Il torvo e disperato mondo del “Malato” di Molière. Farsa nacque e, con Buscemi, farsa rimane. Applausi e risate

Il malato 2MILANO, sabato 24 ottobre   
(DI EMANUELA DINI) La celebre commedia di Molière, rappresentata per la prima volta il 10 febbraio 1673 e arricchita (allora) di intermezzi e balletti solo per far piacere a re Luigi XIV, pensata come farsa ma anche come denuncia e invettiva contro il mondo dei medici, avidi e cialtroni, viene considerata il testamento morale di Molière, che morì praticamente in scena, durante la rappresentazione del 17 febbraio 1673, in cui interpretava il protagonista Argante, di fatto il suo alter ego.
Rappresentata innumerevoli volte, la commedia si presta a più piani di lettura: c’è la vecchiaia fragile e capricciosa, l’avidità e la spregiudicatezza di medici profittatori e mogli interessate, la saggezza popolare della servitù, la girandola velleitaria dei falsi sapienti, la lucidità e spietatezza di un mondo torvo e disperato.
Nella versione in scena al Teatro San Babila (un’ora e 40 senza intervallo) si privilegia l’effetto farsesco, con i duetti tra un Argante ipocondriaco (Andrea Buscemi) e un dottor Purgone che lo cura a base di purghe (appunto) e giganteschi clisteri; le moine e i “ciccino” della moglie falsa e infedele (Nathalie Caldonazzo); gli intrighi a fin di bene ideati dalla serva Tonina e i divertenti e stonatissimi duetti canori tra Angelica e il fidanzato Cleante. Che suscitano una curiosità: ma quanto è difficile, per un attore, cantare in maniera assolutamente sgraziata e stonata, per esigenze di copione?
Il pubblico si diverte, ride facilmente e applaude anche a scena aperta.
La scena è semplice ed elegante, e con pochi tocchi indovinati – tendaggi, un tavolino, cuscini e sgabelli in broccato- ricrea l’ambiente barocco. I costumi sono fedelmente seicenteschi, con tocchi di liberà su parrucche dineyane e – perché? – acconciatute-non acconciature, ovvero capelli sciolti o raccolti semplicemente per Angelica e Tonina, come se fossero due impiegate in ufficio. Il testo è stato parecchio ridotto. Finale frenetico, come un videogioco impazzito, in un folle balletto di investitura intorno ad Argante, come novello medico. Che lo farà precipitare ancor di più in una folle solitudine…
A livello di cronaca, da segnalare la gradevole iniziativa del brindisi post spettacolo con gli attori, che, ancora in costume di scena, gironzolano nel foyer, chiacchierano con il pubblico, rispondono a curiosità e domande, non si negano alle immancabili richieste di selfie.

“Il malato immaginario”, di Molière, con Andrea Buscemi, Livia Castellana, Martina Benedetti, Nicola Fanucchi, Simone Antonelli, Leo Giorgetti – Al Teatro San Babila, Corso Venezia 2/A, Milano – Repliche fino a domenica 1 novembre.