Cinquanta esercizi per mettere in pratica le “contraddizioni” utilizzate da Brecht, disinvolto mescolatore di generi teatrali

(di Andrea Bisicchia) “Brecht per tutti” , edito da Audino, di Stephen Unwin, regista teatrale inglese, non vuole essere un libro accademico, nel senso che non ha utilizzato la vastissima bibliografia tipica degli studi saggistici, è il libro di un uomo di teatro britannico che, da anni, si confronta con Brecht, cercando di inseguirne gli insegnamenti, ma rivitalizzandoli alla luce di esperienze successive e dopo un lungo rapporto col linguaggio scenico del terzo millennio, attento al sociologismo e al nesso teatro-politica. Alle analisi, l’autore fa seguire delle riflessioni che estende, puntualmente, ai suoi allievi.
Il volume è diviso in vari capitoli, legati alla biografia, all’analisi critica delle opere, al metodo, attraverso i quali vengono evidenziate le radici culturali e teatrali del drammaturgo tedesco. I rimandi sono alla Bibbia, ad Aristotele, al teatro classico, a quello orientale, a Shakespeare, al Naturalismo, all’Espressionismo, al Cabaret, al Circo, come dire che a Brecht piaceva mescolare i generi. Uno dei capitoli più importanti è dedicato alla “Teoria”, alla differenza tra il teatro intellettuale tedesco e quello d’intrattenimento inglese, ma soprattutto alla terminologia, quella che riguarda i concetti di straniamento, di teatro epico, di gestualità, di Realismo, di didatticismo, del rapporto teatro e scienza, dell’uso di “scritte” durante le rappresentazioni.
Stephen Unwin, mentre indaga, costruisce degli esempi, degli stimoli critici, per meglio chiarire i concetti di teatro politico, sociale, didattico, d’impegno intellettuale, e per meglio approfondire le tecniche, le contraddizioni, gli stacchi musicali. Gli unici riferimenti bibliografici che fa, nel suo libro, sono quelli di Lukacs e di Benjamin, grandi esegeti dell’opera di Brecht. Si sofferma, inoltre, sulle differenze tra Realismo e Naturalismo, trattandosi, per quanto riguarda il primo, non di uno stile, quanto di un atteggiamento nei confronti del mondo, oltre che sul rapporto tra teatro e scienza, ricordando che, dopo il “Galileo”, Brecht avrebbe voluto scrivere un testo su Einstein.
Alle indagini teoriche, Unwin fa seguire quelle pratiche, riguardanti  la recitazione, il linguaggio, la costumistica, l’oggettistica, e, infine, proponendo 50 esercizi per far comprendere, ai giovani attori, le basi per poter recitare i testi di Brecht, distinguendo la storia dalla narrazione, il conflitto dalla dialettica, onde esplorare le contraddizioni insite nell’individuo e nella società, dato che Brecht, allontanandosi dall’insegnamento aristotelico della mimesi, che riteneva il personaggio dovesse essere coerente e logico nella psicologia, preferiva portare in scena le sue contraddizioni che erano intrinseche all’essere umano .

Stephen Unwin, “Brecht per tutti. Guida alla teoria brechtiana e 50 esercizi per metterla in pratica”, Audino Editore 2018, pp 142, € 17.