Il Gerolamo 33 anni dopo • 209 posti, ma multifunzionale • Previsti monologhi, musica classica e recital di canzoni

teatro-gerolamo-8MILANO, martedì 25 ottobre. Dopo 33 anni di lento, inesorabile degrado, tra polvere, incuria, umidità, con il conseguente disfacimento nel tempo di pitture a fresco, di parti in legno, di stoffe e decorazioni (compresi – probabilmente – furti e atti vandalici), il vetusto di glorie e di storiche tradizioni Teatro Gerolamo di Piazza Beccaria ha aperto i battenti a nuova vita, costata sei anni di recuperi, consolidamenti, ristrutturazioni, ammodernamenti, nuovi impianti scenici e una definitiva messa a norma del teatro, la cui mancanza, nel 1983, aveva determinato la sua chiusura fino appunto ai giorni nostri.
Il Gerolamo venne costruito nel 1868, tipico esempio di teatro all’italiana, come la Scala, anche se in formato ridotto. Con una capienza di 600 posti tra platea, palchi e loggione, il Teatro era cromaticamente dominato da velluti rossi e da auree tinteggiature (oggi reinterpretate da eleganti, ma meno caldi elementi stilistici, accostando pareti rosse a pareti verdi, con sedie rosse nei palchi e verdi in platea).
Il Teatro Gerolamo era nato come sala per i più piccini, gestita all’inizio dal marionettista Giuseppe Fiando, che però dava spazio anche al teatro dialettale, grazie al contributo dell’Accademia del Teatro Nuovo dove operavano diversi personaggi della Scapigliatura, accanto ad altre compagnie come quella di Palmira Telamoni, diretta da Augusto Vergani, la Compagnia Dialettale Milanese Francesco Parenti e un’altra formazione intitolata a Carlo Porta e diretta da Cesare Poiani.
Dopo la morte di Giuseppe Fiando, la moglie restituì il Gerolamo alle marionette. Sulla piccola ribalta del teatro furono chiamate a esibirsi le creature di legno di varie compagnie: gli Zane, i Croce, i Campogalliano e la prestigiosissima Carlo Colla & Figli, alla quale, infine, nel 1911, fu affidata la gestione del teatro. I Colla vi restarono stabili fino al 1957, anno in cui il teatro fu chiuso una prima volta sotto la minaccia di demolizione per le sue gravi condizioni di degrado.
Recuperato all’uso da Paolo Grassi nel 1958 con una recita straordinaria di Eduardo De Filippo, ha ospitato per alcuni anni recital, esibizioni di cabaret, monologhi, piccoli spettacoli, interpretati da importanti protagonisti della scena nazionale e internazionale da Franca Valeri a Lilla Brignone, da Tino Buazzelli a Jean-Louis Barrault, da Laura Betti a Paolo Poli, e ancora, fra gli altri, Milly, Enzo Jannacci, Dario Fo e Franca Rame, Ornella Vanoni, Juliette Gréco, Domenico Modugno, Paola Borboni.
Dal 1960 diventa sede della Compagnia Stabile del Teatro Milanese diretta da Carletto Colombo e con Piero Mazzarella primo attore e beniamino del pubblico.
Nel ‘74 il teatro, passato sotto il controllo del Comune di Milano, diventa Ente Autonomo e infine nel ‘78 è affidato alla gestione di Umberto Simonetta fino al 1983, anno della seconda nuova chiusura, come s’è detto, per ragioni di uscite di sicurezza non a norma.
teatro-gerolamo-9Durante la sua gestione, Simonetta mette in scena molti dei suoi testi, abbandonando definitivamente il dialetto e teorizzando la nascita di un neo-milanese più in linea con i tempi. Il concetto veniva così espresso da Simonetta:
Il dialetto milanese, purtroppo, non è più così generalizzato, parlato e vissuto, come una volta. Io invece cercherò di incrementare e valorizzare il concetto di milanesità, che è un modo di essere, di vivere, di fare spettacolo, di divertire e di far ridere. Cabaret e canzoni ne sono da sempre le espressioni più tipiche e originali…” (da una intervista raccolta da p.a.p.)
Con questi caratteri, ne sono stati sono interpreti, fra gli altri, Livia Cerini, Maurizio Micheli, Giorgio Gaber. Ma sulla piccola ribalta del Gerolamo salgono anche Copi, Paolo Poli, Rosalina Neri.
Il recupero del teatro è dovuto alla privata iniziativa della Società Sanitaria Ceschina, proprietaria da circa un secolo dello stabile che ospita il Gerolamo che ha provveduto ai lavori di restauro proseguiti per sei anni e che ha restituito la struttura al suo nuovo splendore anche in base alle indicazioni della Sovrintendenza alle Belle Arti.
Il Gerolamo, così come potrà essere fruito d’ora in poi consta di 209 posti complessivi, e di numerosi spazi aggiunti con i lavori di restauro: una sala con il bar, uno spazio per conferenze, mostre e proiezioni al piano terra, un’altra piccola sala con un pianoforte, insomma uno spazio nuovo e multifunzionale.
Il suo direttore artistico Roberto Bianchin, narratore e giornalista, che arriva dal Teatro La Fenice di Venezia dov’è consulente artistico del sovrintendente, parla di “scrigno dei sogni” e di “teatro dell’insolito”.
Saranno soprattutto tre i programmi previsti nei futuri cartelloni, che ancora non si conoscono:
Concerti di musica classica,
Monologhi di prosa,
Recital di canzoni d’autore.
Regolari incursioni saranno inoltre in programma nei territori della danza contemporanea, del nuovo circo, della musica jazz. Senza tralasciare i segnali della memoria: dal teatro per marionette ai teatri dialettali. Alcuni spettacoli saranno accompagnati da mostre in tema e giornate di studio realizzate in collaborazione con il dipartimento di storia dello spettacolo dell’Università degli Studi di Milano.
Il Teatro Gerolamo, con uno sguardo rivolto all’Europa, si fa inoltre promotore dell’associazione culturale “Piccoli Teatri Europei dell’Ottocento”, con lo scopo di raggruppare strutture con analoghe caratteristiche architettoniche di teatri all’italiana e una capienza non superiore ai duecento posti, al fine di difendere e valorizzare un patrimonio teatrale unico e originale e promuovere lo scambio di produzioni artistiche e culturali.