VENEZIA, martedì 8 dicembre – La Biennale di Venezia, in occasione del trentennale della morte del geniale artista polacco Tadeusz Kantor (1915-1990), rende disponibile on line, con il titolo “Ciò che rimane e sopravvive”, un programma di testimonianze, da martedì 8 dicembre (ore 12.00), grazie al suo Archivio Storico delle Arti Contemporanee, all’indirizzo:
“Ciò che rimane e sopravvive” raccoglie appunti, immagini, riflessioni e ricordi scritti da Tadeusz Kantor a partire dagli anni Quaranta, segnati dalla guerra e dall’occupazione nazista di Cracovia, fino alla fine della sua esistenza.
Sono frammenti sull’artista e l’opera d’arte, il teatro e l’attore, la memoria e l’immaginazione, la morte e l’amore di un autore unico che ha attraversato le grandi avanguardie cambiando la scena del Novecento. Gli interpreti li compongono in un caleidoscopio di voci e di lingue sui motivi musicali quasi ipnotici e così caratteristici degli spettacoli di Kantor. Sono i suoi compagni di viaggio del Teatr Cricot2 – Loriano Della Rocca, Ludmila Ryba, Eros Doni, Marie Vayssière, Luigi Arpini – a cui si aggiungono le presenze di Ellen Stewart del Cafè La Mama di New York e di Renato Palazzi, che ne aveva curato la realizzazione.
La lettura era stata presentata nel 1991 dalla Biennale di Venezia a Ca’ Corner della Regina, antica sede dell’Archivio Storico in quel momento ancora operativa, nell’ambito del “Progetto Kantor”, articolato in una mostra dei suoi “poveri” oggetti d’arte e macchine sceniche “celibi”, seminari, dibattiti, filmati, documentari e spettacoli, considerati esperienze irripetibili dal pubblico di tutto il mondo. Dalla partitura di gesti e azioni della Classe morta all’ultima fatica Aujourd’hui c’est mon anniversaire, che fatalmente segna la scomparsa di Kantor a poche ore dall’ultima prova.
Sono tutti materiali conservati e consultabili nella sede attuale dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee al Vega e presso la Biblioteca ai Giardini. Ma ci sono altri segni della presenza di Kantor alla Biennale di Venezia attraverso le Mostre Internazionali di Arti Visive (nel 1960, nel 1982 e infine nel 1993), testimonianza del connubio inscindibile tra pittura e teatro che Kantor ha incarnato.
L’iniziativa della diffusione on line di “Ciò che rimane e sopravvive” è stata resa possibile dal recente riordino e recupero dei materiali dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia.