MILANO, venerdì 10 marzo ► (di Paolo A. Paganini) Costruiti massimamente per loro due, su loro due, con loro due, diciamo: gli spettacoli di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, attori, autori e registi. Fanno Compagnia da 41 anni. Hanno allestito classici e testi contemporanei, da Pirandello a Sciascia, da Goldoni all’amatissimo conterraneo palermitano, Franco Scaldati (“Totò e Vicé”), scomparso nel 2013, e del quale ora portano, all’Elfo-Puccini, “Assassina” (1984).
Evitiamo di farne un assurdo metafisico. “Assassina” è un amaro divertissement, con non gratuite annotazioni di sofferenze mentali, visto lo stato confusionale dei due buffi personaggini che si sono dimenticati di vivere insieme da chi sa quanto tempo.
Ora, questi due, un omino (Stefano Randisi), che fa il sagrestano, e una vecchietta (Enzo Vetrano), che non esce neanche più di casa, non si riconoscono più e si stupiscono della presenza l’uno dell’altro, con tutti gli equivoci derivanti da quella loro incomprensibile intrusione.
Eppure, hanno le stesse abitudini domestiche, conoscono ogni angolo della loro disordinata e fatiscente casa, sullo sfondo di una Palermo tetra e degradata, si stupiscono con terrore di ritrovarsi entrambi nello stesso letto (la vecchietta teme che il bruto attenti alle sue virginali virtù). Sono anche più o meno affezionati alla gallina Santina e al topo Beniamino, ma non si conoscono più. E ciascuno cerca di liberarsi dell’altro, mentre dall’alto d’un grande quadro finemente incorniciato, i due defunti genitori li guardano con affettuosa indulgenza.
I due “genitori” in effigie sono in realtà i Fratelli Mancuso, impegnati da anni in preziose esecuzioni di sicule etnie evocanti suggestioni afro-arabeggianti. Cantano e suonano con strumenti tipici, come la sansula (di origine africana), il salterio ad arco (di origine antichissima) o il mezzo colascione (conosciuto come ‘o re de li stromiente). Più che musicisti, Enzo e Lorenzo Mancuso hanno qui una loro consistenza drammaturgica, come interpreti, testimoni, interlocutori. Bravissimi.
E Vetrano e Randisi? A loro basta un cenno di complicità per ricavare, dopo tanti anni di consuetudini sceniche, teneri, piacevoli e commossi controcanti comici, come due vecchi attori di varietà, ma con ben altri spessori umani e artistici, così svagati e cattivi, teneri e nel contempo crudeli, come in un inferno di ombre, fantasmi tra i vivi, per ritornare alla fine ombre tra le ombre.
Un’ora e venticinque di spettacolo (compresa una ironica lezione iniziale di traduzioni terminologiche siculo-italiane) e scroscianti applausi alla fine per tutti.
ASSASSINA, di Franco Scaldati – interpretazione e regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi – musiche composte ed eseguite dal vivo FRATELLI MANCUSO – scene e costumi Mela Dell’Erba – All’Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33, Milano – Repliche fino a domenica 19.