Johnny Depp, imbottito di pixel, sopravvive in un computer e minaccia la distruzione del mondo

La mente d’un famoso scienziato (Johnny Depp) sopravvive dentro un computer: tragiche conseguenze nel film di Wally Pfister, “Transcendence”

La mente d’un famoso scienziato (Johnny Depp) sopravvive dentro un computer: tragiche conseguenze nel film di Wally Pfister, “Transcendence”

(di Paolo Calcagno) Wally Pfister è un maestro della fotografia cinematografica e da 15 anni realizza le immagini del “mago” capace dei trucchi (e dei racconti) più fantasiosi e affascinanti di Hollywood, quel Christopher Nolan che da “Memento” a “Inception” ha consentito al suo pupillo di guadagnarsi un Oscar e tre nominations. La fantascienza e i percorsi più azzardati della “sci-fi” sono stati le linee-guida dei film di Nolan, sulle quali Pfister si è formato ed è cresciuto. Volendo provare a fare da solo, l’ex direttore della fotografia ha scelto per il suo esordio nella regia il terreno praticato a lungo con Nolan e si è affidato alla sceneggiatura originale di Jack Paglen (anch’egli al debutto) per il suo primo film, “Transcendence”, sul tema assai intrigante della grande sfida tra A.I. (Intelligenza artificiale) e facoltà umane.
Diciamo subito che il film è un insieme di occasioni sprecate, a partire dal protagonista Johnny Depp, indicato a suo tempo da Marlon Brando come l’attore più in gamba in circolazione, che qui non ha occasioni per confermare il giudizio del magnifico “Selvaggio” che ci incantò per anni sul grande schermo. Depp è il Dr. Will Caster, ricercatore di fama mondiale, schivo e riservato che vive e studia con l’inseparabile moglie Evelyn (Rebecca Hall), alternandosi tra la cura botanica di un giardino all’antica e la costruzione di un computer potenzialmente senziente, battezzato Pinn (Physically Independent Neural Network), in grado di elaborare i dati del sapere collettivo universale e unirli a una mente consapevole, dotata di ogni tipo di emozione. “Qual è la natura della coscienza? C’è un’anima? E se sì, dove si trova?”, ci chiede Pfister scolpendo nel marmo i dubbi che genera il suo racconto e tentando di coinvolgerci appassionatamente nel dibattito aperto dal suo film con le parole, laddove dovrebbe riuscire con le emozioni delle immagini. A margine di un convegno lo scienziato è bersaglio del mortale attentato dei terroristi di Revolutionary Indipendence From Technology (Rift), al grido di “Evoluzione senza Tecnologia”. Gli estremisti sono disposti perfino a uccidere per opporsi al dominio della tecnologia sul genere umano. La moglie di Caster con l’aiuto del neurobiologo Max Waters (Paul Bettany) e il via libera del “grande vecchio” Joseph (il premio Oscar Morgan Freeman) decide di salvare cuore e mente del marito portando a termine l’esperimento dello scienziato, caricando in Pinn pensieri ed emozioni del grande studioso e ottenendo, così, la sua “Trascendenza”. Il sapere di Caster si serve delle illimitate capacità di calcolo della macchina per crescere in misura esponenziale, consentendo a Pfister di mostrarci i terribili effetti della sua sentenza iniziale: “Una volta on-line, una macchina senziente supererà rapidamente i limiti della biologia. Il suo potere analitico sarà più grande dell’intelligenza collettiva del sapere universale. Immagina una tale entità con l’intera gamma delle emozioni, perfino la coscienza di sé. Io la chiamo Trascendenza”.
Senza particolari colpi di genio illustrativi Pfister, e con la guida di una sceneggiatura poco brillante, fa virare verso il thriller il suo film fantascientifico che, al di là della proposta del tema attraente della lotta tra Intelligenza Artificiale e il sapere umano, non aggancia né affascina con le riprese e il montaggio delle sequenze. Troppa carne al fuoco, e non all’altezza il talento del neoregista per inchiodare lo spettatore con meraviglie visive. Lo sviluppo del racconto, con i dubbi sulle finalità e gli obiettivi del cyberscienziato, il terrore che la mostruosa creatura generata tra la simbiosi della sua eletta conoscenza e la potenza di calcolo di Pinn, la disperazione per l’ipotesi tangibile della fine delle umane sorti sopraffatte dall’influenza e da potere dell’A.I. che, addirittura, conduce all’alleanza tra istituzioni e terroristi, sono affastellati in una narrazione impastata, confusa, superficiale, e persino fastidiosa a causa della melassina dell’ulteriore ingrediente dell’incrollabile fede sentimentale della tenace signora Caster nella positiva indole dell’adorato maritino, sebbene inscatolato e imbottito di pixel e algoritmi. Max Waters e, persino, Joseph si allarmano temendo che la tremenda unione Pinn-Caster possa violare le “Tre leggi della Robotica” che Isaac Asimov stabilì a protezione del genere umano dalle sue invenzioni artificialmente intelligenti. L’incrocio tra A.I. e il bagaglio di emozioni di Caster minaccia una nuova “morale cybernetica”, inappellabile e non riconducibile alle virtuose intenzioni originarie, una volta lanciato e incrementato a dismisura l’impulso distruttivo. I terroristi, spalleggiati dai responsabili dello Stato, vogliono radere al suolo ogni cosa, dando ragione a chi sostiene che “l’umano tende a distruggere ciò che non capisce”. Intanto, il professor Caster si serve degli straordinari mezzi del computer per guarire e riabbracciare la moglie, in carne e ossa. Il finale sorprendente e “rugiadoso” conclude il film in maniera insulsa come, del resto, era incominciato. Tuttavia, resta forte l’inquietudine dell’interrogativo posto da “Transcendence” sull’attualità dell’accelerazione tecnologica e sull’opportunità di prepararsi a cambiamenti radicali.
Il film di Wally Pfister, per certi versi, non è pura fantascienza. Come ci ricorda Singularity University, gli ultimi 100 anni hanno portato più progressi tecnologici di quanto ne siano stati prodotti nei recenti mille. “Se la capacità di calcolo dei computer continuerà a crescere – aggiunge SU – alla stesa velocità con cui è cresciuta negli ultimi decenni, entro il 2025 vi saranno computer da mille dollari più potenti di un cervello umano. Ed entro il 2045, allo stesso costo, l’A.I. supererà la capacità di calcolo della somma di 10 miliardi di cervelli umani”.
“Transcendence”, regia di Wally Pfister, con Johnny Depp, Rebecca Hall, Paul Bettany, Morgan Freeman. Stati Uniti 2013