Concluso il Festival del cinema 76, tra defezioni e incursioni di attivisti contro il degrado ambientale. I Pardi e altri Premi

Maryna Vroda (Photo by Alessandro Levati/Getty Images)

Pardo d’oro al film iraniano “Mantagheye Bohrani” (Critical Zone)

Premio Speciale della Giuria al rumeno Radu Jude per “Non aspettarti troppo dalla fine del mondo”

Migliore regista l’ucraina Maryna Vroda con “Stepne”

LOCARNO (CH), sabato 12 agosto ► (di Marisa Marzelli) – Tra ospiti che non sono arrivati per via dello sciopero di sceneggiatori e attori in America (la defezione più significativa quella di Cate Blanckett in veste di produttore esecutivo del film di chiusura Shayda della regista iraniana Noora Niasari) e un’incursione sul palco della Piazza di due attivisti di ActNow per protestare contro il degrado dell’ambiente e il surriscaldamento, proprio mentre avveniva la premiazione, per il suo film Voyage au pôle Sud del biologo e documentarista francese Luc Jacquet, si è conclusa la 76. Edizione del Locarno Film Festival.
Il Palmarès, reso noto nel pomeriggio, ha assegnato all’unanimità il Pardo d’oro al film iraniano Mantagheye Bohrani (Critical Zone) del regista Ali Ahmadzadeh, un lavoro girato in clandestinità nelle strade di Teheran. L’autore era assente perché gli è stato vietato di lasciare il Paese. Le autorità sembra gli abbiano anche fatto pressione perché ritirasse l’opera dal Festival, sostenendo che ha girato senza i dovuti permessi. Il Pardo d’oro è stato ritirato dal produttore, il quale ringraziando ha sottolineato come il premio sia importante perché ispira e dà forza anche ad altri cineasti iraniani le cui voci sono state censurate. Il film, ha continuato il produttore, rappresenta anche la rabbia degli iraniani e “voi (sottinteso persone occidentali) siate arrabbiati perché l’Iran è ancora sotto questo regime”. Standing ovation dei presenti.
Anche gli altri principali premi del Concorso ufficiale sono stati assegnati dalla giuria (presieduta dall’attore francese Lambert Wilson) rispettando criteri, in una forma o nell’altra, politici. Il Premio Speciale della Giuria è andato al rumeno Radu Jude per Non aspettarti troppo dalla fine del mondo, un film con vari temi, compresa la gig economy. Invece come migliore regista è stata premiata l’ucraina Maryna Vroda con Stepne. La cineasta, ritirando il trofeo, ha voluto ricordare i molti suoi amici attualmente al fronte ed altri morti durante la guerra; ha pure lanciato un grido di soccorso chiedendo “aiutateci a non scomparire”.
Stando sulla carta al programma, tra i 17 titoli del Concorso ufficiale la giuria avrebbe potuto avere un occhio di riguardo per i tre registi in gara più famosi a livello internazionale (il filippino Lav Diaz, il rumeno Radu Jude, il francese Quentin Dupieux) oppure orientarsi verso cineasti più giovani o sperimentali, soprattutto in considerazione del fatto che Locarno è famosa per le nuove scoperte. La scelta è stata invece orientata verso le urgenze politiche che angustiano il mondo in questo momento. Comunque c’è stato molto margine per premiare anche nuove realtà, basti pensare che prima di assegnare i Pardi principali sono sfilati per 45 minuti sul palco i vincitori di riconoscimenti assegnati nelle numerose sezioni collaterali.
Un’edizione del Festival di Locarno, quella conclusasi il 12 agosto, nell’insieme apprezzata e caratterizzata dal ritorno consistente del pubblico, anche quello più giovane – si calcola almeno il 10% di spettatori in più –.
Apprezzati pure i film della sera in Piazza Grande, tutti di una qualità che va da ottima ad accettabile, compresa una vera scoperta. Si tratta del film serbo Guardiani della formula (che sarà mostrato nei prossimi giorni anche al Festival di Sarajevo) su un fatto storico avvenuto durante la Guerra Fredda e sconosciuto ai più: nella Jugoslavia di Tito un gruppo di scienziati impegnati in un esperimento nucleare (si cercava di mettere a punto una bomba atomica nazionale?) rimase contaminato e fu trasportato segretamente in un ospedale parigino dove un medico stava lavorando al primo trapianto di midollo. Si salvarono quasi tutti ma il lavoro dei servizi segreti fu tale che non se ne seppe niente.
Prossima edizione del Festival di Locarno dal 7 al 17 agosto 2024 ma senza il presidente Marco Solari, che dopo 23 anni lascia. Gli succederà la mecenate di fama internazionale Maja Hoffmann.