VENERDÌ 8 GENNAIO ♦ A QUASI SETTE ANNI DAL TERRIBILE SISMA CHE COLPÌ L’AQUILA IL 6 APRILE 2009, IL MUSEO NAZIONALE D’ABRUZZO RIAPRE NEGLI SPAZI DELL’EX MATTATOIO COMUNALE CON OLTRE CENTO OPERE A SUO TEMPO ESPOSTE ALL’INTERNO DELLA FORTEZZA SPAGNOLA.
Il terremoto che ha colpito l’Abruzzo nel 2009, ha inferto un duro colpo ai palazzi storici, le chiese e i monumenti implacabilmente crollati o lesionati al punto da essere inagibili; madonne e crocifissi lignei, santi in terracotta o in pietra scaraventati a terra dalla forza delle vibrazioni; dipinti su tela e tavole offesi dalla pioggia di calcinacci. La nuova sede del Museo Nazionale d’Abruzzo è stata dotata di piastre antisismiche: ciascuna scultura ha un piedistallo di sicurezza appositamente studiato, pronto a oscillare alla minima vibrazione. Inoltre la struttura d’archeologia industriale che ora ospita il museo, anch’essa colpita dal terremoto, è stata ristrutturata adottando un sistema di consolidamento totalmente innovativo, “’imbrigliando” le murature perimetrali con fasce in acciaio inossidabile, in modo da realizzare un sistema tridimensionale di cuciture che le “impacchetta”.
Un intervento di particolare valenza e significato per il futuro dell’Aquila e dell’Abruzzo ha quindi interessato l’ex Mattatoio che – destinato a funzioni culturali e assegnato in comodato gratuito trentennale dal Comune dell’Aquila al Mibact, per ospitare una selezione delle opere del Museo Nazionale d’Abruzzo – è situato in borgo Rivera, a ridosso delle mura urbiche vicino alla Fontana delle 99 Cannelle: un’area strategica e fortemente simbolica, ove con maggiore evidenza s’avverte lo spessore della storia de L’Aquila riconducibile all’abbondanza dell’acqua; un luogo legato alla fondazione della città che dal castello di Acculae (“le sorgenti”), dominante Borgo Rivera, ha preso il suo nome.
La selezione del corpus espositivo è di oltre cento opere, tra le più importanti del Museo Nazionale d’Abruzzo che aveva sede nella Fortezza Spagnola: materiali di diverse epoche e tipologie (reperti archeologici, sculture lignee e dipinti fino al XVIII secolo) rappresentativi della varietà e qualità delle collezioni e identitari della storia e della cultura dell’intera regione.
Si potranno così ammirare nuovamente alcune delle più belle e antiche Madonne d’Abruzzo, come la Madonna di Lettopalena del XII secolo e la Madonna “de Ambro” della prima metà del XIII secolo, e capolavori come il Trittico di Beffi o il Cristo e l’adultera di Mattia Preti.
Anche il duecentesco Cristo deposto proveniente dal Duomo di Penne, precipitato rovinosamente a causa del sisma con gravissime conseguenze, è tornato a splendere grazie a un restauro finanziato dalla Wiegand Foundation di Reno (Nevada). La potenza dell’impatto con il suolo aveva determinato lo schiacciamento irreversibile delle fibre di legno in corrispondenza del naso e del ginocchio sinistro; una frattura al collo aveva provocato un parziale distacco della testa, rimasta unita al busto grazie alla resistenza delle fibre più interne del supporto. Anche la pellicola pittorica era in condizioni davvero gravi ed è stato quindi necessario arginare le mancanze imputabili alla caduta, sulla fronte, il profilo destro e la nuca in corrispondenza del collo.
Nel complesso sono state restaurate in questi anni oltre 80 opere del museo.
Il complesso dell’ex-Mattatoio si compone di cinque grandi ambienti espositivi, suddivisi in varie sezioni secondo uno sviluppo cronologico e tematico, e di ambienti per le attività didattiche e laboratoriste, oltre che a supporto della direzione e dell’accoglienza. Il progetto espositivo del nuovo MUNDA si è ispirato a criteri museografici moderni, volti a valorizzare sia la dimensione narrativa del percorso, sia i collegamenti dei beni con le chiese, i monumenti e in generale il patrimonio culturale del territorio.
Per informazioni
www.munda.abruzzo.it