Divertimento (e tenerezza), amore (e vergogna) di due barbieri gay nella Londra puritana degli Anni Sessanta

1.4.16 dapporto solenghiMILANO, venerdì 1 aprile (di Emanuela Dini) “Quei due” sono Charlie (Massimo Dapporto) e Harry (Tullio Solenghi), barbieri gay londinesi di mezza età che vivono assieme da una trentina d’anni, con le tipiche dinamiche di affetto, battibecchi, litigi e ripicche di una coppia di lunga data.
Harry è vanitoso, effeminato, preoccupato degli anni che passano, capelli che cadono e chili che aumentano “no, no, niente zucchero, che sennò mi vengono le maniglie dell’amore“, ma anche più riflessivo e responsabile; Charlie è un ex attore fallito, narciso e millantatore, che deve affrontare un processo per sospetto di omosessualità e atti osceni in luogo pubblico e vive portandosi appresso «una valigia di sogni e di bugie». Il loro amore sopravvive tra sotterfugi e vergogna in una Londra degli anni ’60 non ancora “swinging”, dove ammettere di aver bisogno l’uno dell’altro e dirsi “ti amo” era un tabù.
Il testo del drammaturgo inglese Charles Dyer è degli anni ’60 (e si sente), il debutto della commedia è del 1966 a Londra, nel 1969 ne venne fatto un adattamento cinematografico con Rex Harrison e Richard Burton ma fu un fiasco sia di critica sia di pubblico.
La versione teatrale in scena al teatro Manzoni di Milano (due ore di spettacolo con intervallo di 15 minuti) si regge su una gara di bravura tra Solenghi e Dapporto, che volteggiano tra passi di danza, brio e leggerezza ma senza mai cadere nelle gag, anzi, dando spessore e sentimento all’amore dei due attempati barbieri e toccando temi ancora attuali, come il desiderio di figli, l’adozione per i gay, il suicidio per vergogna, riuscendo a commuovere e divertire nello stesso tempo. La scenografia ricostruisce con fedeltà il sottoscala (lo Staircase del titolo originale in inglese) degli anni ’60 e giustifica così un testo che in alcuni passaggi risulta un po’ datato.
Ironia, bravura e virtuosismi danzerini dei due protagonisti – che dalla ribalta hanno dedicato lo spettacolo a Paolo Poli, recentemente scomparso – sono stati giustamente premiati da calorosi applausi (anche a scena aperta) di un pubblico più che soddisfatto.

“Quei due” (Staircase), di Charles Dyer, con Massimo Dapporto e Tullio Solenghi. Regia di Roberto Valerio. Al Teatro Manzoni, Via Manzoni 42, Milano. Repliche fino a domenica 17 aprile.

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