MILANO, sabato 23 maggio ●
(di Paolo A. Paganini) Oggi, la vita di uno spettacolo dura un attimo. Ed è subito sera. Cioè muore quasi subito. E, comunque, gli spettacoli hanno in genere una permanenza di poche repliche. È tutto un mordi e fuggi. Tre, quattro giorni in scena, e poi via. Ma uno spettacolo deve avere una sua vita, deve avere una sua durata, un suo sviluppo una sua permanenza per continuare a vivere, per farsi conoscere. I teatri dovrebbero fare uno sforzo tutti insieme per difendere il diritto alla vita di uno spettacolo, consentendo una più lunga permanenza. Come una volta. O forse bisognerebbe avere un po’ più di coraggio. È ovvio che se si fa un classico, se si mette in scena uno Shakespeare, si riempiono i teatri, magari con tanti studenti in attesa di maturità. Ma il teatro, il vero teatro passa anche per vie più difficili, con testi e autori nuovi…
Così Elio De Capitani, alla presentazione del cartellone 2015/16 dell’Elfo-Puccini, ha perorato la causa per una battaglia più coraggiosa – o forse più doverosa – di fare teatro, rivendicando, nei quarantatré anni di vita dell’Elfo, una coerente tradizione al teatro contemporaneo, fatto soprattutto in casa, e riservando i testi classici alle tournées, ancorché faticose, con le quali continuare a sostenere la drammaturgia contemporanea. In tal modo i bilanci riescono a stare in equilibrio. Forse. Oggi il gioco s’è fatto duro. La crisi è pesante (si ha un bel dire che la parola “crisi” in greco ha un significato anche positivo!).E le pur necessarie sovvenzioni diminuiscono sempre più… L’assessore Filippo De Corno, con felice metafora, ha riconosciuto che i vari contributi (dal Comune, dalla Regione, dallo Stato, dai privati), sono come la “Sinfonia degli addii” di Haydn, ch’è un grido di dolore, con un inconsueto finale: gli orchestrali suonano tutti insieme il magnifico attacco dell’Allegro assai, e poi, nei movimenti successivi, ad uno ad uno i musicisti si alzano e se ne vanno, e rimane a suonare solo un violino. Finché non tace anche lui…
Così sono ormai gli aiuti non solo ai teatri, ma alla cultura in genere, alle mostre, alle biblioteche. Entro il 2020 si esauriranno del tutto, anche l’ultimo violino smetterà di suonare… E invece bisognerebbe fare il contrario della Sinfonia di Haydn, sostiene Del Corno: cominciare dal violino e, ad uno ad uno, far rientrare tutti gli orchestrali.
Capìta la metafora?
Intanto, in attesa che tutti gli orchestrali rientrino, l’Elfo si butta a capofitto in quest’altra avventura, con il coraggio di sempre, come De Capitani e Ferdinando Bruni han voluto dimostrare presentando il programma 2015/16 di un cartellone con una cinquantina di titoli, distribuiti nei tre begli spazi del Puccini (Sala Shakespeare, Sala Fassbinder, Sala Bausch).
La stagione si aprirà (13-31 ottobre) con uno spettacolo di grandissimo successo, in casa e fuori: la ripresa in casa della “Morte d’un commesso viaggiatore”, che poi continuerà la sua trionfale tournée con piazze garantite fino al 2017.
La prima novità in scena al Puccini sarà invece “Mr Puntila e il suo servo Matti” (30 novembre – 31 dicembre), il testo più comico di Brecht. Sarà messo in scena da Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, con una compagnia di dodici interpreti, tra song e musica live.
Continuerà poi, come tradizione dell’Elfo (fin dagli Anni 80), il percorso nella drammaturgia straniera, per portare in Italia alcune novità di rilevante interesse, come “Harper Regan” (9 febbraio – 6 marzo) di Simon Stephens, talento britannico attualmente in corsa per il Tony Award, con Elena Russo Arman nel ruolo di protagonista.
Epoi riprenderanno: IL GIARDINO DEI CILIEGI (3 – 29 maggio), quasi una “lettura di famiglia” firmata da Ferdinando Bruni; SALOMÉ (3 – 22 novembre) di Oscar Wilde per la regia di Bruni/Frongia e un cast in parte rinnovato; SHAKESPEARE A MERENDA (13 – 22 novembre) di Elena Russo Arman; IL BAMBINO SOTTOVUOTO (26 dicembre – 17 gennaio) allestito da De Capitani, con Cristina Crippa, e ROSSO (4 – 17 aprile) dello sceneggiatore hollywoodiano John Logan, con la regia di Francesco Frongia che dirige il “pittore” Bruni-Rothko.
Tra le ospitalità, molti artisti cari al pubblico milanese, da Giulia Lazzarini a Stefano Accorsi e Marco Baliani, da Moni Ovadia ad Alessandro Haber, da Antonio Rezza ad Antonio Latella… E infine almeno segnaleremo Eros Pagni nel “Sindaco del Rione Sanità”, di Eduardo (8 – 14 febbraio).
Per più dettagliate informazioni:
www.elfo.org