(di Andrea Bisicchia) – Esistono modi diversi per comprare il piacere, così come esistono modi diversi per indagare il fenomeno più antico del mondo. Gli apporti scientifici possono appartenere a discipline diverse, sulle quali svetta quella sociologica. Marzio Barbagli, sociologo di fama, professore emerito dell’Università di Bologna, con “Comprare piacere. Sessualità e amore dal Medioevo a oggi”, edito da Il Mulino, ci offre un compendio dell’argomento trattato, suffragato da una bibliografia che occupa ben 70 pagine del volume.
Diciamo subito che l’attività sessuale ha trovato, nel tempo, il giusto equilibrio grazie ai modelli normativi riguardanti le varie legislazioni che si sono succedute tra regolazionismi e abolizionismi. L’autore, nel suo lungo excursus, a volte ricorre a fonti letterarie, dove l’argomento sessuale è diventato oggetto di racconto, come nei Fabliaux, nel Decameron, con la novella di Masuccio, o nelle Ballate, come quella di François Villon, nota come la Ballata di Margot la grassa, dove il linguaggio scurrile è ovattato dalla poesia. Non manca la ricerca di altre provenienze, come i verbali dei tribunali, le carte dei processi, le ordinanze, i divieti, le leggi sulla prostituzione, oltre che quelle del Santo Uffizio. Marzio Barbagli non trascura nulla, tanto che gli argomenti trattati sono tutti provati da fonti documentarie ben precise.
Il volume è diviso in 21 capitoli che hanno come argomento il mercato del sesso, la sua commercialità, i luoghi dove avvenivano gli incontri, l’apporto dei gestori, dei mezzani, dei lenoni, dai quali dipendevano le variazioni di pagamento e delle offerte. Non mancano le regole da rispettare per gli uomini sposati, per i soldati mercenari, per i chierici, per i clienti, in genere, così come non mancano i giudizi morali, riservati alla chiesa cattolica, ben diversi da quelli della chiesa luterana che aveva preso una posizione autonoma proprio nei riguardi della morale.
Il punto da cui è partito Marzio Barbagli riguarda una inchiesta condotta tra il 2006 e il 2015, secondo la quale, il 15% degli uomini italiani, dai 18 ai 70 anni, ammette di aver pagato almeno un rapporto sessuale, nel corso della propria vita. Perché così pochi? Perché, nei paesi occidentali, è in corso, a suo avviso, da tempo, il “passaggio dall’avere una economia di mercato, all’essere una società di mercato”. Il che, in parole povere, vorrebbe dire che, nella nostra società, tutto è in vendita, non solo i beni materiali, ma anche quelli morali, oltre che intimi e civili. Tutto questo ha causato un abbassamento dei prezzi, dovuto a una richiesta alquanto insufficiente.
L’autore, per storicizzare il fenomeno e spiegare l’andamento di questo mercato , ha esteso la sua ricerca ai secoli precedenti, partendo dal Medioevo, scandagliando sia i centri urbani che quelli periferici dove il sesso veniva consumato, pur tra tante difficoltà, dovute ai tentativi di soppressione, ai vari monopoli che gestivano le case di tolleranza, con le continue aperture e chiusure lungo gli otto secoli esaminati, durante i quali, la crescita della domanda e dell’offerta di prestazioni sessuali a pagamento, era dovuta allo sviluppo dell’economia mercantile, alla continua urbanizzazione, soprattutto degli immigrati. Il fenomeno raggiunse l’apice alla fine del 1300 e alla fine del 1800, con l’avvento di due modalità delle società industriali. L’indagine comporta, anche, il diverso uso del corpo come sede degli appetiti sessuali, soprattutto, da parte degli uomini, perché si pensava che avessero un desiderio maggiore, rispetto alle donne.
Barbagli non trascura il sesso a pagamento per gli uomini e ci fa sapere che i tedeschi, proprio verso la fine del 1300, ritenessero la sodomia un vizio prettamente italiano. La notizia la si legge in una predica di Bernardino da Siena, durante la quale manifestò la sua indignazione nei confonti dei tedeschi che erano soliti dire che: “non esiste al mondo nessun popolo che sia più sodomita di quello italiano”, si trattava di un peccato che San Tommaso considerò un vizio contro natura, più grave dello stupro e dell’adulterio. È chiaro che l’autore non si limita a elencare le città italiane dove fioriva il sesso a pagamento, ma passa in rassegna gran parte delle città europee e annota come, durante i secoli presi in esame, nei mercati del sesso, sia in quello femminile che in quello maschile, fossero avvenute grandi variazioni e che fossero aumentate le offerte omoerotiche che raggiunsero il massimo mercato nel 1960.
Barbagli accompagna il lettore attraverso l’evoluzione di tale mercato, facendolo riflettere sui costumi sessuali, sui comportamenti, sulle legislazioni, sui dibattiti morali che testimoniano, a loro volta, l’evoluzione sociale che ne è conseguita, che non si è lasciata intimorire né dai divieti, né dalle norme o dalle leggi ad hoc, come dire che il prezzo del piacere, non ha prezzo.
Marzio Barbagli, “Comprare piacere. Sessualità e amore venale dal Medioevo a oggi” – Editore Il Mulino 2020, pp. 630, € 36. www.mulino.it