MILANO, giovedì 26 novembre ►(di Emanuela Dini) Monumentale e complesso, caleidoscopico e intricato, arriva al Piccolo Teatro Strehler “Der Park”, scritto nel 1983 da Botho Strauss per la regia di Peter Stein, portato in scena per la prima volta alla Shaubühne (“teatro”, in tedesco) di Berlino nel 1984 e mai più rappresentato altrove, fino al debutto in Italia, a Roma, nello scorso maggio, nella produzione del Teatro di Roma.
Il testo, densissimo e intrigante mix di malinconia, disperazione, denuncia, fantasticheria e comicità, si ispira al “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare, mantenendone alcuni personaggi – Titania e Oberon – e trasformandone altri: le due coppie di giovani innamorati diventano eleganti e annoiati borghesi con tendenze al partouze, il folletto Puck si trasforma in bizzarro artista ambientalista omosessuale e finirà assassinato; Titania smania per tre giovanotti-oggetto e si mostra nuda in scena (chapeau a una Maddalena Crippa che porta splendidamente i suoi 58 anni senza veli); Oberon (Paolo Graziosi) scende tra gli umani e affronta un colloquio di lavoro fallimentare per raggiunti limiti di età.
È il disegno provocatorio e dichiarato della coppia Strauss-Stein: raccontare la discesa tra gli uomini della coppia degli dei Titania e Oberon, per cercare di risvegliare i sensi e le passioni assopite e dimenticate degli umani. «Cos’è la voglia? Gli umani non lo sanno» «Riusciremo a sciogliere la loro congelata razionalità, le loro anime opache?». Ahimè, no.
Una discesa nel parco cittadino – il “Der Park” del titolo – di una città violenta e disastrata (la Berlino di quando c’era ancora il Muro) tra rovi e rami secchi, rifiuti e spazzatura, elicotteri e sirene della polizia, giovani punk border line.
Su questo mondo terreno senza passioni né fantasia, anche l’amore non esiste più «Una volta sapevi spiegarmi le costellazioni, adesso hai dimenticato tutto»; l’arte è degradata a merchandising; non ci sono più punti di riferimento «Tutto sta crollando, in un paio d’anni crollerà tutto» (il testo è del 1983, il Muro crolla nel 1989).
La messa in scena è suggestiva e coinvolgente e segue ritmi perfetti e incalzanti, il bosco è fatto da cespugli mobili su ruote, le case borghesi delle due coppie ricreate con un divano bianco e un terrazzo, lo squallido parco è un piano inclinato brullo e delimitato da luci al neon, le avances di Titania ai tre giovanotti vengono lanciate da una Maddalena Crippa in mantello di lustrini e piume vagamente Wanda Osiris a mezz’aria su un palco sospeso.
Uno spettacolo ricco e complicato, con un vertiginoso avvicendarsi degli eventi, mille segnali e intuizioni non sempre di facile comprensione, autentici pezzi di bravura che strappano applausi a scena aperta, trovate registiche ammiccanti, come i tavolini da bistrò giù dal palcoscenico e il pianista che suona dal vivo.
Quattro ore e mezza (tre tempi, con due intervalli) che scorrono fluide anche se le defezioni, la sera della prima, sono state abbastanza numerose (pubblico dimezzato dopo il secondo atto) e la scena finale – con il racconto di una festa a cui non arrivano gli invitati e l’accenno a un rapporto incestuoso – risulta un po’ avulsa e staccata dal contesto, come se facesse parte di un’altra storia. E fa calare la tensione. Peccato.
Come un peccato sono stati gli applausi sbrigativi di un pubblico che si è affrettato a guadagnare l’uscita mentre gli attori erano ancora sul palco a ringraziare.
“Der Park”, di Botho Strauss dal “Sogno” di Shakespeare, regia di Peter Stein, con Maddalena Crippa, Paolo Graziosi, Alessandro Averone, Martin Chishimba, Martino D’Amico, Michele De Paola, Arianna Di Stefano, Gianluigi Fogacci, Orlando Lancellotti, Pia Lanciotti, Laurence Mazzoni, Andrea Nicolini, Silvia Pernarella, Graziano Piazza, Daniele Santisi, Fabio Sartor, Samuele Valera – Al Piccolo Teatro Strehler – Fino a domenica 6 dicembre.