VENEZIA, sabato 28 marzo ● Con “Nuova Oggettività. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar, 1919-1933”, si inaugura per la prima volta in Italia e negli Stati Uniti una mostra di grande respiro dedicata ai temi più rappresentativi delle tendenze artistiche dominanti della Repubblica di Weimar. Organizzata dal “Los Angeles County Museum of Art” (LACMA) in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia e con il supporto di “24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE”, la mostra è composta da circa centoquaranta opere tra dipinti, fotografie, disegni e incisioni di oltre quaranta artisti. Accanto a figure di primo piano come Otto Dix, George Grosz, Christian Schad, August Sander e Max Beckmann, i cui percorsi eterogenei sono essenziali per comprendere la modernità dell’arte tedesca, l’esposizione consente di scoprire nomi meno noti al grande pubblico, tra cui Hans Finsler, Georg Schrimpf, Heinrich Maria Davringhausen, Carl Grossberg e Aenne Biermann. L’allestimento riserva una particolare attenzione al confronto tra pittura e fotografia, offrendo la rara opportunità di esaminare le analogie e le differenze tra i diversi ambiti espressivi del movimento.
Nei quattordici anni della Repubblica di Weimar (1919-1933), gli artisti tedeschi si confrontano con le devastanti conseguenze della Prima Guerra Mondiale; con gli effetti sociali, culturali ed economici del rapido processo di modernizzazione e urbanizzazione che muta il volto della Germania; con la piaga della disoccupazione dilagante e la disperazione di vasti strati della società; con i mutamenti delle identità di genere e gli sviluppi della tecnologia e dell’industria. Negli anni che vanno dalla fine della guerra all’avvento del nazismo, la prima democrazia tedesca è un fertile laboratorio di esperienze culturali che vede il tramonto dell’espressionismo, le esuberanti attività antiartistiche dei dadaisti, la fondazione del Bauhaus e l’emergere di un nuovo realismo.
A sancire nel modo più efficace l’emergere di questo nuovo realismo – variamente definito postespressionismo, neonaturalismo, verismo o realismo magico – è la mostra che si tiene a Mannheim nel 1925 dal titolo “Neue Sachlichkeit” (Nuova Oggettività). I diversi artisti associati a questa nuova figurazione formano un gruppo eterogeneo e non sono uniti da un manifesto programmatico, una tendenza politica o un’unica provenienza geografica: ciò che li accomuna è lo scetticismo per la direzione intrapresa dalla società tedesca e la consapevolezza dell’isolamento umano che questi cambiamenti comportano.
La sconfitta nella Prima Guerra Mondiale comporta per la Germania costi altissimi sul piano finanziario, sociopolitico ed emotivo. Gli artisti della Nuova Oggettività guardano con disincanto alla complessa situazione della nuova Germania. Allontanandosi dalla soggettività esasperata e dalle distorsioni formali dell’espressionismo, questi artisti scelgono il realismo, la precisione, la sobrietà oggettività, e rivisitano tecniche e generi della grande tradizione pittorica, con un nostalgico ritorno al ritratto e una spiccata attenzione per la resa delle superfici.
“Nuova Oggettività. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar, 1919-1933” è suddivisa in cinque sezioni tematiche:
“La vita nella democrazia e le conseguenze della guerra”: la disparità tra la borghesia in ascesa e le categorie sociali più colpite dal conflitto, reduci di guerra, disoccupati, prostitute, vittime della violenza e della corruzione politica:
“La città e la natura del paesaggio” indaga il divario crescente tra uno scenario urbano sempre più industrializzato e un mondo rurale rievocato con nostalgia;
“Natura morta e beni di consumo” si concentra su un nuovo tipo di natura morta, in cui gli oggetti della vita quotidiana, spesso prodotti in serie, sono allestiti in composizioni che si presentano come “ritratti di oggetti”;
“L’uomo e la macchina” esplora i diversi approcci adottati dagli artisti verso gli effetti di trasformazione e al contempo di disumanizzazione che il rapido processo di industrializzazione produce;
“Nuove identità: tipi umani e ritrattistica” illustra una nuova tendenza della ritrattistica che trascende l’individualità del soggetto per enfatizzarne l’appartenenza a una categoria sociale.
“Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar, 1919- 1933”- Al Museo Correr dall’1 maggio al 30 agosto in concomitanza con la Biennale di Venezia – Organizzazione: Los Angeles County Museum of Art in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia – Realizzazione con i contributi della Art Mentor Foundation di Lucerna, della Robert Gore Rifkind Foundation, di Philippa Calnan e Suzanne Deal Booth. Ulteriore contributo di Margo Leavin e Wendy Stark. In autunno la Mostra sarà trasferita a Los Angeles, al LACMA, con una altrettanto ampia selezione di opere. L’esposizione è accompagnata da un catalogo riccamente illustrato e di alto valore scientifico – curato da Stephanie Barron e Sabine Eckmann – disponibile in italiano e in inglese.
Informazioni:
Call center
84808200
www.correr.visitmuve.it