
Il “Rinoceronte” del cinquecentesco incisore di Norimberga; e la monumentale opera in acciaio inox dell’artista cinese Li-Jen Shih.
BASSANO DEL GRAPPA, lunedì 22 aprile ► (di Paolo A. Paganini) Dopo quasi cinque secoli, stupisce ed ancora emoziona la certosina arte d’un artista dell’incisione che, a pochi anni dall’invenzione della stampa, in un certo senso veniva a integrare la composizione dei caratteri di stampa con decori, figure e personaggi. Ma è nella creazione in proprio che Albrecht Dürer (1471-1528), maestro del bulino, lasciò un segno innovatore nella xilografia, nell’incisione, nel disegno, in un’impressionante mole di opere.
Solo nelle raccolte museali bassanesi, ora esposte in una mostra a lui dedicata a Palazzo Sturm di Bassano, come vedremo, se ne contano 214 (123 xilografie e 91 calcografie). Ed altre centinaia si trovano all’Albertina Museum di Vienna.
Palazzo Sturm è una delle più suggestive residenze di Bassano del Grappa. In un duplice avvenimento ospita la mostra di Dürer. Ma, per l’occasione, Palazzo Sturm inaugura e festeggia la propria riapertura dopo un anno e mezzo di lavori di restauro, che hanno tra l’altro riportato al loro splendore gli stupendi stucchi e gli affreschi mitologici e allegorici, eseguiti dal veronese Giorgio Anselmi nel 1760. Da vedere.
Oltre all’interno, Palazzo Sturm, per la gioia degli occhi dei visitatori, vanta un’affascinante scenografia all’esterno, con un incantevole panorama dalla terrazza prospiciente l’ingresso: in basso il fiume Brenta, poco più in là il Ponte Vecchio, o Ponte degli Alpini, sullo sfondo una cornice di monti con il Monte Grappa.
Un panorama che suscita un emozionante scorcio di bellezza. E l’emozione crea subito un sentimento di turbamento e commozione, se ci si sofferma su questa cornice di monti, che ci parlano del sangue e del sacrificio di tanti giovani fanti ed alpini, sacrificati nella Grande Guerra, da Asiago al Piave, da dove “non passa lo stranier”.
Ripensando, non possono non ritornarci alla mente alcuni versi d’un poeta veronese, quando nella lirica “La Madonina del Grapa”, cantava:
“Sul monte Grapa, dove i nostri fanti / i à scrito ‘na gran pagina de storia / sora que l’erba imbombegà de sangue / gh’è na Madona in gloria. / ‘Na Santa, ‘na Madona mutilada, / che soto ‘l fogo la volù star là / par consolar quei pori militari / che i ghe fasea pecà…”.
Ora sono ameni luoghi di turismo, di pace e di benessere, che, oltre Bassano, si prestano a primaverili escursioni, verso Possagno, con la sua favolosa gipsoteca del Canova, o, poeticamente, verso Asolo, nella villa che vide gl’incontri della Duse e di D’Annunzio, il quale declamava, ispirato, dalla mistica bellezza del massiccio del Monte Grappa: “La finestra aperta, un vaso di fiori, ed è un altare”.
Ma intanto fermiamoci a Bassano, ed entriamo nel palazzo, edificato verso la metà del 1700 su progetto di Daniello Bernardi, e donato al Comune di Bassano dal barone Giovanni Battista Sturm von Hirschfeld nel 1943.
Il Palazzo Sturm, oltre settanta stanze distribuite su sette livelli, ora tutte restaurate, è in parte destinato a esposizioni temporanee, come questa dedicata al Dürer della collezione Remondini dell’omonimo Museo dell’Incisione.
L’allestimento, composto da 54 teche in acciaio e vetro, è pensato per essere versatile: dai fogli di incisori a volumi, da lastre a piccole sculture, queste strutture sono state pensate per preservare al massimo le condizioni ottimali di conservazione delle opere sia da un punto di vista microclimatico che luministico.
