(di Andrea Bisicchia) La scienza psicoanalitica sta vivendo una ricca stagione, sia a livello erudito, che a livello divulgativo. Al teatro Strehler, lo spettacolo di Stefano Massini “Freud o l’interpretazione dei sogni” con la regia di Federico Tiezzi, si recita con tutto esaurito e con la partecipazione di un pubblico giovanile che ha così modo di accostarsi al padre della psicanalisi.
Nella collana “Il Tridente”, a cura di Eva Pattis Zoia e Carla Stoppa, sono stati pubblicati oltre 50 saggi che esplorano il mondo della psiche, con esempi tratti direttamente dalla “clinica”, ma anche da opere narrative e teatrali, perché anche i personaggi della finzione sono, spesso, più veri di quelli della realtà.
Letizia Oddo, psicoanalista junghiana, attratta anche dal pensiero di James Hillman, nel suo nuovo studio “L’inconscio fra reale e virtuale. Dopo Jung. Visioni della comunicazione informatica”, Moretti & Vitali, ha scelto di indagare la dinamica psichica che si costruisce e si esprime nel mondo della tecnologia informatica, oltre che della comunicazione virtuale, alla ricerca di un nuovo ordine di realtà che ha sempre più a che fare con l’artificiale.
Il volume, preceduto dalla prefazione di Giuseppe Longo, è suddiviso in sei capitoli, dove vengono esaminate le “ombre digitali” che non son molto diverse dalle “ombre” di junghiana memoria, che accompagnano l’essere umano e che ne minano, non solo l’identità, ma anche la psiche. Sono quelle ombre che, nella scissione psichica, vanno moltiplicandosi sino a rendere sempre più problematico ciò che si muove nel nostro mondo interiore. L’autrice sa bene come le nevrosi siano un fenomeno legato al tempo storico e come diventi sempre più necessario interrogare non solo l’inconscio individuale, ma anche quello collettivo, più legato al rapporto tra psicoterapia e scenario sociale, oltre che politico.
Il disorientamento dell’uomo moderno è anche conseguenza del periodo storico, tanto che i disturbi della mente sono, molte volte, proporzionali agli eventi culturali e alla loro dipendenza delle scoperte tecnologiche. Quello che interessa a Letizia Oddo è il rapporto che si è instaurato tra attività psichica e approccio informatico che genera, a sua volta, nuove dipendenze e nuove possessioni, tanto che la comunicazione web-mediatica tende a trasformarsi, sul piano dell’inconscio, in un “processo di incorporazione dove la realtà esterna entra tutta dentro, creando una dimensione fusionale, priva di confini, potentemente pervasiva”.
La pretesa totalizzante delle tecnologie, come è noto, è stata teorizzata da Emanuele Severino, il quale sostiene che la potenza della tecnica dipenda dalla capacità di sopravvivere e di difendersi da tutto ciò che le minaccia. Letizia Oddo ritiene che la minaccia alla psiche sia dovuta al prevalere della tecnologia informatica che può dare vita ad organismi sempre più ibridati e artificiali.
Letizia Oddo, “L’inconscio fra reale e virtuale. Dopo Jung. Visioni della comunicazione informatica”. Moretti & Vitali 2018, pp 232, € 22.