti di un vigneto. Da ogni posizione la visuale e l’acustica sono perfette e l’esperienza musicale diventa quasi intima, a stretto contatto con l’orchestra. Gli esperimenti per calibrare alla perfezione l’acustica sono andati avanti per anni sotto la guida del giapponese Yasuhisha Toyota, che ha realizzato un modellino in scala della sala del teatro, sistemando dei pupazzetti in feltro (gli spettatori) e cambiandone di volta in volta numero e posizione per testare e calibrare al meglio l’acustica in relazione a un repertorio di musica classica.
Conto alla rovescia
I lavori sono quasi finiti, la struttura esterna dell’edificio è completata, le sale interne, pure. Ora è il momento delle prove e dei collaudi, che saranno minuziosi. I tedeschi, si sa, sono precisi e si son dati quasi sei mesi di “rodaggio” in cui mettere a punto ogni minimo particolare. L’orchestra sta già provando, sotto la guida di Thomas Hengelbrock, direttore della NDR Sinfonieorchester. Inizia il conto alla rovescia e poi… und stoßen wir darauf an!… che la festa cominci!
Informazioni
www.elbphilharmonie.de