Ecco, dunque, come ti cambia la Storia lo spiazzante Tarantino ♦ Ora grande attesa per “Maradona” a Ferragosto

NOSTRO SERVIZIO – LOCARNO (CH), domenica 11 agosto ► (di Marisa Marzelli) Sabato sera sold out al Festival di Locarno (7-17 agosto) per l’attesissimo C’era una volta… a Hollywood, scritto e diretto da Quentin Tarantino, presentato solo a Cannes e non ancora uscito nelle nostre sale. La leggenda del regista del Tennessee nasce nel 1992 con Le iene, tra scandali per l’eccessiva violenza e spiazzamenti per il modo innovativo di raccontare. Oggi i suoi film (e C’era una volta… a Hollywood lo conferma con quasi tre ore di durata) sono dei veri monumenti alla storia e alla mitologia del cinema popolare.
Questa ultima opera è ambientata a Hollywood nel 1969. Un divetto famoso soprattutto per le serie televisive western ma piuttosto mediocre (Leonardo DiCaprio è bravissimo e spiritoso nei panni dell’attore cane) cerca di stare a galla in un mondo cinematografico in trasformazione, girando sempre accompagnato dalla sua controfigura (Brad Pitt) che gli fa anche da autista e tuttofare. Tra avventure varie e camei di nomi famosi, i due cambieranno la Storia, sventando la strage di Bel Air e l’uccisione di Sharon Tate, allora moglie di Polanski, da parte dei seguaci di Charles Manson.
Niente di particolarmente nuovo, Tarantino aveva già fatto qualcosa di simile in Bastardi senza gloria. Ma pur non essendo la sua pellicola migliore, perché forse ci sono troppi rapidi cambiamenti di stile narrativo e si passa non sempre fluidamente dalla commedia al dramma, C’era una volta… a Hollywood diverte e coinvolge.
La sera precedente si era visto 7500, promettente opera prima del giovane regista tedesco Patrick Vollrath, già allievo di Michael Haneke. Il plot narra di un tentato dirottamento aereo sulla tratta Berlino-Parigi ad opera di terroristi islamici. Il co-pilota, interpretato dall’attore americano Joseph Gordon Levitt (presente al Festival), asserragliato nella cabina di pilotaggio, deve far fronte alla drammatica situazione. Un film spettacolare, realizzato con grande perizia tecnica e quasi interamente girato dentro lo spazio angusta di una vera cabina di pilotaggio, acquistata per l’occasione dalla produzione.
Più modesto Magari, il titolo inaugurale della Piazza, opera prima della produttrice Ginevra Elkann. Un nome impegnativo il suo, essendo figlia di John Elkann, nipote dell’avvocato Gianni Agnelli e sorella di John e Lapo. La regista è anche co-sceneggiatrice insieme a Chiara Barzini, i cui bisnonno e il nonno (Luigi Barzini senior e junior) sono stati tra i grandi inviati della stampa italiana. Solo in parte autobiografico, Magari racconta di tre ragazzini che vivono a Parigi, figli di genitori separati. Durante una vacanza in Italia saranno affidati al padre (Riccardo Scamarcio), inaffidabile Peter Pan, personaggio da tipica commedia all’italiana. Ma più che il film, ha fatto discutere a Locarno un gossip: la presenza di Lapo Elkann, venuto per assistere al debutto registico della sorella. Qualcuno sui social ha segnalato la presenza della sua Ferrari in una zona della città vietata al traffico motorizzato. La rete si è infiammata, ma è poi risultato trattarsi di una bufala (l’albergo in cui alloggiava Lapo aveva il permesso per il carico e scarico del bagaglio dei clienti). Si sa, i Festival vivono anche di polemichette.
Mentre i primi film del Concorso internazionale non hanno raccolto grandi consensi, è stata apprezzatissima Hilary Swank, venuta a ritirare un premio. L’attrice hollywoodiana, due volte Premio Oscar per Boys Don’t Cry e Million Dollar Baby (riproiettati con larga affluenza di pubblico) si è mostrata molto professionale e disponibile incontrando il pubblico. E ora tutti i cinefili calciofili attendono con trepidazione il film di Asif Kapadia dedicato a Diego Armando Maradona (già presentato a Cannes), che si vedrà in Piazza Grande la sera di Ferragosto. La parabola del calciatore è presentata anche attraverso le immagini del suo archivio personale.