I rivoluzionari dell’arte e della musica. Da Kandinsky a Cage. Ma c’è anche Schoenberg (e non solo dodecafonia)

REGGIO EMILIA, domenica 13 agosto – La mostra “KANDINSKY/CAGE – Musica e Spirituale nell’Arte” si annuncia come uno dei momenti più attesi della prossima stagione espositiva, dall’11 novembre 2017 al 25 febbraio 2018, a Reggio Emilia, presso Palazzo Magnani, che celebrerà vent’anni di attività espositiva. In una fantasmagoria di colori e suoni, la mostra presenterà un ricco repertorio di opere dei maestri che hanno cambiato per sempre il corso dell’arte e della musica. Un’occasione unica per scoprire come nasce l’arte astratta, quali note hanno ispirato i grandi maestri e quanta spiritualità si nasconde dietro forme, suoni e colori.
Il percorso in mostra prende avvio dai preziosi bozzetti di opere di Richard Wagner (dell’Archivio Ricordi di Milano), dalla “Fantasia di Brahms” di Max Klinger e da una serie di Lubok.
Segue un importante nucleo di oltre una cinquantina di opere di Wassily Kandinsky – dipinti, acquerelli, grafiche – provenienti da musei e collezioni private, tra le quali spiccano quelle di carattere eminentemente musicale, come gli acquerelli dipinti per gli spettacoli teatrali (del Centro Pompidou, Parigi) e per “Quadri di un’Esposizione” sulla musica di Mussorgskij (della collezione universitaria del Castello di Wahn, Colonia).
Dal confronto dialettico con un musicista e artista grande come Constantin Ciurlionis, rappresentato in mostra da opere e spartiti provenienti dall’omonimo museo lituano di Kaunas, nonché dalle suggestioni della musica atonale dell’amico Arnold Schoenberg (poi maestro di Cage), celebrato a Palazzo Magnani come pittore con una straordinaria selezione di dipinti del Schöenberg Center di Vienna.
Kandinsky giunge intorno al 1910 all’astrattismo spirituale e apre la via al suono interiore dei segni e dei colori, alla continua ascesa verso la libertà della materia. Le espressioni artistiche, ricondotte all’unità del soggetto e al suo ruolo di artefice, spostano l’attenzione sull’interiorità, su quello che Kandinsky chiama das Geistige in der Kunst (lo spirituale nell’arte). La tensione profetica verso l’età dello spirito che anima l’omonimo libro, scritto nel 1909 e poi pubblicato nel 1912, viene drammaticamente negata dall’avvento del primo conflitto mondiale.
La musica resta tuttavia l’ambito privilegiato, nel percorso di Kandinsky come in quello degli altri artisti in mostra, per proseguire verso la via dell’arte astratta, da interpretare anche in senso mistico, antroposofico, religioso e cosmico. La fusione sinestesica e l’empatia (Einfuehlung) che vedono i fruitori coinvolti in un processo ri-creativo dell’opera, rappresentano presupposti fecondi per guidare i visitatori attraverso il percorso della mostra dove pittura, scultura, teatro, danza e cinema si relazionano alla non-oggettività della musica.
A una sezione su Paul Klee, protagonista imprescindibile in questo contesto, segue un omaggio a Marianne von Werefkin, in collaborazione col Museo d’Arte Moderna di Ascona. La grande pittrice legata a Kandinsky, pioniera nell’affrontare il pensiero artistico come “rivelazione della vita in termini di colore, forma e musica”, senza peraltro mai cedere alla pura astrazione, trova un corrispettivo nel “naturalismo” dell’amico Stravinsky – l’altro protagonista, con Schoenberg, della modernità musicale della prima metà del XX secolo – la cui musica è stata scelta per la visione delle opere dell’artista.
La mostra, dopo un significativo omaggio espositivo alle opere di Oskar Fischinger, di Nicolas De Staël e Fausto Melotti Giulio Turcato, si conclude con un ampio omaggio a John Cage, il musicista, pensatore, poeta e artista, i cui princìpi di risonanza interiore e la cui concezione dell’arte come tramite privilegiato di idee universali presenta analogie, rimandi e corrispondenze con la spiritualità kandinskiana.
Una serie di attività collaterali – concerti, lezioni concerto, conferenze, workshop – realizzate in collaborazione con importanti istituzioni come la Fondazione Nazionale della Danza, oltre ad attività formative e didattiche  completeranno e arricchiranno la mostra e l’approfondimento del rapporto tra arte e musica.
La mostra è promossa da Fondazione Palazzo Magnani e Skira Editore con la partecipazione di Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Comune di Reggio Emilia, Regione Emilia Romagna, Provincia di Reggio Emilia, Fondazione Cassa di Risparmio Pietro Manodori, Camera di Commercio di Reggio Emilia. Il progetto a cura di Martina Mazzotta e di un importante Comitato Scientifico, presieduto da Paolo Repetto e composto da curatori e direttori di museo, musicologi, storici dell’arte e filosofi, tra i quali troviamo Michele Porzio e Gillo Dorfles.

(Dal comunicato stampa di Studio ESSECI)

Informazioni dettagliate su:
www.palazzomagnani.it