La collezione, per la prima volta quasi integrale, espone il tesoro grafico di Albrecht Dürer, patrimonio delle raccolte museali bassanesi.
Per ampiezza e qualità, la collezione è classificata, con quella di Vienna, la più importante e completa al mondo.
Il “Museo dell’Incisione Remondini” raccoglie le creazioni della dinastia di stampatori bassanesi, specializzati in raffinate edizioni e in stampe popolari, diffuse, tra ‘600 e ‘700, in tutto il mondo. I Remondini erano addirittura organizzati con una rete di agenti, i quali, partendo dalle vallate del Bassanese, percorrevano migliaia di chilometri, in viaggi che duravano anni, proponendo di città in città, di casa in casa, le immagini della celebre famiglia di stampatori.
Ma i Remondini furono anche attenti collezionisti d’arte, oggi patrimonio dei Civici Musei, con ben 8500 opere di grafica, tra le quali spiccano i nomi dei grandi maestri europei del Rinascimento e dell’epoca moderna. E, tra questi, Albrecht Dürer, che trattò temi mitologici, religiosi, popolari, naturalistici, ritratti, paesaggi. Nelle collezioni bassanesi sono incluse anche le serie complete dell’Apocalisse, della Grande Passione, della Piccola Passione e della Vita di Maria.
Una visita alla mostra sarà ora un momento di gaudiosa felicità, con queste incisioni di Santi, Madonne, Cristi, scene bibliche e cornici xilografiche. Da uscirne felicemente frastornati, rendendoci peraltro conto di come sia stato possibile che le incisioni del maestro di Norimberga siano diventate un archetipo della storia dell’arte del Cinquecento, modificando le tecniche dell’arte incisoria. Altri tempi, che celebravano, nel culto della bellezza, la geometria e la perfezione, come una mistica del trascendente, in gloria al Cielo. E non per niente Luca Pacioli (1445-1509), scrivendo un trattato sul metodo geometrico per la costruzione dei caratteri da stampa, ispirati al lapidario romano, l’aveva intitolato “De Divina Proportione”. E, nel visitare la mostra, soffermatevi anche sulle incisioni delle lettere usate da Dürer!
Una singolare curiosità. Albrecht Dürer realizzò per l’Imperatore Massimiliano anche una delle più inverosimili e popolari incisioni: il “Rinoceronte”, che vanta un’avventurosa storia. Il rinoceronte arrivò realmente dalle colonie orientali a Lisbona nel 1515 in dono all’Imperatore, il quale, a sua volta, volle farne dono al Papa. Ma non arrivò mai a Roma, perché fu vittima d’un naufragio nel Mar Ligure. Rimane però la xilografia del Dürer, che disegnò il rinoceronte in tutti i dettagli. E ora è preso come logo della mostra bassanese di Palazzo Sturm (e rappresenta inoltre l’immagine di una nota bottiglia di vini!). La storia del rinoceronte ha affascinato molti artisti, ultimo Li-Jen Shih, uno dei più conosciuti scultori cinesi, che lavora da quarant’anni sul tema del rinoceronte, e che ora l’ha realizzato in un’opera monumentale, in acciaio inox, esposta sull’antistante terrazzo-belvedere di Palazzo Sturm.
La collezione Remondini è accompagnata da un video che “rivive” l’antico atelier di Albrecht Dürer, illustrando tecniche e caratteristiche dell’incisione. La mostra, a cura di Chiara Casarin in collaborazione con Roberto Dalle Nogare, è accompagnata da un catalogo con testi di Chiara Casarin, Bernard Aikema, Giovanni Maria Fara, Elena Filippi e Andrea Polati.
“Albrecht Durer. La collezione Remondini”, a cura di Chiara Casarin. Palazzo Sturm, Bassano del Grappa. Fino al 30 settembre 2019. Tel. +39 0424 519 940 / 901.