Cinque fotografi per raccontare le trasparenze e l’umanità di Cavallino Treporti

La laguna di Cavallino Treporti in uno scatto di Franco Fontana

La laguna di Cavallino Treporti in uno scatto di Franco Fontana

(di Patrizia Pedrazzini) L’oro pallido della lunga spiaggia di sabbia fine. Il verde della campagna e della pineta che si allunga, morbida, alle sue spalle. L’azzurro leggero dell’acqua dei canali e della laguna. L’ocra e il bianco delle pareti scrostate dei casolari e dei forti abbandonati. E, sopra tutto, il chiarore di un cielo tranquillo e che sembra non conoscere il vento. Nell’arco di quattro anni, dal 2009 al 2012, gli occhi e gli obbiettivi di cinque fotografi hanno osservato, riletto, indagato, il territorio di Cavallino Treporti, sottile lingua di terra sospesa tra il mare Adriatico e la laguna Nord di Venezia. Quindici chilometri di spiaggia, un fiume, il Sile, che la separa dalla vicina Jesolo, e canali, darsene, valli da pesca, dune, orti, piccoli borghi, architetture militari, chiese. Cinque fotografi per cinque racconti, visivi e personali, che sono confluiti nel libro “Istantanee permanenti. Cavallino Treporti. Il paesaggio”, edito da Skira: 127 scatti a colori tesi a cogliere e a fissare, senza finzioni e senza maquillage, una terra, il suo passato e il suo presente, e l’umanità che la abita.
Apre il volume Marco Zanta, trevigiano, con le sue visioni architettoniche caratterizzate da dettagli e frammenti, soglie e limiti, in una sorta di mappatura geografica del territorio. Seguono gli scorci naturalistici del modenese Franco Fontana, la sua dimensione quasi metafisica, le sue cromie tenui e delicate. Poi il reportage di Guido Guidi, di Cesena, scrupoloso osservatore del particolare, dei territori inesplorati, dei luoghi che parlano di assenza. Quindi i paesaggi densi del siciliano Giovanni Chiaramonte, che indaga Cavallino Treporti lungo una via, una piazza, un luogo, un canale, fino al mare: una vecchia foto alla parete, due brocche, lo spazio giochi per i bambini, una storia. Fino ai volti, alle persone, agli interni delle case di Fausto Giaccone, toscano, che punta l’obbiettivo sulla presenza umana, su quanti in questo lembo di terra vivono e lavorano. O semplicemente vengono in vacanza.
Il risultato è una visione d’insieme nella quale convivono, in perfetta armonia, passato e presente, mare e terra, casoni di valle e “peocere”, i vivai di cozze tipici della zona. Un mondo adagiato sull’acqua, con sullo sfondo, da una lato la sagoma di Venezia, dall’altro i profili di Burano e di Torcello.
“Istantanee permanenti. Cavallino Treporti. Il paesaggio”, Skira editore, dicembre 2013, pagg. 168, 49 euro.