(di Marisa Marzelli) La maledizione del regista di origini indiane M. Night Shyamalan sta nell’aver debuttato con un film di grande successo, che ha zittito e stregato tutti. Era il 1999 e il film era Il sesto senso. Da lì, il buon Shyamalan poteva solo andare indietro nei consensi, cosa puntualmente verificatasi. Nonostante i potenti mezzi finanziari messigli a disposizione dalle produzioni, dopo Unbreakable e Signs, i vari The Village, Lady in the Water, E venne il giorno, After Earth avevano deluso le alte aspettative. Anche perché l’autore è sempre rimasto fedele ad una tematica scivolosa che flirta con reale e paranormale, cercando in ogni film un finale capovolgimento di prospettiva che scompigli le convinzioni dello spettatore.
Ormai relegato tra i talenti persisi strada facendo, Shyamalan ha dovuto rinunciare ai ricchi budget. Ma con due piccoli film costati poco, che hanno in proporzione guadagnato bene e goduto di un favorevole battage promozionale, sta recuperando lentamente la fama perduta. Dapprima con The Visit (2015) e ora con Split (traducibile con frattura o scissione) di cui è autore del soggetto, sceneggiatore, regista e coproduttore. Per ammissione dello stesso autore, Split s’ispira alla lontana al caso di Billy Milligan, un giovane criminale che sul finire degli anni ’70 rapì, rapinò e violentò tre studentesse, però venne assolto in quanto risultò affetto da un disturbo dissociativo della personalità per cui in lui coabitavano una ventina di personalità differenti.
A Split il semplice fatto di cronaca non interessa, interessa piuttosto l’inquietante viaggio in una mente disturbata. Un misterioso Kevin (James McAvoy) rapisce in pieno giorno tre ragazze che il padre di una di loro doveva riportare a casa dopo una festa. Due sono amiche del cuore, la terza (Anya Taylor-Joy) è la sfigata della classe, isolata e che non lega facilmente. Ma sarà lei a tenere testa al rapitore, forse perché (come suggeriscono alcuni flashback di quand’era piccola) ha esperienze di abusi infantili, come del resto il sequestratore. Kevin non è solo Kevin, a volte parla e si comporta come un bambino di 9 anni, o come una donna, o come uno stilista gay… Vengono esplicitate solo una decina delle sue 23 personalità, in attesa che si manifesti la 24ma, la più potente e pericolosa, definita “la bestia”. Kevin tiene prigioniere le sue prede in un luogo difficilmente definibile, una sorta di sotterraneo o scantinato da cui sembra impossibile fuggire. L’uomo è in contatto anche con la sua terapeuta (Betty Buckley), un’anziana e materna psichiatra, che è al corrente del disturbo dissociativo dell’identità del paziente, ne è molto allarmata ma cerca di gestirlo, spingendo a dialogare le diverse personalità che albergano nel giovane.
Film in parte criptico, ricco di non detti, di sensazioni morbose e inquietanti ma anche semplice e chiaro nel giocare con ambientazioni claustrofobiche, suspense ben orchestrata che alterna momenti di pause e picchi di terrore, Split fonde il thriller e l’horror con l’intenzione di spingere a riflettere sulle potenzialità della mente umana che, sebbene in questo caso fuori controllo, piega il corpo alla volontà. Ci sono echi di Hitchcock (Psycho e lo sdoppiamentonella personalità di Norman Bates), di De Palma e di altri autori che hanno affrontato il tema. La tensione sale non solo per il plot, l’imprevedibilità del protagonista e i tentativi di fuga delle ragazze, ma soprattutto in funzione del finale, che in Shyamalan – lo si aspetta – tenderà a ribaltare le spiegazioni che lo spettatore si è dato a partire dagli indizi disseminati. Il finale propone invece un imprevisto cameo di Bruce Willis (attore importante nella filmografia di Shymalan) e nasce il sospetto che la conclusione sia funzionale all’ipotesi di girare un sequel.
Pochi personaggi e pochi esterni, tutto il peso del film è sulle spalle dello scozzese James McAvoy, che squaderna le sue differenti personalità, le sue rabbie e paure, con asciuttezza e intensità, senza strafare o gigioneggiare. E sulla buona espressività di Anya Taylor-Joy, diventata famosa nel 2015 con l’horror The Witch.
Inquietante viaggio nella mente disturbata d’un dissociato dalle molte personalità. Tesa suspense fra thriller e horror
27 Gennaio 2017 by