(di Paolo Calcagno) Hayao Miyazaki è considerato il “poeta dell’animazione” e con “Si alza il vento” (126 minuti) dà l’addio ai film lunghi per dedicarsi esclusivamente ai cortometraggi. Con questo film visivamente bellissimo (ma carente di solidità narrativa), che prende il titolo da un verso di Paul Valèry “Le vent se lève, il faut tenter de vivre” (Si alza il vento, dobbiamo provare a vivere), il grande maestro giapponese ci fa dono di uno struggente racconto sul dolore umano, sulla redenzione delle scelte pacifiste e sulle vette d’estasi cui può giungere l’amore. Miyazaki aveva annunciato di voler creare “un film realistico, fantastico, a tratti caricaturale, insomma un film meraviglioso”. Ma per compiere la sua missione al celebre regista dello Studio Ghibli non poteva bastare la testimonianza dell’infanzia e, pertanto, ha virato verso l’incanto del mondo adulto. Anche se, a Giffoni Film Festival, nel luglio scorso, la doppia proiezione di “Si alza il vento” (ovviamente fuori concorso) aveva fatto la felicità dei 3.500 piccoli giurati che avevano affollato la sala Truffaut.
“Non ne è rimasto nemmeno uno”, osserva addolorato Jiro, il protagonista del film, mentre le immagini illustrano lo sterminato cimitero di “Zero”, i veloci aerei da combattimento giapponesi che prima avevano raso al suolo Pearl Harbor e poi terrorizzato la potente flotta americana con gli attacchi suicidi dei piloti “kamikaze”. “Non ce ne sono più perché il tuo Paese è stato devastato”, lo consola con amarezza il progettista italiano Gianni Caproni, idolo e compagno di sogni del personaggio del film “The Wind Rises” (Si Alza il Vento), di Hayao Miyazaki.
La magia e la poesia dei miracolosi disegni di Miyazaki, mescolando realtà e fantasia, rendono omaggio alla storia di Jiro Horikoshi, alla sua infanzia da sognatore e alla sua ascesa, quale affermato progettatore aeronautico di fama internazionale, tra successi, delusioni e l’appassionato amore per la dolce Nahoko e per l’infinito del cielo.
Il film del regista nipponico, Premio Oscar per il suo capolavoro “La città incantata”, fonde le storie vere di Jiro Horikoshi, progettista dell’aereo Mitsubishi A6M1 (più conosciuto come aereo da combattimento “Zero”), e dello scrittore Tatsuo Hori, autore dell’omonimo romanzo “The Wind Rises”, nella vicenda del personaggio “Jiro”, quale emblema del nuovo Giappone che si annunciava già 80 anni fa.
Tuttavia, sentiamo doveroso osservare che il fascino delle immagini non basta a contenere l’inerzia del film, che rischia di sbandare verso una tediosa e infantile banalizzazione di una storia che rappresenta un esempio straordinario della trasformazione di un grande Paese come il Giappone e che in questo racconto filmico è, talvolta, persino tradita da palesi infedeltà. Ad ogni modo, “Si alza il vento” (peraltro, già ospite della Mostra di Venezia dell’anno scorso) si appresta alla sua verifica nelle sale italiane distribuito da Lucky Red.
“E’ un’opera inusuale, di assoluta finzione, che descrive la gioventù giapponese degli anni Trenta”, spiega Hayao Miyazaki. “E’ la storia di un individuo dedito al suo lavoro, che ha perseguito tenacemente il suo sogno. I sogni contengono un elemento di pazzia, e questo aspetto “velenoso” non può essere nascosto. Desiderare ardentemente qualcosa di troppo bello può distruggere. Jiro sarà distrutto e sconfitto, la sua carriera di progettista interrotta, ma resta un uomo di grande originalità con un talento non comune”.
Ambientando nel periodo Taisho della storia giapponese (1912-1926) la narrazione della vita di Jiro ed enfatizzando con stile epico il coraggio e l’amore del protagonista, creatore di portentose innovazioni nel campo dell’aeronautica, il maestro Miyazaki illustra alla sua incomparabile maniera anche i grandi eventi storici di quegli anni: il devastante terremoto del Kanto, nel 1923; la morsa della Depressione economica che mise in ginocchio il Paese e, più tardi, l’entrata in guerra del Giappone. Ed è con questa parabola triste e romantica del suo Paese che, tuttavia, apre alla speranza di un futuro più felice, che Hayao Miyazaki, all’età di 73 anni, ha deciso di limitare la sua incredibile carriera di cineasta lasciandoci con il suo ultimo lungometraggio un eccezionale testamento artistico.
“Si Alza il Vento”, regia di Hayao Miyazaki. Disegni animati. Giappone 2013.
Il “Vento” fa volare i magici disegni di Hayao Miyazaki poeta dell’animazione (che dice: sarà l’ultimo)
12 Settembre 2014 by