MILANO, venerdì 5 maggio ► (di Emanuela Dini) Poteva essere un’impresa suicida, oltraggiosamente coraggiosa, al limite dell’incoscienza. Un rischio enorme e calcolato. Che è andato bene.
Perché portare in scena, a teatro, un film mito come Il Sorpasso (1962) di Dino Risi, interpretato da due attori come Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant, e far rivivere su un palcoscenico le scorribande a bordo dell’altrettanto mitica Lancia Aurelia B24 Spider, era davvero un’impresa da far tremar le vene e i polsi.
Invece, prova superata a pieni voti per Giuseppe Zeno (il Bruno vulcanico, irruento e cialtrone che sullo schermo era interpretato da Gassman) e Luca Di Giovanni, il timido e goffo Roberto (Jean-Louis Trintignant), che ripropongono con assoluta fedeltà la sceneggiatura originale scritta più di cinquanta anni fa dallo stesso Risi insieme con Ettore Scola e Ruggero Maccari.
Situazioni, caratteri, battute sono le stesse, identiche, del film e anche il viaggio ne ripercorre passo passo le tappe, partendo da una Roma deserta di Ferragosto, passando dalla Maremma per arrivare poi al tragico epilogo di Castiglioncello.
Un’ora e mezza di spettacolo, in due tempi, che riporta agli anni del boom e non fa rimpiangere il film, anzi, ne rappresenta un affettuoso atto di devozione.
Una storia famosa riproposta con il muso dell’Aurelia in scena, il celebre “para para pa” del clacson e proiezioni in bianco e nero in puro stile Cinegiornale anni ’60 dei panorami e situazioni del viaggio: dai monumenti di Roma, alla via Appia, alla campagna romana – e qui un unico appunto: ma perché inserire i panorami delle cime innevate, se l’azione si svolge il giorno di Ferragosto? – ai pini marittimi della via Aurelia.
Il rapporto di amicizia, incontro e scontro, confidenze e intimità tra Bruno e Roberto si snoda, altalenante, tra le sbruffonate di Bruno e i tentativi non riusciti di ribellione di Roberto, con gli intermezzi della visita ai parenti di entrambi e – ancora una volta – la riproposta letterale delle situazioni del film, notte in spiaggia e twist all’alba compreso.
I due protagonisti sul palcoscenico ricordano anche fisicamente i due grandi dello schermo, e se Giuseppe Zeno omaggia il grande Vittorio Gassman non solo nel fisico e nelle posture, ma anche nella voce – in un paio di camei lo imita molto efficacemente – il giovane Luca di Giovanni è un credibilissimo Trintignant, un po’ gobbetto, impacciato, magrolino e splendidamente sbronzo.
La scena, sobria ed efficace, ricrea di volta in volta case, trattorie, strade, spiagge. E la scena finale, con “Sì, era un mio amico, ma il cognome non lo so” e con il lenzuolo insanguinato sul cofano dell’Aurelia, chiude uno spettacolo misurato e indovinato. E con un bel po’ di magone.
Applausi calorosi e convinti per tutti.
“Il Sorpasso”, di Dino Risi, Ettore Scola e Ruggero Maccari. Adattamento teatrale di Micaela Miano. Con Giuseppe Zeno, Luca Di Giovanni e la partecipazione di Cristiana Vaccaro. Regia di Guglelmo Ferro. Al Teatro Manzoni, Via Manzoni 42, Milano. Repliche fino a domenica 21 maggio.