Cinema Manzoni, e allora addio per sempre. E il teatro? C’è tempo. Ancora cinque anni (dicono)

collage manzoniMILANO, martedì 2 settembre
(di Paolo A. Paganini) Nessuno in coscienza s’era fatto illusioni sulla sopravvivenza del Cinema Manzoni, una delle più grandi ed eleganti sale cinematografiche milanesi, inaugurata nel 1950, tra scalinate stucchi dipinti drappi e velluti, con quel bellissimo basilicale ingresso, dominato da sculture di Francesco Messina e Pericle Fazzini, e da affreschi di Ghino Bagatti, Achille Funi eccetera. Un’opera dal sapore neoclassico, orgoglio architettonico ed artistico della Milano del dopoguerra. Ma quando mai l’arte, la cultura l’hanno avuta vinta sul marketing? È Milano bellezza.
Collocato, in gemellaggio col teatro omonimo, a pochi passi da Piazza Cavour (dove imperava, più di vent’anni fa, il glorioso Palazzo dei Giornali, finito, morto anch’esso, per lasciare il posto ad altre iniziative commerciali). Ed ora, in Via Manzoni 42, il cinema, chiuso dal 2006, ha avuto il suo ufficiale de profundis, anche se, per il momento, mancano le necessarie autorizzazioni. Ritardi burocratici, nient’altro. Ma tutti hanno fretta, anche in vista dell’Expo e della possibilità di vendere ed affittare a prezzi profumati gli spazi commerciali.
Il non trascurabile spazio (quasi diecimila metri quadrati), compresa l’elegante galleria commerciale di passaggio, nel contesto urbanistico del Quadrilatero della moda, sarà destinato a negozi, scale mobili, boutiques ed ulteriori templi dell’abbigliamento (tre griffe in gara), un po’ com’è avvenuto, in Piazza XXV Aprile, all’ex Teatro Smeraldo.
“Sarà un ennesimo spaccio della moda”, denunciano i residenti della zona, che già hanno raccolto qualche migliaio di firme per chiedere maggiori tutele a Palazzo Marino. La speranza è sempre l’ultima a morire.
E del sotterraneo Teatro Manzoni, dedicato a Renato Simoni (mille posti, consacrato ai massimi nomi della prosa italiana dal 1950 ad oggi) che ne sarà? Nel progetto presentato al Comune, ed ancora in fase istruttoria, i responsabili s’impegnano di preservare lo spazio teatrale “per almeno cinque anni”!
E così, nel frattempo, e sperando che un nuovo “miracolo a Milano” ridia fiducia e ottimismo allo sconforto di una città in declino che in questi ultimi anni ha perso tanti tòcchi (facciamo finta di essere entusiasti ai conclamati spot televisivi su Milano e sull’Expo), il Teatro Manzoni si prepara alla nuova stagione 2014/15 con un cartellone della prosa di sfavillante buona volontà.
Qui sotto, in sintesi, il programma
2 ottobre – 19 ottobre: “Nerone, duemila anni di calunnie”, uno spettaolo di Edoardo Sylos Labini, da Massimo Fini.
23 ottobre – 9 novembre: “Tres”, di Juan Carlos Rubìo, con Anna Galiena, Amanda Sandrelli. Regia Chiara Noschese.
13 -30 novembre: “Penso che un sogno così…”, di Fiorello/Moroni – Con Giuseppe Fiorello – Regia Giampiero Solari.
9 – 31 dicembre: “Servo per due”, di Richard Bean, da “Il servitore di due padroni” di Goldoni, musiche dal vivo di “Musica da Ripostiglio”. Con Pierfrancesco Favino. Regia Favino/Sassanelli.
22 gennaio – 8 febbraio 2015: “Lei è ricca, la sposo… e l’ammazzo”, di Mario Scaletta, con Gianfranco Jannuzzo e Debora Caprioglio. Regia Patrick Rossi Gastaldi.
19 febbraio – 8 marzo: “Cercando segnali d’amore nell’universo”, con Luca Barbareschi, regia di Chiara Noschese.
12 marzo – 29 marzo: “Signori… le paté de la maison!”, di Delaporte/La Patellière, con Sabrina Ferilli, Maurizio Micheli e Pino Quartullo. Regia Maurizio Micheli.
9 – 26 aprile: “Il prestito”, di Jordi Galceran, con Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti. Regia Giampiero Solari.