(di Andrea Bisicchia) Nuovi studi testimoniano un rinnovato interesse per l’opera di Rosso di San Secondo, auspicio, forse, per un altrettanto interesse da parte dei teatranti. L’editore Sciascia ha appena pubblicato “Eros e mito. Rosso di San Secondo, espressione del Novecento europeo”, che si caratterizza, non solo per una ricerca fondata su studi antichi e recenti, che hanno affrontato il tema della sessualità nel teatro di Rosso, ma anche per l’analisi di alcune novelle, poco note, e della trasposizione cinematografica di “La bella addormentata”(1942), da parte di Luigi Chiarini, protagonisti Amedeo Nazzari, Luisa Ferida, Osvaldo Valenti, Teresa Franchìni.
Il primo saggio è di Paolo Puppa, studioso di lunga data di Rosso, il quale ha posto, a base della sua lettura, un testo poco noto di Otto Weininger (1880-1903) che in “Sesso e carattere” analizzò il disagio della civiltà di fine Ottocento, attribuendolo allo strano rapporto tra uomo e donna o, meglio, tra maschile e femminile, da lui ritenuto la vera decadenza dei costumi, generata, soprattutto, dall’atteggiamento disinvolto della donna, la cui brama di emancipazione sarebbe potuta avvenire soltanto o attraverso la ricerca di un amore assoluto, o attraverso la preminenza delle “donne mascoline”, temi che Puppa ritrova sia in “Marionette, che passione”, che in “La bella addormentata”, grazie alla trasformazione dell’amante crudele in personaggio assente e della trasfigurazione dell’amore in estasi, presente anche in “Lo spirito della morte”, dove si accetta la morte delle persone amate, per impadronirsene.
Maria Grazia Trobia azzarda una lettura più complessa, ponendo, a base della sua ricerca, i “Cultural Studies”, che non solo consentono l’uso della interdisciplinarietà e del metodo comparativo, ma anche l’utilizzo di discipline aperte alla contaminazione, all’ibridismo, alla diversità e al meticciato. Si tratta, a mio avviso, di un nuovo percorso critico che si rifà anche agli studi di Judith Butler su “Sesso e carattere” e su “Corpi che contano”, ovvero alle sue teorie sul corpo sessuato, concepito come costruzione culturale, e sulla disfatta del “genere”, essendo uomo-donna ideali “tipi metamorfici”. Secondo Maria Grazia Trabia, con “La bella addormentata” e la novella “Tania”, Rosso costruisce immagini di donne “diversamente altre” che, sulla scia delle teorie postcoloniali, possono ritenersi tipiche identità di donne subalterne che rifiutano la cultura maschilista, non per nulla Tania desidera sottoporsi alla chirurgia plastica per ottenere un’identità maschile.
L’area degli studi “decoloniali” è seguita anche da Alessandra Pellegrino che, avendo scelto come oggetto di analisi due novelle, “La signora Liesbeth” e “Luce del nostro cuore”, sostiene che l’oggetto femminile, che non ha alcuna voce, è quello che maggiormente si apre “verso l’altro”, trattandosi di donne che amano la diversità.
Antonella Maric’ punta su tre parole chiavi: Pessimismo, Alienazione, Istinto, necessarie per capire l’opera di Rosso, essendo, esse, conseguenza del disordine esistenziale, tanto che i personaggi, a loro volta, cercano riparo nel mito e nel rito, attraverso i quali, si afferma l’elemento cromatico, da intendere come fenomeno psicofisico. Fiorella Falci dedica il suo saggio al film “La bella addormentata” di Luigi Chiarini, sceneggiato da Vitaliano Brancati e Lamberto Barbaro, ma ne approfitta per soffermarsi sull’industria cinematografica, con i film funzionali al regime, ricordando come, tra il 1930 e il 1943, fossero stati realizzati ben 700 film e quanto fosse notevole, per il regime, il contributo educativo del cinema, grazie anche al lavoro svolto dal Centro Sperimentale e dall’Istituto Internazionale del cinema affidato a Chiarini, l’alter ego di Silvio D’Amico fondatore della Regia Accademia Nazionale del teatro. La Falci ricorda che il film, tratto dalla commedia di Rosso, fosse uscito contemporaneamente a “Ossessione” di Visconti, che dette l’avvio alla Stagione del Neorealismo.
Per concludere, vorrei ricordare i saggi di Freud, non citati da nessuno,”Sessualità e vita amorosa” (1905), necessari per capire il mondo misterioso del sesso.
Antonella Maric’, Maria Grazia Trobia (a cura di), “Eros e mito. Rosso di San Secondo, espressione del Novecento europeo”, Salvatore Sciascia Editore 2018, pp 206, € 12