Di birra in birra, lo spalancarsi dell’anima di due uomini saggi e perbene, trangugiando confidenze ed emozioni

nella foto Tony Laudadio e Andrea Renzi

Il prof e il proprietario del pub in  una scena di “Birre e rivelazioni”

MILANO, mercoledì 23 novembre (di Emanuela Dini) Due tavoli, due uomini, uno scaffale pieno di bottiglie di birre di qualità, una passatoia rossa che taglia il palcoscenico, le canzoni di Simon and Garfunkel di sottofondo. In un pub, che si intuisce di una città di provincia, si incontrano, non per caso, un professore di liceo (Tony Laudadio) e un padre, nonché proprietario del pub (Andrea Renzi). Le prime battute, i discorsi dapprima educati e stereotipati che crescono man mano di intensità, pathos, intimità e sono scanditi dalle birre, dapprima offerte, assaporate, poi bevute d’un colpo solo e infine trangugiate, scolate con rabbia e con un vigore crescente pari al lievitare di sentimenti ed emozioni.
Oggetto del confronto, tra il professore raffinato, colto e amichevole dalla deliziosa e appena accennata cadenza veneta e il padre uomo semplice e di buon cuore, è il figlio Francesco, diciottenne che si confida col prof e non col genitore e sta vivendo la fase dei turbamenti e delle scoperte, tra cui una forse e dubbia omosessualità.
Ma l’argomento gay una volta tanto – era ora!- non viene trattato con voyeurismo o considerando i gay una categoria a parte, ma solo come uomini che presentano una caratteristica assolutamente consueta, come potrebbe essere il colore dei capelli o il tifo per una squadra di calcio.
Nell’arco delle otto bevute di birra, invece, quello che succede è un progressivo interrogarsi dei protagonisti sulle loro emozioni, gelosie, sentimenti, dignità, a ogni “rivelazione” e a ogni birra il dialogo si fa ricerca di verità, fino ad arrivare a chiedersi cosa si sarebbe disposti a fare per difendere l’amore più puro e forte, incondizionato: quello per un figlio.
Un testo sapientemente misurato, che aumenta di gradazione emotiva di scena in scena, mai eccessivo, mai banale e mai volgare e con più di una battuta divertente; un crescendo di pathos legato esclusivamente alle parole e alla recitazione dei due bravissimi protagonisti, capaci di ribaltare una situazione con un’alzata di sopracciglia o solo allargando le braccia; un argomento che potrebbe sembrare “di moda” affrontato finalmente con i toni della normalità e senza alcun prurito; lo spalancarsi dell’anima di due uomini saggi e perbene, che affrontano la strada più impervia, quella di conoscere se stessi e non mentirsi, senza prevaricazioni, senza voler vincere l’uno sull’altro, ma nel rispetto e nella sincerità. Stravolgimenti e colpo di scena finale compresi.
Settanta minuti senza intervallo di spettacolo gradevole, intenso, intervallato da battute e accompagnato da una colonna musicale che scioglie il cuore agli ultracinquantenni, acclamato da più di un applauso a scena aperta e da calorosi applausi finali. Un teatro di parola e di attori, ben recitato, senza microfoni, messo in scena con eleganza, luci e musiche giuste.
Avercene, di questi tempi!

“BIRRE E RIVELAZIONI”, scritto e diretto da Tony Laudadio, con Tony Laudadio e Andrea Renzi – scene e costumi Barbara Bessi – al Piccolo teatro Studio Melato, Via Rivoli 6, Milano – Repliche fino a domenica 4 dicembre.