Chailly e la Scala dedicano la prima de “La fanciulla del West” a Gianandrea Gavazzeni, scomparso vent’anni fa

gavazzeniMILANO, giovedì 4 febbraio – Gianandrea Gavazzeni si spegneva a Bergamo vent’anni fa, il 5 febbraio 1996. Era nato a Bergamo nel 1909.
Gavazzeni studiò all’Accademia di Santa Cecilia a Roma e al Conservatorio di Milano, frequentando le classi di composizione di Ildebrando Pizzetti. Decisivo fu l’incontro con Arturo Toscanini: il cui rapporto proseguirà fino alla morte di questi.
Il Teatro alla Scala e il Direttore Principale Riccardo Chailly, insieme con l’Orchestra, con il Coro e con tutto il Teatro, hanno deciso di ricordarlo dedicandogli la prima rappresentazione della nuova produzione de La fanciulla del West che andrà in scena il prossimo 3 maggio con la regia di Robert Carsen.
La figura di Gianandrea Gavazzeni – ha dichiarato Riccardo Chailly – svolge un ruolo nella storia della Scala: fu continuatore di una tradizione che affonda le radici nel rapporto diretto con Toscanini e i grandi del primo Novecento, e difensore curioso e colto del repertorio italiano. Voglio menzionare in particolare l’impegno convinto a favore delle opere di Puccini. Se il suo ultimo titolo pucciniano fu La bohème, occorre ricordare almeno il Trittico e la sua interpretazione de La fanciulla del West nel 1964 con Gigliola Frazzoni, Franco Corelli e Giangiacomo Guelfi.”
È nota infatti la militanza pucciniana di Gavazzeni anche in anni in cui il compositore di Lucca godeva di poca considerazione presso parte della critica e del mondo musicale più legato alle avanguardie. Gavazzeni dirige la sua prima Tosca alla Scala nel 1948 (ne seguiranno numerose altre, nel 1958 e 59 con la Tebaldi), Manon nel 1957 con Di Stefano e Petrella, Butterfly nel 1958 con la Frazzoni in alternanza alla Jurinac e nel 1963 con la Scotto, e nel 1959 un Trittico dal cast leggendario in cui campeggiano Bastianini e la Petrella, la Jurinac, Gobbi, Raimondi e la Scotto; non saranno da meno quelli del 1962 e del 1983. I ricordi pucciniani degli ultimi anni di Gavazzeni sono legati alla riscoperta de La rondine e a un’indimenticabile serie di recite de La bohème nel 1994 con Mirella Freni e Roberto Alagna.