(di Andrea Bisicchia) – Negli anni Sessanta-Settanta del Novecento furono pubblicati alcuni libri importanti sul desiderio, sull’erotismo, sulla perversione sessuale, sulla seduzione, sul feticismo, sul carattere simbolico, oltre che immaginario, del rapporto sessuale. Gli autori erano Sandor Lorand, Michael Balint, Lacan, Bataille, Marcuse. Tutti, in fondo, partivano dai “Tre contributi sulla teoria sessuale” (1905) di Freud che ebbe in Bataille un continuatore e in Lacan un vero sovvertitore.
Nel 1991, Bauman pubblicò “Gli usi postmoderni del sesso”, rivendicandone la funzione culturale, sostenendo, nel frattempo, che amore, erotismo e sesso non siano mondi collegabili.
Massimo Recalcati, nel suo ultimo libro “Esiste il rapporto sessuale?”, edito da Cortina, parte proprio da Lacan, per il quale tale rapporto non esiste, perché la sua inesistenza scaturirebbe dalla eterogeneità che contraddistingue il godimento fallico, ben diverso da quello femminile. In fondo Lacan sosteneva che l’identità sessuale non fosse da ricercare nell’anatomia, bensì in un ordine simbolico, distinguendo tra sessualità genitale e sessuazione, intesa come sessualità associata al linguaggio. Sempre per Lacan, l’uomo è sottomesso alla castrazione, il che vuol dire che si confronta con un “godimento negativo”, perché il godimento sessuale non genera alcuna unificazione, anzi non permette il rapporto sessuale.
Massimo Recalcati cerca di spiegarci perché tale rapporto non esista e perché Lacan sia convinto della impossibilità a rapportare i due godimenti, proprio a causa della loro eterogeneità. La ricerca di Recalcati non si esaurisce, certamente, nel commentare “l’aforisma” di Lacan, visto che spazia su una molteplicità di argomenti che vanno dal diritto al godimento sessuale, al rapporto tra libido e linguaggio, tra pulsione e desiderio, tra godimento maschile e godimento femminile, senza tralasciare il godimento perverso, rimodellando l’argomento che fu oggetto di studio nel 1959, nel volume “Perversioni sessuali” pubblicato da Feltrinelli, con prefazione di Cesare Musatti, quando i perversi erano considerati degli esseri mostruosi.
Recalcati ritiene il percorso del desiderio alquanto labirintico, nel senso che non procede senza inciampi e che non può beneficiare dell’istinto che appartiene al mondo animale e, quindi, alle leggi di natura e non essendo, l’istinto, guidato da nessun “fantasma”, ovvero dall’inconscio, del quale è vittima il desiderio sessuale, le cui declinazioni, che sono molteplici, coinvolgono la nevrosi, la libido, il perturbante, la perversità, tutte impegnate a non seguire un “canone” , quello che apparteneva alla sessualità binaria, non essendo più la sola a essere praticata, dato che i corpi sessuali iper-moderni sembrano moltiplicarsi.
Quale dovrà, pertanto, essere il comportamento della psicoanalisi nei confronti di questa molteplicità, in cui non c’è più in gioco una sessualità legata alla anatomia, ma a una scelta soggettiva, a volte conscia, a volte inconscia? Il sesso, in una società che non prevede una forma di libertà, non può essere rimosso, perché più lo interdici, più lo rendi attraente, e più alimenti il diritto al godimento senza alcuna inibizione.
Nel volume, il lettore troverà le dichiarazioni di alcuni nevrotici in cura da Recalcati, ma troverà anche alcune esemplificazioni, dovute alle analisi che l’autore fa di film come “Manhattan” di Woody Allen, “Casanova” di Fellini e della commedia di Tirso da Molina “Don Giovanni”, tre esemplari di come possa essere utilizzato il sesso, quello impietoso e inquieto del protagonista del film di Allen, quello prevalentemente seduttivo di Casanova che utilizza il suo corpo come un ingranaggio erotico, senza alcuna partecipazione affettiva, e, infine, quello passionale e predatorio di Don Giovanni, emblema, per ritornare a Lacan, di un uomo capace di far sentire le donne finalmente amate e godute.
Massimo Recalcati, “Esiste il rapporto sessuale? – Desiderio, amore e godimento”; Raffaello Cortina Editore 2021, pp. 200, € 14.