MILANO, mercoledì 5 ottobre ► (di Paolo A. Paganini) – “Io ne ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi…”. Così, verso la fine, si conclude “Blade Runner”, di Ridley Scott (1982), un film capolavoro, fra androidi, in una piovosa e sovrappopolata Los Angeles, tra piogge acide, macerie e distruzioni, bar fumosi, con una povera umanità scalcinata, in una eterna notte senza sole…
Il film ha da sempre occupato la nostra fantasia, quasi una preveggenza, nel caos tossico e malato delle nostre città.
E tutto ciò ci è venuto in mente, al Piccolo Teatro di Via Rovello, al levar del velario. La scena: un fatiscente tribunale, abbandonato e distrutto, tra l’altro scranno del giudice, vecchie sedie, faldoni di documenti tra lacere scartoffie. È una giornata, anche qui, senza sole. E improvvise folate di vento cosmico, di tanto in tanto, alzano cartacce e sollevano nuvole di polvere.
Qui, in mezzo, come un sopravvissuto, Umberto Orsini (88 anni) rivendica un conto in sospeso con Fedor Dostoevskij e con I fratelli Karamazov, dopo 53 anni, dopo quel 1969, quando Sandro Bolchi fece l’omonimo sceneggiato tv, tratto da uno dei più importanti romanzi della letteratura europea della seconda metà del XIX secolo. Il trentacinquenne Umberto Orsini, biondo ossigenato, allora rappresentava il raffinato allucinato e gelido ragionatore Ivan, uno dei tre fratelli Karamazov, tra le follie sessuali di una famiglia strampalata, come tante, con un padre ricco avaro e libertino e un fratellastro, Smerdjakov, mezzo scemo e trattato come un servo.
Nella famiglia si consuma un parricidio. Il fratellastro uccide il padre. Ma viene incolpato Dmitrij, il maggiore dei fratelli. In realtà il vero colpevole, da un punto di vista morale, è Ivan, che aveva sobillato e convinto il debole Smerdjakov a uccidere il padre, e poco dopo si ucciderà anche quel povero fratellastro.
Ivan non ha la coscienza del pentimento. Ma crede nella Verità. Non in Dio. “Il cuore umano non è un campo di battaglia in cui lottano Dio e il Diavolo”.
Ma di tutto ciò Orsini non se n’è mai eccessivamente occupato. Invece s’è portato dentro, in tutti questi anni, l’incomprensibile mancanza di conclusione del famoso romanzo. Alla verità mancava dunque un tassello. Ordunque, in questa solitaria e desertica Blade Runner del vecchio e cadente tribunale, a rivendicare la ricostruzione della Verità su quel tremendo parricidio. Tra ciniche disquisizioni morali e teologiche, razionali e allucinate divagazioni su miracoli, misteri e autorità, viene quindi svelata al vento della storia la terribile verità. Ma ormai Ivan è un vecchio stanco e confuso. E non si rende conto di quel suo mondo finito alla Ridley Scott, e ancor peggio.
In 80 minuti senza intervallo, al Piccolo, Umberto Orsini, solo in scena, in un sottofondo di basso continuo (con accompagnamento dello sferragliare della MM, che si connaturava con giusta naturalezza al dramma raccontato da Ivan/Orsini), all’inizio ci è parso concitato, posseduto da una eccessiva nevrosi da Verità incompiuta. Ma nella seconda parte, fino alla conclusione dell’opera, Orsini ridiventa il grande e sofferto ragionatore che conosciamo, il raffinato attore che ha conquistato una platea esaurita.
E grazie anche al drammaturgo e regista Luca Micheletti, che, con rigore e suggestiva incisività, ha creduto in questa difficile, generosa e intensa presenza di Orsini.
E alla fine un interminabile e commovente applauso di dieci minuti. E tutti in piedi.
“LE MEMORIE DI IVAN KARAMAZOV”, dal romanzo I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij – PRIMA NAZIONALE – drammaturgia Umberto Orsini e Luca Micheletti – Con Umberto Orsini – Regia Luca Micheletti – Piccolo Teatro Grassi (Via Rovello, 2 – Milano – Repliche fino a domenica 16 ottobre.
TOURNÉE
MILANO – Piccolo Teatro Grassi – dal 4 al 16 ottobre 2022
CARPI – Teatro Comunale – 22 e 23 ottobre
CASALPUSTERLENGO – Teatro Comunale – 10 novembre
PAVULLO – Teatro Mac Mazzieri – 22 novembre
POGGIBONSI – Teatro Politeama – 24 novembre
FIRENZE – Teatro Puccini – 25 e 26 novembre
RIMINI – Teatro Amintore Galli – 7 dicembre
SONDRIO – Teatro Sociale – 12 gennaio 2023
FIORENZUOLA – Teatro Verdi – 14 gennaio
TORINO – Teatro Astra – dal 17 al 22 gennaio