(di Marisa Marzelli) Cosa fanno in casa gli animali domestici durante la giornata, quando i padroni vanno al lavoro?
Svelare come per magia la vita segreta (questo è anche il titolo originale del film: The secret Life of Pets) di forme di vita diverse dalla nostra non è un’idea inedita, basti pensare alle fiabe classiche, ad esempio Il soldatino di stagno di Andersen. O alla saga cinematografica d’animazione della PixarToy Story. Alla quale Pets sembra rifarsi nell’impostazione e nei rapporti tra i personaggi, qui animali domestici, là giocattoli.
Pets sviluppa il concetto per un pubblico della prima infanzia, ma con un occhio di riguardo anche per gli spettatori adulti, quando prende bonariamente in giro mode e manie o leggende metropolitane di New York, dove si svolge il plot.
Il film giunge nelle sale italiane (dopo l’anteprima fuori competizione all’ultima Mostra di Venezia) con un certo ritardo rispetto alla programmazione internazionale, che lo annovera tra i campioni d’incasso della stagione. E la produzione ha già messo in cantiere il sequel.
Nell’affollato mondo dell’animazione americana (di altissima qualità) Pets è un lavoro della Illumination Entertainment, casa di produzione fondata da Christopher Meledandri nel 2007 e realizzatrice dei grandi successi Cattivissimo Me1 e 2 e Minions. Il regista è lo stesso della doppietta Cattivissimo Me, Chris Renaud.
Popolato da un’incredibile varietà di animali digitali, Pets ha come protagonista Max, un cagnolino adorato dalla giovane padrona Katie. Vive in un palazzo dove è amico di tanti altri animali del vicinato. Ma la vita si complica quando Katie porta a casa Duke, un enorme cane peloso preso al canile. Duke è ingombrante e prepotente e Max non lo sopporta. Cercando di liberarsene, i due finiscono in strada e vengono presi dagli accalappiacani. In loro soccorso si lanciano gli altri animali del palazzo: cani, gatti, criceti, un uccellino, un topo che vive nelle intercapedini dei muri, un falcone che vive incappucciato sul tetto e compagnia varia. Ma i pelosetti domestici e ben educati si scontrano con una banda di randagi, capitanati da un coniglio sociopatico, e finiscono tutti nelle fognature. Spalleggiati da tartarughe, un maiale tatuato, coccodrilli e serpenti, perché le leggende metropolitane di New York pullulano di alligatori nelle fogne. Da inizialmente antagonisti, tutti gli animali delle due bande diventeranno alleati per far fronte ai nemici comuni e per tornare a casa (chi ce l’ha) in tempo per scodinzolare come niente fosse al ritorno dei rispettivi padroni.
Le scene d’azione sono migliori dell’approfondimento psicologico di questi animali antropomorfi che vivono in un loro mondo di relazioni sociali ignote agli umani.
Gran ritmo e velocità, continue gag, inseguimenti come nello spirito dei vecchi cartoon, citazioni di film famosi – d’animazione e no – e ottimo movimento visivo, diviso tra scalate e cadute dai grattacieli (con azione in verticale) ed esplorazione del sottosuolo fognario (in orizzontale). Con inquadrature esaltate da un uso intelligente del 3D. Non eccezionale, invece, il doppiaggio italiano.
Da guardare con attenzione è il corto Mower Minions che precede il film. Anche qui, come ci ha abituato la Pixar, un gioiellino di cortometraggio umoristico, dedicato ai pasticcioni Minions, gli esserini gialli in salopette e dal linguaggio incomprensibile che hanno fatto la fortuna della Illumination Entertainment e ne sono diventati il marchio.
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6 Ottobre 2016 by