MILANO, lunedì 18 maggio ●
(di Andrea Bisicchia) In tre giorni, dal 15 al 17 maggio, presso La Fabbrica del Vapore, in occasione del Festival del Teatro Indipendente, sono passate oltre cento compagnie, con più di quattrocento artisti, precedute da due giornate dedicate agli operatori che, a dire il vero, non ne ho visti molti.
Mi permetto una riflessione che riguarda la crisi economica e l’impossibilità di trovare lavoro per milioni di giovani. Ebbene, se a costoro è stato precluso l’accesso al guadagno, è stata offerta, contemporaneamente, l’opportunità di dedicare il proprio tempo alla creatività, nelle forme della drammaturgia, della performance, della danza, ma anche della narrativa, visto che è nata una generazione di giovani romanzieri. Chi non ha scelto la creatività, ha optato per la politica, come portaborse o raccoglitore di voti, oppure come deputato al Parlamento, vedi i giovani del Movimento Cinque stelle che, prima della nomina, erano nullatenenti. Quindi, nel mondo del lavoro, teatro e politica hanno sostituito industria e commercio.
Ritornando al festival, è chiaro che non sono riuscito a vedere tutto, tantissime proposte erano interessanti, ho dovuto, pertanto, fare delle scelte, tra le quali, quella che mi ha convinto di più è stata: “Vedi alla voce umana”, protagonista Lorenzo Piccolo, attore e drammaturgo delle Nina’s Drag Queens, una compagnia che ho seguito in altri Festival, sempre indipendenti.
Cosa ha pensato Lorenzo Piccolo? Lavorando su due personaggi noti: La donna al telefono di “ La voce umana” di Cocteau e Alma Mahler, ha potuto sperimentare una drammaturgia, in chiave moderna, che rimanda a due tipologie femminili, una sottomessa alla persona amata, da cui è stata abbandonata, fino a cercare il suicidio, l’altra che, col suo corpo seducente, è stata capace di sottomettere i suoi amanti, tutte persone famose, a cominciare dal marito. Piccolo ha inventato una scena molto luminosa, formata da una poltrona e da un tappeto bianco, dove arriva con una valigia trolley rosso, dal quale estrae due vestiti femminili, una parrucca, un telefono, una pistola; man mano che compone lo spazio scenico, recita per intero la didascalia di “La voce umana”. Lo spazio rimanda alle storie delle due protagoniste, una drammatica, l’altra frivola, declinate entrambe verso l’assurdo, ovvero verso una comicità di tipo surreale, non per nulla il pubblico ride e si lascia trasportare da una metodologia di lavoro e di interpretazione che è diventato un vero e proprio stile delle Nina’s, fatta di silenzi, vedi la preparazione della scena iniziale,costruita proprio come un rituale, vedi gli ammiccamenti, concepiti come controparti, vedi i travestimenti, il tutto con perfetta professionalità e con tanta purezza scenica. Lorenzo
Piccolo è stato bravissimo nel tracciare i due ritratti, sorretto da una colonna sonora appropriata, scegliendo di contaminare lo stato d’animo di chi sa di non essere amata, con quello frivolo della donna-bambola, dato che tale divenne Alma Malher nell’immaginazione malata di Kokoschka, uno degli amanti abbandonati.
“VEDI ALLA VOCE UMANA” , di e con Lorenzo Piccolo, dei Nina’s Drag Qeens, visto alla Fabbrica del Vapore, Milano, in occasione del Festival IT;Teatro indipendente.