Il concerto di Muti a Redipuglia, presenti Napolitano e tre capi di Stato, nel centenario della Prima Guerra Mondiale

scrario 4PUBBLICATO GIOVEDÌ 3 LUGLIO
(di Carla Maria Casanova) “La nostra scelta per il 2014 era obbligata: celebrare i milioni di vite umane sacrificate (600.000 i giovani Italiani che persero la vita) in un luogo simbolo che rappresentasse tutti: per l’Italia è il Sacrario di Redipuglia”.
A Redipuglia, domenica 6 luglio Riccardo Muti dirigerà una compagine imponente di strumentisti e voci, per la inaugurazione ufficiale del Centenario della Prima Guerra Mondiale (1914-18), il conflitto più sanguinoso di tutte le guerre. Presenzieranno il presidente Giorgio Napolitano e tre capi di Stato.
Sul podio, insieme con l’orchestra giovanile Cherubini (fondata da Muti 10 anni fa) ed elementi della sua orchestra di Chicago, ci saranno anche la European Spirit of Youth Orchestra, e allievi dei Conservatori di Trieste e di Udine, e i Cori del Friuli Venezia Giulia e del Teatro Verdi di Trieste e musicisti di tutte le nazioni implicate nel conflitto: Germania, Austria, Russia, Inghilterra, Francia, Belgio. I solisti: Tatiana Serjan (russa), Daniela Barcellona (triestina), Saimir Pirgu (albanese), Riccardo Zanellato (veneto).
È il concerto che le Vie dell’Amicizia del Ravenna Festival, nate a conforto dei Paesi segnati dalle guerre e iniziate nel 1997 con la trasferta a Sarajevo, città martire, offrono quest’anno per dimostrare una volta ancora che la musica riconcilia. “Non distingue razze e popoli e lingue e religioni. – dice Muti – Se le nazioni usassero questo linguaggio, anziché quello dei cannoni, la pace potrebbe essere uno stato di vita permanente e non una parentesi tra invasioni e bombardamenti.”
Muti dirigerà la Messa da Requiem di Verdi, forse il suo pezzo forte in assoluto. “Il Requiem di Verdi è una preghiera molto particolare – dice il Maestro – è piuttosto un confronto tra l’Uomo e Dio. Verdi non era certo praticante e il suo Requiem non è un’implorazione. Il Libera me Domine è quasi una imprecazione: l’uomo rinfaccia a Dio di averlo creato e gli addebita la responsabilità di salvarlo. Come risulta chiaramente dalla forza della musica.” Questa asserzione di Muti mi aveva generato perplessità e scompiglio. Come può l’uomo che teme l’inferno (Libera me Domine de morte eterna) rivolgersi a Dio imprecando?
D’altra parte, come è possibile discutere di Verdi con Riccardo Muti, suo massimo interprete? E alla fine, a furia di ascoltare il grido di quella frase, ho dovuto dare ragione a Muti. Certo è che quel grido non potrà risuonare tragico e vero in nessun luogo come dal Sacrario di Redipuglia. Là dove da ciascuno dei 1200 gradini i Caduti rispondono “Presente”. E anche quel nostro Inno nazionale tanto vituperato (bellissimo, infatti, non è) che sarà suonato alla presenza del presidente Giorgio Napolitano e di altri tre capi di Stato, avrà una valenza tutta particolare perché la terribile frase “son pronto alla morte, l’Italia chiamò” quei ragazzi l’hanno eseguita dandola, la loro vita.
Il concerto delle vie dell’Amicizia del Ravenna festival diretto da Riccardo Muti al Sacrario militare di Redipuglia, primo appuntamento ufficiale alla memoria del conflitto del 1914-18, sarà trasmesso domenica 6 luglio in diretta alle ore 21, su Rai3, e riproposto in agosto su Rai Uno.