Giovedì 16 aprile ●
(di Marisa Marzelli) Circola aria nuova al 68° Festival di Cannes (13-24 maggio). Non solo – ma in parte sì – perché è la prima edizione presieduta dal 69.enne Pierre Lescure (giornalista e uomo d’affari) che succede al leggendario Gilles Jacob (delegato generale dal 1977 a dagli anni 2000 presidente sino alla scorsa edizione). Jacob ha segnato il Festival per quasi quarant’anni, pilotandone gli splendori e il prestigio ma finendo in qualche modo per imbalsamarlo. Ormai, in concorso c’erano più o meno sempre i soliti nomi – che erano e sono i registi più prestigiosi del cinema – ed era sempre rimandato il rinnovamento.
Il programma della nuova edizione (la composizione della giuria internazionale non è ancora nota, ma si sa che verrà presieduta dai fratelli Coen), presentato dal delegato generale Thierry Frémaux, non è ancora completo; lo sarà nei prossimi giorni. 17 i film in concorso, che potrebbero salire a 20.
Ben nutrita, come sempre la presenza nazionale, con quattro titoli. Si tratta di Dheepan di Jacques Audiard, Marguerite e Julien di Valérie Donzelli, La loi du marché di Stéphane Brizé e Mon Roi di Maïwenn.
A sorprendere è invece la ricca rappresentanza italiana, con tre opere. C’è Nanni Moretti (amatissimo dai cinefili francesi e già Palma d’oro nel 2001 per La stanza del figlio) col suo nuovo Mia madre, Matteo Garrone con Il racconto dei racconti e il Premio Oscar Paolo Sorrentino con La giovinezza (una coproduzione a cui partecipa anche la Svizzera con la zurighese C-Films e la RSI), interpretato da Michael Caine, Harvey Keitel, Jane Fonda, Rachel Weisz, il giovane attore in ascesa Paul Dano e in parte girato nel canton Grigioni.
Tra gli altri europei si segnalano l’opera prima Saul Fia dell’ungherese Laszlo Nemes e The Lobster del greco Yorgos Lanthimos, considerato il padre della New Wave ellenica.
Gli statunitensi in gara sono Gus Van Sant con The Sea of Trees (nel cast Matthew McConaughey, Ken Watanabe e Naomi Watts) e Todd Haynes con Carol, interpretato da Cate Blanchett.
Di tutto rispetto anche la filmografia del canadese Denis Villeneuve (La donna che canta, Prisoners) in concorso con Sicario, un crime interpretato da Emily Blunt, Benicio del Toro e Josh Brolin.
Tra gli asiatici, torna il maestro Hou Hsiao Hsien, già capofila della Nouvelle Vague di Taiwan, con The Assassin; inoltre; Moutains May Depart del cinese Jia Zhang-Ke e Our Little Sister del giapponese Hirokazu Kore-Eda.
Di tutto rispetto, come sempre, il Fuori concorso, comprendente tra l’altro il film d’apertura francese La tête haute della regista Emmanuelle Bercot, interpretato da Catherine Deneuve e Benoît Magimel; il più recente cartoon Pixar Inside Out; il nuovo Woody Allen di Irrational Man (con Joaquin Phoenix ed Emma Stone); Mad Max: Fury Road (il regista George Miller ha riesumato la saga post apocalittica di Mad Max, con nuovi protagonisti Tom Hardy e Charlize Theron); l’altro film d’animazione, tratto dal capolavoro di Saint-Exupéry e targato DreamWorks, Il piccolo principe di Mark Osborne.
Nelle proiezioni speciali da segnalare Oka del maliano Souleymane Cissé, Amnesia di Barbet Schroeder, con Marthe Keller e Bruno Ganz, e A Tale of Love and Darkness, opera prima da regista dell’attrice Nathalie Portman.
Tra le proiezioni di mezzanotte il documentario Amy del regista indiano Asif Kapadia sulla cantante scomparsa Amy Winehouse.
Mancano ancora vari titoli del cartellone di Un Certain Regard ma la giuria della seconda sezione più prestigiosa della rassegna cannense sarà presieduta da Isabella Rossellini, mentre il manifesto del Festival è dedicato a sua madre Ingrid Bergman, nel centenario della nascita.
Cannes si rinnova. A Gilles Jacob succede Pierre Lescure. E l’Italia sorprende con un tris: Moretti, Garrone e Sorrentino
16 Aprile 2015 by