LOCARNO, martedì 12 agosto
La nostra inviata, Marisa Marzelli, che già il 31 luglio, nel servizio da noi pubblicato, aveva anticipato le polemiche, seppur sommesse, che serpeggiavano a Locarno per la presenza di Polanski, ora ci invia questa clamorosa notizia: il regista ha dovuto prendere atto che la sua presenza forse sarebbe diventata imbarazzante per gli organizzatori del Festival cinematografico di Locarno, i quali hanno considerato tuttavia inaccettabili le interferenze che hanno portato alla dolorosa e sconcertante rinuncia di Polanski.
Ecco il testo del comunicato ufficiale del Festival trasmesso stamattina, martedì 12 agosto, alla stampa:
Roman Polanski rinuncia alla presenza al Festival del film di Locarno
La decisione ci è stata comunicata con un messaggio che riportiamo di seguito:
“Cari amici,
mi dispiace dovervi comunicare che dopo aver constatato che la mia apparizione al Festival di Locarno avrebbe potuto provocare tensioni e controversie da parte di persone contrarie alla mia presenza, ma di cui rispetto le opinioni, ho deciso a malincuore di rinunciare a parteciparvi. Mi rattrista sinceramente deludere le vostre aspettative.
Roman Polanski”
Il Festival prende atto con rammarico della decisione di Roman Polanski di rinunciare alla prevista partecipazione alla 67.ma edizione del Festival del film di Locarno.
Oggi il Festival subisce un contraccolpo. Non possiamo che rispettare la decisione di Roman Polanski, determinata da interferenze nelle scelte artistiche del Festival che continuiamo a considerare inaccettabili.
Ci rattrista che il pubblico del Festival venga così privato di un’importante occasione di arricchimento culturale.
Il Festival del film Locarno crede fermamente nel principio della libertà artistica. Nella sua lunga storia ha sempre saputo affermare questo concetto fondamentale, a dispetto di qualsiasi tentativo di ingerenza e pressione. E continuerà a farne la sua ragione d’essere.
Così, alla fine Polanski ha gettato la spugna e non sarà a Locarno per tenere una pubblica masterclass e assistere alla proiezione del suo ultimo film “Venere in pelliccia”. In una breve dichiarazione video, il direttore artistico Carlo Chaitrian ha dichiarato che, sebbene oggi a Locarno splenda il sole, “per me è la giornata più scura da quando mi è stato chiesto di dirigere il Festival”.
Hanno vinto le polemiche che da giorni serpeggiavano e montavano sul’inopportunità di invitare sì un maestro del cinema, ma anche un individuo con un conto ancora aperto (dal 1977) con la giustizia americana in quanto accusato di violenza carnale su una minorenne. Anche se in Svizzera – paese che ha negato agli Stati Uniti la sua estradizione – su Roman Polanski non pende più alcuna accusa. L’indipendenza e l’autonomia del Festival hanno subìto un colpo nella loro credibilità. (M.M.)
COMMENTI A CALDO TRA PRO E CONTRO (MA C’E’ CHI SOSPETTA QUALCHE CALCOLO POLITICO)
(di Marisa Marzelli) Tra chi non lo voleva al Festival di Locarno e chi difendeva la scelta di invitarlo e premiarlo come uno dei registi cui spetta di diritto un posto nella storia del cinema si era ormai ad una posizione di stallo. Ognuno ripeteva le sue ragioni come in un loop. A sbloccare la situazione, quindi a decidere, è stato infine lo stesso Polanski, che ha declinato l’invito. Così non sapremo mai se in Piazza Grande sarebbe stato applaudito o contestato.
Ma al di là del caso singolo, per quanto spiacevole, forse non tutti si sono resi conto che la posta in gioco è ben altra. È la credibilità del Festival, la sua indipendenza e la sua immagine internazionale.
Tutti hanno il diritto di dissentire da una scelta culturale fatta dal Festival ma non (io credo) di condizionarne le decisioni. Ricordiamo – citando il solito Andreotti: a pensar male si fa peccato ma il più delle volte ci si azzecca – che nella prossima primavera il Ticino andrà alle urne per rinnovare Parlamento e Governo.
Attraverso le dichiarazioni di presidente e direttore del Festival e del presidente del Governo cantonale, si avverte il nocciolo del problema. Mentre forse, con un pizzico di incoscienza, qualcuno brinda.
Marco Solari, presidente di navigata esperienza del Festival di Locarno, ha detto di non nascondere amarezza per la decisione di Polanski ma di comprendere un ultraottantenne che, convinto di ricevere l’abbraccio della folla, avrebbe magari rischiato di essere fischiato. Ribadendo che il Festival non ha ceduto davanti alle pressioni esterne, Solari ha però criticato aspramente chi – su alcuni siti locali – ha detto che Polanski sarebbe venuto al Festival dietro compenso di 200.000 franchi. “Polanski – ci tengo a dirlo – sarebbe venuto gratuitamente”.
Il direttore artistico Carlo Chatrian: “Capisco e rispetto la decisione di Roman Polanski. Spero davvero che quest’occasione di accrescimento mancata non suoni come una vittoria di chi intende imbrigliare il Festival ma diventi una piattaforma per rilanciarlo come spazio di libertà e luogo di accoglienza”.
Il presidente del Governo ticinese Manuele Bertoli: “Se la politica metterà le mani sul Festival sarà la morte del Festival. È una cosa dalla quale dobbiamo assolutamente rifuggire”.