E per nove giorni Modena diventa lo scrigno dell’antiquariato (ma con un occhio alle moderne eccellenze di Ferrari e Pavarotti)

collage modena antquariaMILANO, giovedì 8 gennaio
(di Patrizia Pedrazzini) Gli italiani? Un popolo di potenziali collezionisti. Gente che, se avesse più denaro in tasca, comprerebbe molto più di quanto fa. “Personalmente, sono uno statalista convinto, ma bisogna riconoscere che gran parte della conservazione dei beni culturali e del patrimonio storico nazionale è, per fortuna, in mano ai privati”. Perché, soldi permettendo, “ogni italiano ha, in fondo all’anima, una piccola scintilla di Lorenzo il Magnifico. Anche se fa il garagista”.
Così il critico d’arte Philippe Daverio, intervenuto a Milano alla presentazione della XXIX edizione di “Modenantiquaria”, il Salone dell’alto antiquariato che la città emiliana, erede del collezionismo d’arte della famiglia estense, ospiterà dal 14 al 22 febbraio prossimi.
Circa 150 galleristi, un’area espositiva di 15.000 metri quadrati all’interno delle strutture attrezzate di Modenafiere, e un unico imperativo: la qualità. Che troverà riscontro nel valore delle tante opere presenti, dal “Genio Rezzonico” di Antonio Canova (un busto gigante in gesso alto 165 cm, calco del genio giacente situato sul lato destro del monumento a Clemente XIII Rezzonico in San Pietro) alla “Natura morta con violino, libro e frutta”, dipinto attribuito a Cristoforo Munari; dall’imponente dipinto, di Guercino e scuola, raffigurante Francesco I d’Este alla coppia di figure femminili in legno intagliato e dorato rappresentanti la Primavera e l’Estate e riconducibili alla bottega genovese di Filippo Parodi (seconda metà del Seicento).
Per passare a “Excelsior”, il salone di settore affiancato a “Modenantiquaria” e specificatamente dedicato alla pittura italiana del tardo Ottocento, con piccole incursioni nell’arte del primo Novecento. E qui saranno almeno da segnalare il raffinato “Nudo di donna con calze nere” di Giovanni Boldini, la “Giornata di vento a Chioggia” di Leonardo Bazzaro, la “Veduta di Capo Noli” di Angelo Morbelli.
E ancora “La vertigine del collezionismo. Tesori nascosti dalla Galleria Estense”: un’affascinante selezione di bronzi, ceramiche, cammei, vetri, avori, terrecotte, ma anche disegni e dipinti, di differenti epoche e provenienze. In tutto, 35 “pezzi” chiamati ad anticipare, ai visitatori di “Modenantiquaria”, quel vero e proprio scrigno di tesori che la Galleria Estense, chiusa dal maggio 2012 per i danni subiti dal terremoto, promette di ripresentare a partire dal maggio prossimo quando, dopo tre anni di lavori, potrà finalmente riaprire i battenti.
E poi ancora “Petra”, il salone di antiquariato e decorazioni per parchi, giardini e ristrutturazioni. E, tanto per non perdere l’occasione di unire eccellenza a eccellenza, l’opportunità di visitare anche il Mef, lo spettacolare museo che la città ha dedicato a uno dei suoi più illustri cittadini, Enzo Ferrari, e che per l’occasione ospiterà una mostra sulle affinità che sono state alla base del successo dell’ingegnere e di un altro grande modenese, il tenore Luciano Pavarotti.
Insomma, una manifestazione dal cuore antico, che considera il collezionismo l’anima della storia artistica e culturale d’Europa, ma mossa da uno spirito attento alle nuove dinamiche e alle più attuali esigenze del mercato, degli antiquari e del pubblico.

www.modenantiquaria.it