(di Andrea Bisicchia) Bisogna essere grati all’Editore Adelphi per aver dato alle stampe quasi tutti i testi di Guido Ceronetti (1927-2018), oltre che i libri da lui curati: “Il cantico dei cantici”, “Il libro dei salmi”, “Il libro del profeta Isaia”, “Il libro di Giobbe”, il “Qohélet”.
Lo conobbi in occasione della messinscena, al Pier Lombardo, proprio del Qohélet (1988), con Franco Parenti e Lucilla Morlacchi. Andammo parecchie volte a pranzo, si fa per dire, dato che mangiava pochissimo e possibilmente biologico. Notavo la sua fragilità che, credo, fosse la sua vera forza. Sempre al Pier lombardo, Guido era venuto con il “Teatro dei Sensibili”, un teatro nato per dare gioia ai piccoli e ai grandi, con le sue marionette ideofore, alle quali “l’attore sensibile”, infonde il movimento dei fili sottilissimi. Rimanemmo amici e sono contento di possedere una fitta corrispondenza.
Nella collana della “Piccola Biblioteca”, Adelphi ha appena pubblicato: “La rivoluzione sconosciuta”, una scelta di testi che Ceronetti così presenta: «Il Teatro dei Sensibili, nel presentare la Mostra-Spettacolo della Rivoluzione sconosciuta… intorno a quel mistero della Storia che fu il 1789 e sulle sue propaggini materiali e occulte, da allora ai nostri giorni, pone in epigrafe un pensiero di Celine: “Tutto quello che è interessante avviene all’ombra. Nulla si sa della autentica storia degli uomini”».
Il volume contiene brevi testi di scrittori, filosofi, saggisti, drammaturghi, i cui argomenti riguardano il loro atteggiamento nei confronti della rivoluzione. C’era chi la affrontava ironicamente (Parini), chi romanticamente (Alfieri), chi oniricamente (Bataille), chi riflettendo (Burke), chi arrabbiandosi (Stendhal), chi politicamente (Chamfort) chi rivendicava la libertà di pensiero (Fichte). Dalle scelte fatte da Ceronetti, viene fuori il suo enciclopedismo, contraddistinto da letture, da indagini critici, da adesioni o contrapposizioni al pensiero altrui, dimostrando come “La fragilità del pensiero” o “Per non dimenticare la memoria”, titoli di altri due volumetti, siano sempre presenti nel suo ragionamento.
Per Ceronetti, come per Leopardi (Zibaldone, 1820), la ragione è incompatibile con la vita, così come la filosofia è incompatibile con l’azione politica, tanto da scrivere: “Tutti i mali del secolo sono stati fatti esclusivamente da errori della mente. I più testardi sono stati i più scellerati”. Gli errori sono la fonte del Male, a tal proposito Ceronetti cita un pensiero di Piovene: “Il male si ha quando comincia la sensazione di bassezza, la nostra, arida e senza correttivo. È una morte spirituale che conduce alla morte fisica”.
Non mancano le Profezie estratte dalle “Centurie” di Nostradamus che, in una lettera a Enrico II di Francia del 1557, riferendosi alla sua monarchia scrive: “… e questa monarchia durerà fino all’anno 1792 che apparirà come rigenerazione del mondo”.
Ceronetti credeva a Nostradamus, come non credergli dopo questo vaticinio?
Guido Ceronetti, “La rivoluzione sconosciuta”, Adelphi 2019, pp 88, euro 12.