Gara di primedonne a furor di risate, la Finocchiaro e la Monti, in “scena” al Teatro Manzoni

Milano. Maria Amelia Monti, Stefano Annoni e Angela Finocchiaro in “La scena” di Cristina Comencini, al Teatro Manzoni (foto Fabio Lovino).

Milano. Maria Amelia Monti, Stefano Annoni e Angela Finocchiaro in “La scena” di Cristina Comencini, al Teatro Manzoni (foto Fabio Lovino).


(di Paolo A. Paganini) Anche il termine “scena”, come la maggior parte delle parole italiane, può estendersi figurativamente ad altri significati. Non è solo il luogo dove si svolge un’azione teatrale, seppur con altre pertinenti espressioni, del tipo “mettere in scena”. Ma c’è anche “venire sulla scena del mondo” per la nascita d’un bimbo, o “uscir di scena”, come per esempio uscire dalla vita politica o, più drasticamente, tirar le cuoia. E, se qualcuno esagera in espressioni o comportamento, siamo pronti a dirgli “non fare tante scene”. E poi c’è “il colpo di scena” o l’amante che ti fa “una scenata” o “una scena di gelosia”. E nella cronaca nera si parla della “scena del delitto” o della “scena dell’incidente”…
Orbene, la regista e drammaturga Cristina Comencini ha messo in “scena”, al Teatro Manzoni, l’atto unico di ottanta minuti senza intervallo, intitolato “Scena”. E non sapremo fino alla fine di quale “scena” si tratta. (Ahimè, quante volte dovrò ancora nominare questa parola?) E va be’.
Ci sono due amiche, un’attrice e un’impiegata di rango, che in una non proprio maledetta domenica mattina provano la scena d’una commedia con la quale l’attrice dovrà debuttare l’indomani. Per una delle due è stata una levataccia (è stata una serata ad alto tasso alcolico e sessuale). Le due non più giovanissime amiche credono di essere sole, quand’ecco uscire dalla stanza dei bambini (in assenza settimanale essendo con il padre dopo la separazione dei coniugi) un giovane uomo mezzo nudo. A questo punto si apre uno “scenario” d’incredibili stravaganti imprevedibili sorprese e “colpi di scena” nella totale confusione del giovane in mutande, che non capirà chi è l’una chi è l’altra, in uno scambio di ruoli che lasciano anche nel pubblico qualche punto interrogativo. Anche perché il finale arriva troppo all’improvviso (qualche ritocco non sarebbe sprecato) e non si ha il tempo di capire se si tratta della prova di una… scena teatrale o della vita che ha messo in scena una sua sorprendente sopresa finale.
Lasciamo agli spettatori l’interpretazione di quale scena si tratti. In questo ameno e riuscitissimo gioco delle parti, in una scrittura finalmente godibilissima e intelligente dopo tanta barbarie generale, spiccano – ovviamente – una ironica Angela Finocchiaro, con quei suoi tempi teatrali sempre a segno, e una tenerissima Maria Amelia Monti in una stupenda gara di primedonne. Non stona fra le due qui navigate e sempre seducenti attrici, uno Stefano Annoni, che, ancorché in mutande, si muove con estrema dignità professionale. Grande meritato successo di pubblico in un subisso di risate e di applausi.

Si replica fino a domenica 24.