MILANO, mercoledì 29 gennaio ► (di Emanuela Dini) – Un testo straordinariamente attuale, anche se è stato scritto nel 1882, dove si parla di verità, di popolo, di bene comune, di interessi privati, insabbiamenti, manipolazione delle notizie, opportunismi, speculazioni, voltafaccia, etica, coraggio e vigliaccheria. Un testo forte, questo “Un nemico del Popolo” di Henrik Ibsen portato in scena in maniera limpida e asciutta al Piccolo Teatro Strehler da Massimo Popolizio (nella foto), che ne firma la regia e si ritaglia il ruolo del protagonista, il “duro e puro” dottor Thomas Stockmann.
La trama, in breve. Il dottor Stockmann è il direttore sanitario di uno stabilimento termale di una cittadina di provincia, che, proprio grazie alle terme, sta vivendo un felice periodo di floridità economica. Ma Stockmann scopre che le acque termali sono inquinate, redige un rapporto in cui ne denuncia la pericolosità e propone importanti e costosi lavori di bonifica, rifacimento delle condutture e chiusura delle terme per almeno 3 anni.
In un primo momento sembra che l’editore e il direttore del giornale locale siano intenzionati a pubblicare il rapporto, ma quando il sindaco, Peter Stockmann, fratello del dottore, illustra tutti i rischi correlati alle chiusure delle terme “chi verrà più nella nostra cittadina?”, inizia una campagna di insabbiamento e voltafaccia che porterà a colpevolizzare il dottor Stockmann come “nemico del popolo” perché con le sue accuse rischia di affossare l’economia e il benessere della città e della popolazione.
Da questo plot tutto sommato lineare si ramificano riflessioni, dialettica e storie incrociate che denunciano la meschinità, la cupidigia, la codardia, la fabbrica del consenso e la mistificazione delle notizie che aleggiano nella piccola comunità, ma anche in ognuno di noi. Con un ritratto impietoso del mondo, del giornalismo e della politica “Sì, è ingiusto, ma quante ingiustizie ci sono a questo mondo, devi semplicemente imparare a conviverci”, “il pubblico non ha bisogno di idee che non abbia già”, “un uomo politico non deve mai giurare su niente”, ma anche una metafora e critica delle vanità e meschinità umane.

Una scena di “Un nemico del popolo”, di Ibsen. Con Massimo Popolizio (a sin.) e Maria Paiato (foto Giuseppe Distefano)
«La stazione termale in “Un nemico del popolo” rappresenta un volano per l’economia della piccola città, ma ciascun personaggio sembra assumere una posizione di fronte alla minaccia del suo fallimento. Per il Sindaco è una macchina di consenso, per i giornalisti del giornale locale un’occasione per smantellare il consiglio comunale, per l’editore del giornale e presidente dei piccoli proprietari di case un’occasione di lucro», ha detto Popolizio, spiegando poi che «il segreto del testo è un sistema di scatole cinesi», dove ogni azione dei personaggi mette in moto una catena di reazioni e situazioni in cui ciascuno bada al proprio tornaconto, ignorando il bene comune e abbattendo ogni illusione consolatoria sulla possibilità dell’esistenza di etica e morale.
E, infatti, la scena finale vede un mesto dottor Stockmann raccogliere i sassi con cui la popolazione inferocita gli ha frantumato le finestre e andarsene mestamente da solo “Mi sono battuto per la verità e per questo sono rimasto solo. I forti devono imparare a restare soli”.
Un’ora e 45 minuti senza intervallo di spettacolo teso, con una regia dagli evidenti rimandi ronconiani, una squadra di splendidi attori che riescono anche a infilare situazioni comiche e caricaturali, cambi di ritmo e situazioni coinvolgenti, il personaggio del perfido Sindaco interpretato “en travesti” da Maria Paiato, brevi filmati in bianco e nero perfettamente coerenti con la storia, momenti di divertissement in musica con un Popolizio ballerino gigione in splendida forma.
Sala strapiena, applausi da ovazione e 4 uscite di ringraziamento alla ribalta hanno sancito il trionfo alla sera della prima.
“Un nemico del popolo” di Henrik Ibsen (traduzione di Luigi Squarzina). Regia di Massimo Popolizio. Con Massimo Popolizio (Dottor Thomas Stockmann), Maria Paiato (Sindaco Peter Stockmann), Tommaso Cardarelli (Billing), Francesca Ciocchetti (Kathrine Stockmann), Martin Ilunga Chisimba (un ubriaco), Maria Laila Fernandez (Petra Stockmann), Paolo Musio (Hovstad), Michele Nani (Aslacksen), Francesco Bolo Rossini (Morten Kiil), Flavio Francucci/ Luca Mascolo (Gregor), Cosimo Frascella (Lamb), Francesco Santagada (un portiere, un fotografo), Duilio Paciello (Evans), Gabriele Zecchiaroli (Forster).Scene Marco Rossi, costumi Gianluca Sbicca. Luci Luigi Biondi, suono Maurizio Capitini, video Lorenzo Bruno e Igor Renzetti. Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale. Al Piccolo Teatro Strehler, largo Greppi 2, Milano. Repliche fino a domenica 16 febbraio.
Informazioni e prenotazioni: 02 42411889
www.piccoloteatro.org