(di Marisa Marzelli) I Quattro Cavalieri sono tornati con i loro strabilianti giochi di prestigio. A conferma che è nato, forse più per opportunità economica che per scelta programmata, un nuovo franchise. I maghi del Crimine (in originale Now You See Me), dove i maghi in questione sono illusionisti e prestigiatori, uscì nel 2013 e, costato 75 milioni di dollari, incassò nel mondo 351 milioni. Era un bella commedia, brillante, energetica, contaminata col thriller leggero e dall’ambientazione insolita. La tentazione di fare un sequel era inevitabile. Ma, squadra vincente si può modificare, soprattutto pensando di allargare all’Asia il mercato distributivo.
I maghi del crimine 2 non è più diretto dal francese Louis Leterrier ma è stato affidato a Jon M. Chu, regista e coreografo americano di origine cinese. Rinforzato il cast stellare, che conferma Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, David Franco (fratello minore del più noto James), Mark Ruffalo, i grandi vecchi Morgan Freeman e Michael Caine e aggiunge Daniel Radcliffe. Scelta non casuale quest’ultima, dato che in un mondo di maghi ci sta bene l’interprete di Harry Potter. Altro mago dietro le quinte è David Copperfield in veste di produttore, che di sicuro qualche trucco l’avrà insegnato ad attori e scenografi.
Non è necessario conoscere gli antefatti (però se si è visto il film precedente ci si diverte di più) perché non è la consequenzialità della trama l’elemento determinante. Anzi, la logica narrativa è debole, o piuttosto non è ritenuta fondamentale. Come nello spettacolare cinema d’azione di Hong Kong (da John Woo a Johnnie To) la bellezza formale e il movimento di una scena, come in un balletto stilizzato, prevalgono sul contenuto e il film richiede allo spettatore un’assoluta fede nella sospensione dell’incredulità. E qui ci sono almeno due sequenze “magiche” in tal senso: una (molto elaborata) dove, per rubare un microchip da un caveau blindato, i protagonisti se lo passano e lo nascondono con un elaborato lancio e scambio di carte da gioco e un’altra in cui, con un numero da prestigiatore, Eisenberg ferma la pioggia.
In un tour velocissimo e colorato dagli Stati Uniti a Macao (ancora la Cina), a Londra, i Quattro Cavalieri, acclamati dal pubblico, mettono in scena il loro show per sfuggire all’FBI (che ci fa la figura degli inseguitori da cartoon), regolare i conti con i nemici e fare giustizia di una multinazionale intenzionata a spiare ogni tipo di dati digitali. Su tutto domina un divertimento elegante, fatto di continui scambi tra realtà e illusione, trucchi e depistaggio visivo (e cos’è il cinema, come il gioco di prestigio, se non questo?). I Quattro Cavalieri (Eisenberg, Harrelson, Franco e la new entry Lizzy Caplan, che ha sostituito Isla Fisher del primo episodio), sono truffatori baldanzosi, ladri di sogni, ma tanto simpatici e coinvolgenti.
Altri temi ricorrenti, il rapporto genitori-figli e il doppio: il film si apre con la morte, anni prima, del padre di Ruffalo, che era un famoso illusionista alla Houdini (vittima di un incidente sul lavoro), mentre il figlio è il leader dei maghi ma come copertura fa l’agente federale. E ancora, Radcliffe è figlio del magnate Michael Caine, del quale condivide i maneggi vendicativi verso Ruffalo e i Cavalieri, invece Harrelson ha un fratello gemello cattivo (notevole la sua performance nel doppio ruolo).
Non bisogna cadere nella trappola di attribuire al film intenti realistici né tanto meno di denuncia degli squilibri della società odierna. È solo un piacevole intrattenimento di sapiente abilità registica, valorizzazione delle locations, ritmo sostenuto e musica adeguata. Anche svelare alcuni dei trucchi fa parte del gioco. Affiatato il cast, dove nessuno si prende troppo sul serio; il più distratto appare Mark Ruffalo, non particolarmente impegnato, dopo l’ottima prova in Spotlight (Oscar 2016 come miglior film e sceneggiatura originale) che però non gli ha fatto vincere la statuetta, alla quale era candidato come non protagonista. Certo, si è perso lo stupore suscitato dalla novità del primo film, ma si è guadagnato in amalgama dell’insieme. E il finale aperto preannuncia già il terzo episodio, che per ora dovrebbe di nuovo essere affidato alla regia di Jon M. Chu.
Bellezza formale e trucchi stupefacenti. E su tutto domina il divertimento, con questi Quattro Cavalieri, ladri di sogni
9 Giugno 2016 by